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Rivarolo
01 Dicembre 2022 - 17:42
I paragoni di spessore di Bertot non sono mancati...
Se c'è uno che in consiglio comunale non si morde mai la lingua, quello è Fabrizio Bertot. Le sue sparate finiscono quasi sempre sui giornali. Ieri sera, il consigliere di minoranza ed ex sindaco ne ha confezionata un'altra. "Assessore, lei è come Attila, dove passa distrugge" ha detto rivolgendosi all'assessore al commercio, Helen Ghirmu.
Si stava discutendo del mercato di corso Rocco Meaglia. Il mercato è stato spostato lì nel 2020, quando la necessità di riaprire le attività commerciali senza diffondere il contagio del covid 19 ha fatto preferire all'amministrazione comunale lo spostamento dei banchi dalla centralissima via Ivrea (la strada del Municipio e dello shopping) al corso periferico.
Quando era stato il momento di tornare in via Ivrea, era saltato fuori l'inghippo. Vuoi i balconi che non rispettano i parametri di altezza, vuoi le normative sulla sicurezza che dopo l'incidente di piazza San Carlo a Torino sono diventate più stringenti, il mercato non è più potuto tornare in centro.
Una scelta politica dell'amministrazione? Secondo Riparolium, il gruppo di Bertot e Aldo Raimondo, sì. A quest'idea s'è pure accodato ieri sera Rivarolo Sostenibile, il gruppo di Marina Vittone e Sandra Ponchia. Che su tanti temi dialoga bene con la maggioranza di Rostagno. Su questo, invece, no.
Il tratto dove corso Rocco Meaglia si incontra con via Ivrea
Insomma, l'amministrazione starebbe facendo di tutto per non riportare più il mercato in centro. Le normative tecniche sarebbero delle scuse. Ghirmu aveva più volte ribadito, e lo ha fatto ieri sera, che si tratta invece squisitamente di un problema di sicurezza.
L'hanno detto i tecnici del Comune, ma pure il professionista nominato dal Goia, il sindacato che rappresenta gli ambulanti. E Ghirmu ha le mani legate. In questi casi, il parere tecnico supera la politica.
La situazione, va detto, è drammatica. Il commercio ambulante rivarolese ne risente. Ne risente pure l'immagine della città di Rivarolo come città commerciale, che si è fatta un nome e una storia su questo. E va pure detto che l'amministrazione di Rostagno non è tra le più rapide quando si tratta di risolvere un problema.
Che Ghirmu potesse affrontare meglio questa situazione è fuori discussione. Poteva essere convocata, per esempio, la commissione consiliare che si occupa del commercio locale, che invece, da quando è cominciato il mandato, resta solo un'entità metafisica, un'idea non realizzata. Il problema è sempre lo stesso: la Giunta Rostagno collabora poco e non ascolta nessuno.
Resta però altrettanto fuori discussione il rientro del mercato su via Ivrea. Almeno per adesso. E di tutto ciò, secondo Bertot, Ghirmu sarebbe la responsabile principale.
Helen Ghirmu, assessore al commercio
"Purtroppo non è cambiato l'assessore!"
"Durante l'ultimo consiglio comunale ci è stato detto qualcosa di clamorosamente falso" ha attaccato Bertot subito dopo la lettura, da parte del vicepresidente del consiglio Roberto Bonome, della mozione con cui Riparolium riportava al centro del consiglio il tema del mercato cittadino.
"L'assessore ci ha detto lo scorso consiglio comunale che c'è una pratica dei Vigili del Fuoco sul mercato, ma noi abbiamo preso tutti i documenti e non c'è nessuna pratica... - ha detto Bertot -. Anzi, c'è una mail in cui alla richiesta dell'amministrazione ai Vigili di fare un sopralluogo in corso Meaglia viene risposto che non è di loro competenza".
Raimondo e Bertot, consiglieri comunali di Riparolium
E quindi sarebbe tutta una presa in giro. "Dite che volete uccidere il commercio ambulante a Rivarolo" ha provocato il consigliere di minoranza. "Già il fatto che l'assessore Ghirmu prenda la parola sull'argomento è la dimostrazione che siamo sconfitti, nel senso che quando un assessore dice qualcosa di falso ed è palesemente in torto e resta assessore al commercio, beh, questa è un'offesa alla dignità di questo consiglio".
Come al solito, non ci è andato leggero. "Provo a rispondere senza raccogliere la provocazione" ha replicato Ghirmu. "Ritengo di non aver detto il falso e lo ribadisco, anche perché alla prima comunicazione coi Vigili del Fuoco ci dicevano che per il parere sul mercato si rimandava alla circolare che normava le metrature di sicurezza del mercato, che ci hanno messo in difficoltà".
Ghirmu non ritiene "di aver parlato di pratiche particolari, ma solo di queste comunicazioni coi Vigili del Fuoco. Se lo scorso consiglio ho usato una terminologia scorretta, ora lo chiarisco". Andando al succo della mozione "io mi sento di accoglierla - ha detto Ghirmu - perché è vero che il mercato è già stato troppo a lungo in corso Meaglia".
Una soluzione potrebbe essere "lavorare per capire se riportare il mercato in via Ivrea cercando di interpretarlo come evento cittadino, e, convocando una commissione di vigilanza, si potrebbero valutare interventi aggiuntivi dell'amministrazione".
"Ci sentiamo dire sempre le solite cose, e intanto la decisione non arriva" ha risposto Bertot. Che ha poi enumerato i problemi di quella collocazione del mercato, non solo sul commercio ma anche sulla viabilità. "La pratica dei Vigili del Fuoco non esiste - ha proseguito - e quelle norme che vi hanno detto di rispettare sono solo indicazioni che dicono quale spazio è necessario per far passare i mezzi di soccorso in caso di incendio. Quindi basta semplicemente garantire che in caso di incendio gli ambulanti siano in grado di lasciare lo spazio necessario".
Via Ivrea, la centralissima strada dove prima c'era il mercato
A Rivarolo "il mercato non è stato ricollocato e l'assessore gioca a fare gli esperimenti - ha rincarato Bertot - e il colpo lo stanno sentendo sia gli ambulanti che i fissi". Bertot ha poi incalzato Ghirmu: "Voglio sapere quali sono i tempi! Sono stufo di sentirmi dire che state lavorando con la commissione, voi li state prendendo per il sedere!".
Insomma, si chiedeva Bertot, ma com'è possibile che da dopo l'emergenza covid non ci sia stata nessuna modifica delle norme di sicurezza eppure non si può tornare in centro? "Purtroppo non è cambiato neanche l'assessore, e il problema grosso di questa Città è che ha un assessore che sta distruggendo il commercio! Lei gioca e non fa l'assessore sul serio!" ha sbottato Bertot sull'orlo di una crisi.
Poi il culmine: "Io la ritiro la mia mozione, perché non lo voglio il suo voto favorevole - ha sbottato - voglio il suo impegno e voglio una data entro la quale a questi ambulanti viene data una risposta". Riparolium, si è capito, è l'unico gruppo consiliare al mondo che presenta le mozioni per poi ritirarle. O per poi andarsene senza votarle, come fecero con quella sull'Allontanamento Zero.
A parte questo, però, le preoccupazioni di Bertot sono fondate, e nessuno può dargli torto sulla focalizzazione della questione: il disastro è alle porte se si continua così. Soprattutto perché sono passati due anni e perché si sta pensando di rendere definitiva la collocazione su corso Meaglia in attesa di capire come rientrare in centro.
"Il motivo per cui non è stata data una risposta definitiva in questi anni è perché abbiamo lavorato affinché ci venissero dati degli strumenti per rientrare in centro in accordo con quella circolare che fa normativa" ha replicato Ghirmu. Insomma, "si tratta di capire", per citare Maurizio Crozza che imita Mattia Binotto.
"Se l'amministrazione volesse, potrebbe riportare il mercato in centro"
Il fatto è che, esattamente come in quel caso, anche qui ci si è presi troppo tempo per capire. Lo pensa Giancarlo Nardozzi, presidente del Fenapi, Federazione Nazionale Autonoma dei Piccoli Imprenditori, con cui il Goia ha sottoscritto un accordo. "Abbiamo problemi di questo tipo ovunque - ci dice Nardozzi -. Noi siamo dell'idea che se le amministrazioni volessero, potrebbero riportare il mercato in centro. Ma deve esserci la volontà".
La prima soluzione, per Nardozzi, dovrebbe però arrivare dall'alto: "Ci vorrebbe una normativa nazionale - dice - che non lasciasse nelle mani dei Comuni la decisione".
Giancarlo Nardozzi
Paolo Rivoli, che del Goia è rappresentante territoriale, descrive la situazione attuale come "in stallo". "Noi - aggiunge - abbiamo chiesto di rientrare in centro garantendo la possibilità di liberare gli stalli in dieci minuti in caso di emergenza. Hanno preso in carico questa nostra proposta e ci faranno sapere".
Per Rivoli "gli amministratori dovrebbero prendersi le proprie responsabilità", e riportare il mercato dov'era prima. Anche perché "il lavoro è rallentato da quando abbiamo cambiato postazione, non c'è che dire".
La posizione di Rivarolo Sostenibile
"Noi avevamo già proposto di recuperare le vie del centro per il mercato. Avevamo anche proposto di aggiungere viale Berone". Sulla questione mercato è intervenuta, in consiglio, anche Marina Vittone di Rivarolo Sostenibile. È stata proprio la capogruppo a sollevare la questione della commissione consiliare che dovrebbe occuparsi del commercio e che però non si occupa neanche di sé stessa, visto che, come pure altre, non è mai stata convocata.
La Vittone ha condiviso pubblicamente la posizione di Riparolium. "Corso Rocco Meaglia non è adatto al mercato. Per di più è lontano dai bar e si allaga spesso" ha aggiunto. Il mercato cittadino, per Vittone, "è un evento cittadino, e come tale va trattato". Bisogna cioè "redigere un piano di sicurezza e verificare tutte le condizioni per realizzarlo".
Ponchia e Vittone di Rivarolo Sostenibile
Insomma, "è solo una questione di volontà politica" ha ribadito Rivarolo Sostenibile. "A mio parere, noi siamo nelle condizioni di riportare il mercato dov'era prima, portando avanti il piano di sicurezza come hanno fatto altri comuni". Tipo Moncalieri, di cui la Vittone ha addirittura portato una cartina.
"Me lo sono studiato a fondo - ha garantito - è fatto come quello di Rivarolo". Solo che lì il mercato c'è, a Rivarolo no. "Si potrebbe fare uno studio vero, basato su elementi oggettivi e con il supporto di tecnici e ingegneri".
Quel piano di sicurezza di cui parlava Vittone, per Ghirmu è già bello che pronto: "Avevamo incaricato un secondo tecnico che redigesse proprio quel piano di sicurezza di cui parlava la consigliera Vittone, per capire quali crismi seguire per riportare il mercato in via Ivrea".
Quindi?
È il segnale insindacabile, per l'assessore al commercio, che la volontà politica di riportare in centro il mercato c'era eccome. "Da quel piano è emerso un diniego". Solo a sentire la parola, Aldo Raimondo è saltato sulla sedia: "Non è un diniego!" ha detto rispondendo alla Ghirmu "ma un elenco di cose che si possono o non si possono fare".
L'amministrazione, al momento, sta ricercando ulteriori pareri tecnici per capire come formulare il nuovo mercato come evento cittadino, adottando altre accortezze tecniche per raggiungere l'obiettivo. "Anche in altri posti - ha chiarito Ghirmu - la normativa vigente ha costretto le amministrazioni a delocalizzare, e non va bene. Si dovrebbe agire sul problema anche a livello nazionale, perché la delocalizzazione non va di certo a vantaggio del commercio locale".
Per ora però nulla si muove. Compito dell'amministrazione sarà correre contro il tempo per tentare di riportare il mercato dov'era prima. A rischio c'è la tenuta di buona parte del tessuto economico della Città.
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