CORRERE JOGGING E CORONAVIRUS. E' consentita entro un chilometro dal proprio domicilio l'attività motoria individuale. Ai fini operativi per i controlli da parte delle forze dell'ordine e della polizia locale sull'applicazione dell'ultima ordinanza del governo per contenere i contagi da coronavirus, è questa l'interpretazione del Comitato provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica (Cosp) della norma che consente l'attività motoria in prossimità della propria abitazione. Lo ha reso noto il Comune di Torino al termine della seduta odierna del Cosp, che si è riunito in video conferenza. Per il resto occhio a quel che si fa e a come lo si fa. Non basta mettersi una tuta da ginnastica, tirare fuori le scarpe da ginnastica che stavano lì da qualche anno, indossarle e poi far finta di essere diventati tutti dei podisti "certificati". Fino all'altro ieri i "furbetti" della corsa, per aggirare i decreti si davano appuntamento al parco, oggi non più. Quelli che vogliono andare a correre devono poi correre sul serio. Non passeggiare. Non camminare, magari scambiando due chiacchiere con tutti gli amici incontrati per la via. Non scendere in strada per fare due passi. Correre significa correre. La differenza sarà anche minima ma non c'è bisogno di spiegarla ulteriormente. Detto questo i controlli di polizia, carabinieri e finanza sono ormai a tappeto. Sia per quelli che corrono, sia per tutti gli altri e sono davvero tantissime le denunce, a cominciare da quei gruppi che stazionavano davanti alle farmacie facendo finta di essere in coda. Lì come davanti ai supermercati. Senza contare i tanti che continuano a sedersi sulle panchine senza la benché minima preoccuppazione che proprio lì (come in tutti gli oggetti e le cose intorno a noi) possa annidarsi il virus. S'aggiungono quei tanti che continuano insistentemente a voler andare a fare la spesa non nel supermercato più vicino ma in quello che più piace a loro, anche se si trova a 10 km da casa, o a quegli altri che a comprare ci devono andare in due e si mettono in fila in due. A Torino, dal 10 marzo ad oggi la Guardia di finanza ha identificato 2600 persone e 80 sono state denunciate per inosservanza del Dpcm. Sempre i finanzieri hanno controllato 7500 esercizi pubblici. I titolari denunciati sono stati una trentina, tra chi ha aperto un locale che avrebbe dovuto essere chiuso e chi non ha rispettato orari e distanziamenti. Numeri che si sommano a quelli dei controlli dei carabinieri, che in poco più di una settimana hanno denunciato 420 persone tra Torino e Provincia. In tutta Italia le sono 1.650.644 le persone controllate dall’11 al 20 marzo: 70.973 quelle denunciate per mancato rispetto degli ordini dell’autorità, 1.600 per attestazioni false; 834.661 gli esercizi commerciali controllati e 1.977 i titolari denunciati.
La mini-stretta a sport e “esodi”nei fine settimana
Una stretta sullo sport e i giochi all’aperto, la chiusura di tutti i parchi e i giardini pubblici, il divieto di raggiungere le seconde case nel weekend. Ecco la nuova stretta del governo per contenere il contagio da Coronavirus. I dati drammatici degli ultimi giorni e le fughe in avanti delle Regioni, nonché il pressing dei partiti, spingono il premier Giuseppe Conte a dare il via libera a un ulteriore giro di vite. Sono misure pensate per evitare “fughe all’aperto” nel weekend. Arrivano non con un nuovo dpcm ma con un’ordinanza, firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Si annunciava un giro di vite ancora più duro, ma l’esecutivo sceglie di lasciare aperti i supermercati e non limitare ulteriormente l’attività degli uffici, in attesa delle nuove decisioni che dovranno essere prese la prossima settimana. Il 25 marzo scade infatti il decreto del presidente del Consiglio che aveva imposto il giro di vite più pesante: arriverà una proroga, anche oltre il 3 aprile. Sulla durata e l’entità delle misure si deciderà nei prossimi giorni in base ai nuovi dati sul contagio. Non è escluso un decreto con le “sanzioni più efficaci” invocate dal capo della Polizia Franco Gabrielli e magari per autorizzare controlli attraverso gli spostamenti dei cellulari. PARCHI E GIARDINI – E’ vietato l’accesso del pubblico ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. La misura adottata già nelle grandi città, vale per tutta Italia. PASSEGGIATE E CORSA – Troppe persone a spasso: arriva perciò il divieto di svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. Resta consentito fare, purché da soli, attività motoria nei pressi dei casa (entro il raggio di un chilometro), purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. BAR DI STAZIONI E AUTOGRILL – Oltre alle attività già indicate in precedenti disposizioni, sono chiusi gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nonché nelle aree di servizio e rifornimento di benzina. Possono restare aperti gli autogrill lungo le autostrade ma vendendo solo prodotti da asporto. Restano aperti i bar di ospedali e aeroporti, con obbligo di assicurare il rispetto della distanza di almeno un metro. STOP ALL’ESODO NEL WEEKEND – Per frenare i rischi di esodo nel weekend verso case vacanza e seconde case, il governo dispone dal venerdì al lunedì il divieto di ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale.
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