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Saluggia (VC)
28 Novembre 2022 - 14:52
SALUGGIA. (r.s.) - Il cantiere per la costruzione dell’impianto Cemex, all’interno del sito nucleare Eurex gestito da Sogin, è sostanzialmente fermo da tre mesi per una vertenza tra la Sogin stessa e Cemex 2023, il raggruppamento di imprese che nel 2021 si è aggiudicato l’appalto per il suo completamento.
Secondo Cemex 2023 non è possibile proseguire con l’installazione delle attrezzature impiantistiche secondo la normativa PED (Pressure Equipment Directive), utilizzata per gli apparecchi in cui circolano liquidi in pressione, ma -trattandosi di tubature e recipienti in cui passeranno liquidi radioattivi - occorre riformulare il progetto secondo la normativa VSR (Verifica Stabilità Recipienti): vi sarebbe quindi, alla base, un macroscopico errore progettuale; errore che Cemex 2023 è disponibile a correggere mediante il rifacimento, con i propri tecnici e a proprie spese, di oltre 1500 tavole e tabelle. Per farlo occorre però l’autorizzazione di Sogin, stazione appaltante, che non intende concederla ed anzi ha avviato le procedure per rescindere il contratto con Cemex 2023 (dopo aver già rescisso cinque anni fa il precedente, sempre per il Cemex, con Saipem-Maltauro), sostenendo che a questo punto dovrebbe essere stato completato il 40% dei lavori ma l’azienda è ferma a meno del 2%. Nemmeno il Consiglio consultivo tecnico (organismo in cui sono presenti due rappresentanti di Sogin, due di Cemex 2023 e uno dell’avvocatura dello Stato) è riuscito a dirimere la controversia sull’applicazione della normativa tecnica.
In rosso l’area in cui si sta costruendo il Cemex
Di fatto sul cantiere, che dovrebbe impegnare una cinquantina di lavoratori (e, a pieno regime, un centinaio), ne sono rimasti solo una decina: tre addetti all’edilizia e sette impiegati amministrativi. Cemex 2023 ha “congelato” 32 milioni di euro ricevuti da Sogin per l’acquisto del materiale, sta retribuendo i lavoratori ma in queste condizioni non può garantire la loro occupazione a lungo termine. Il sindacato Feneal Uil ha proclamato lo stato di agitazione e chiede «alla stazione appaltante Sogin di non fare decadere un contratto così importante, e di trovare soluzioni immediate per far ripartire il cantiere». In caso di rescissione del cntratto, infatti, «saranno i lavoratori e le lavoratrici a pagarne le conseguenze: cento famiglie che vivranno momenti difficili».
Quel che è certo è che, a causa di questi ulteriori rallentamenti, il completamento dell’impianto Cemex subirà un ulteriore slittamento: dal 2023 al 2025, ben che vada.
Il cantiere dell’impianto Cemex, nel sito Eurex di Saluggia, in riva alla Dora Baltea
SALUGGIA. Nel sito nucleare Eurex - gestito prima dall’Enea e, negli ultimi vent’anni, da Sogin - sono presenti complessivamente circa 300 metri cubi di rifiuti liquidi radioattivi che provengono principalmente dalle campagne di riprocessamento degli elementi di combustibile irraggiato condotte negli anni ‘70 e ‘80.
La solidificazione è stata richiesta più volte dagli organi di controllo fin dalla fine degli anni ‘70, ma dopo oltre quarant’anni non è ancora iniziata, e le scorie liquide giacciono tuttora nei serbatoi (alcuni dei quali sono vecchi di cinquant’anni).
Per solidificare i rifiuti liquidi Sogin, abbandonata l’idea dell’impianto di vetrificazione “Cora” che era stato studiato dall’Enea nel secolo scorso, ha deciso di realizzare il complesso Cemex (CEMentazione EurEX), un impianto in cui i rifiuti saranno cementati e condizionati. Il complesso è in corso di costruzione in un’area adiacente al Nuovo Parco Serbatoi, da cui partiranno le tubazioni di trasferimento dei liquidi radioattivi all’impianto di cementazione. Lo stoccaggio dei manufatti condizionati avverrà nell’annesso deposito temporaneo, il D3, e da qui partiranno per essere trasferiti al Deposito Nazionale, quando sarà disponibile.
Il primo appalto
I lavori per la realizzazione del Cemex erano stati affidati, nel febbraio del 2013, a un Raggruppamento Temporaneo di Impresa composto da Saipem spa come mandataria, insieme all’Impresa costruzioni Giuseppe Maltauro spa. Il contratto (appalto da 98 milioni di euro) prevedeva che il 12 agosto 2017 il RTI consegnasse i due edifici costituenti il Cemex (impianto di cementazione e annesso deposito temporaneo) completi di tutti i sistemi. Tuttavia a tale data il cantiere registrava un avanzamento dei lavori inferiore al 10%. Sogin ha quindi deciso di avvalersi delle clausole risolutive espresse che hanno portato nel settembre 2017 alla risoluzione del contratto e alla riconsegna delle aree di cantiere, che è stato interrotto. Il Raggruppamento ha intentato una causa a Sogin con richiesta di risarcimento danni, e a sua volta Sogin nel febbraio 2018 ha depositato al Tribunale Civile di Roma - Sezione specializzata per le imprese, una “Comparsa di costituzione e risposta con domanda riconvenzionale” di risarcimento dei danni derivanti dall’inadempimento del RTI per la mancata realizzazione del complesso.
La copertura provvisoria
Parallelamente allo svolgersi del contenzioso, Sogin ha avviato le procedure per la messa in sicurezza e la conservazione delle opere fino a quel momento realizzate: ha quindi fatto costruire una copertura provvisoria (una tettoia) su tutta l’area del cantiere Cemex.
Le opere civili del D3
Nel 2019 Sogin ha ripreso i lavori per completare le opere civili del nuovo deposito temporaneo D3. E’ stato riavviato il cantiere con la messa in posa provvisionale dei ponteggi, la pulizia dei ferri di armatura di ripresa già presenti nell’edificio e la qualifica della speciale matrice cementizia che sarà impiegata per la realizzazione delle opere strutturali. Le attività hanno riguardato l’ultimazione delle strutture portanti di cui si compone il deposito: area di movimentazione dei manufatti, locale manovra, locali di fisica sanitaria, realizzazione e impermeabilizzazione del solaio. I lavori civili strutturali sono stati completati nel marzo 2020.
Il secondo bando
Il 14 luglio 2020 è stato pubblicato, con avviso sulla Gazzetta Ufficiale Unione Europea, un nuovo bando di gara per i lavori di completamento del complesso Cemex. Le attività previste dalla gara riguardano la realizzazione dell’edificio di processo, dove verranno cementati i rifiuti radioattivi liquidi, e l’installazione nell’annesso deposito temporaneo D3 delle apparecchiature e dei sistemi ausiliari di controllo e movimentazione dei manufatti a media attività. Il valore complessivo delle attività previste a base di gara è di 128,5 milioni di euro, da realizzare entro il 2023.
Ad aggiudicarsi l’appalto misto di lavori e servizi è stato (Gazzetta Ufficiale del 10 marzo 2021) un altro Raggruppamento Temporaneo di Imprese, composto dalla mandataria Consorzio stabile Teorema scarl e dalle mandanti Consorzio stabile Conpat scarl, Consorzio stabile Infratech scarl e Penta System srl. Il valore totale del contratto di appalto è di oltre 107 milioni di euro. Il Raggruppamento ha poi assunto la denominazione di “Cemex 2023” (l’anno in cui i lavori, considerando tutte le proroghe e i rinvii, avrebbero dovuto essere terminati).
Un gruppo di lavoratori di Cemex 2023 davanti alla Prefettura di Vercelli
VERCELLI. (r.v.) - A seguito della proclamazione dello stato di agitazione sul cantiere Cemex da parte del sindacato Feneal Uil, lunedì 21 novembre è stato convocato in Prefettura a Vercelli un incontro, coordinato dal viceprefetto vicario Cristina Lanini, a cui hanno partecipato Sogin, Cemex 2023 e i sindacalisti. Sotto le finestre del palazzo, in via San Cristoforo, stazionava un gruppo di lavoratori in attesa.
A fronte delle richieste presentate da Cemex 2023 (la revisione del progetto secondo la normativa VSR), la delegazione di Sogin ha dichiarato di non aver mandato per trattare e ha presentato alcune contestazioni. L’atmosfera si è scaldata quando i rappresentanti di Sogin hanno lamentato la presenza sul cantiere di «tanti lavoratori provenienti da Napoli e da Salerno» (dove ha sede Cemex 2023), provocando la reazione di azienda e sindacati. E’ apparso subito chiaro che Sogin - azienda a capitale pubblico, che da qualche mese è commissariata - non intende trattare, bensì rescindere il contratto e affidare i lavori ad altra ditta (o raggruppamento di imprese).
Di fronte all’impossibilità di avviare il confronto tra le parti in sede locale, il viceprefetto ha concluso la riunione annunciando che scriverà all’organo commissariale di Sogin - composto da Fiamma Spena e dai due vice Giuseppe Maresca e Angela Bracco - per far convocare una riunione a Roma. Cemex 2023 ritiene che «Sogin non tratta e non ci firma l’autorizzazione perché non vuole ammettere l’errore progettuale e prendersene la responsabilità, per i costi che ciò comporterebbe in capo ai progettisti e a chi ha approvato il progetto», e lo farà presente in un incontro con i Ministeri competenti previsto nei prossimi giorni.
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