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SALUGGIA. Il Deposito D2, costosissimo e ancora vuoto

SALUGGIA. Il Deposito D2, costosissimo e ancora vuoto

TORINO. Si è riunito il 7 marzo, convocato dalla Regione, il Tavolo della trasparenza sulle attività di smantellamento degli impianti nucleari piemontesi di Saluggia, Trino e Bosco Marengo. Vi hanno partecipato - fra gli altri - Sogin, Ispra, Arpa Piemonte e rappresentanti degli Enti locali.

Nel corso della riunione Sogin ha illustrato i principali lavori di smantellamento e gestione dei rifiuti radioattivi realizzati, in corso e previsti per il prossimo futuro negli impianti piemontesi.

Per quanto riguarda Saluggia, è emerso con evidenza che il deposito “temporaneo” D2 per lo stoccaggio di scorie radioattive - autorizzato fra il 2005 e il 2006 dall’allora commissario Carlo Jean come “opera emergenziale” in deroga agli strumenti urbanistici, e che ha un volume complessivo di 22.300 m3 - è stato terminato solo qualche settimana fa ed è ancora vuoto: al suo interno sono infatti in corso le operazioni di installazione delle basi di appoggio e delle gabbie necessarie per il trasferimento dei rifiuti radioattivi attualmente custoditi nel vicino deposito 2300.

Dodici anni, insomma, non sono stati sufficienti a Sogin per portare a termine un’opera emergenziale, che ha avuto molti problemi (crepe nel cemento armato rilevate da Ispra), che è venuta a costare molto di più di quanto inizialmente preventivato e che a tutt’oggi non è operativa. Un’opera che - se il Governo rispetterà i cronoprogrammi - è destinata ad essere utilizzata pochissimo, dato che dal 2024-’25 dovrà essere pronto e operativo il nuovo Deposito Nazionale, e tutte le scorie - comprese quelle attualmente stoccate a Saluggia - saranno trasferite là.

Ritardi, inoltre, anche nella costruzione dell’impianto Cemex per la solidificazione delle scorie liquide: dopo aver risolto “per grave inadempimento” il contratto con Saipem, nell’ottobre scorso Sogin ha ripreso possesso delle aree consegnate ed ha effettuato «alcuni interventi mirati a consentire, in sicurezza ed agevolmente, la custodia delle opere realizzate». Entro 2018 è prevista l’installazione di una copertura temporanea, a protezione delle opere presenti. Il nuovo cronoprogramma per la realizzazione dell’impianto, a fronte di tutte le attività necessarie, prevede l’assegnazione del contratto al nuovo appaltatore nel 2019 e il completamento delle opere entro il primo semestre 2023. Auguri.

Al Tavolo erano presenti anche rappresentanti del Comune di Saluggia: il sindaco Firmino Barberis e il capogruppo di minoranza Emanuele Pedrazzini. Quest’ultimo è intervenuto, scatenando le ire del primo cittadino: «Pedrazzini - dice Barberis - si è presentato in Regione senza alcun invito e senza nemmeno avermi avvisato. Ma l’invito al Comune era per me, in quanto sindaco: lui non si può presentare senza aver ricevuto una mia delega».

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