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23 Novembre 2025 - 19:30
La giornata di prevenzione organizzata sabato 22 novembre all’Urban Center di Rivarolo Canavese non è stata un semplice appuntamento informativo né un esperimento occasionale. È stata una prova generale di ciò che potrebbe diventare, nei fatti, la nuova frontiera della sanità territoriale: servizi che escono dagli ambulatori, si avvicinano ai cittadini e ricostruiscono quel rapporto di fiducia che negli ultimi anni si è incrinato sotto il peso di carenze strutturali, liste d’attesa e distanze – fisiche e simboliche – sempre più difficili da colmare.
La partecipazione è andata ben oltre le previsioni. File lunghe, numerini distribuiti rapidamente, tantissime richieste di informazioni e controlli. Un’affluenza “bellissima”, come definita dall’assessora Alessia Cuffia, ma che ha costretto l’organizzazione a fare i conti con tempi e spazi più stretti del previsto. Le sue parole, riportate dal post pubblico diffuso al termine della giornata, sono un bilancio ma anche un’assunzione di responsabilità: un grazie ai cittadini e, allo stesso tempo, le scuse per chi non è riuscito a essere accolto. “Era un progetto pilota”, ha ricordato, riconoscendo la difficoltà di prevedere fin da subito la portata dell’evento.
Ma il dato più significativo è che la risposta del territorio dimostra un bisogno evidente: quello di una sanità vicina, accessibile, capace di intercettare precocemente segnali e fragilità. E soprattutto una sanità fatta da persone. Medici, infermieri, tecnici e volontari che hanno dedicato tempo, competenze ed energie trasformando un centro commerciale in un maxi-ambulatorio, con screening gratuiti eseguiti in un clima di collaborazione e umanità. “Una giornata di vicinanza”, l’ha definita l’assessora, “in cui la sanità è entrata nella vita quotidiana della comunità”.
A sostenere l’iniziativa c’erano anche le istituzioni. Presenti l’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, il direttore generale dell’ASL TO4 Luigi Vercellino, la dirigente Clara Occhiena, insieme a figure centrali del progetto come Fabrizio Bogliatto, Alessandro Depaoli e Walter Grosso Marra. Una collaborazione trasversale che, sottolinea Cuffia, dimostra come “quando le istituzioni lavorano insieme, la differenza si vede”.
E poi i volontari: “la colonna vertebrale delle iniziative”, quelli che arrivano per primi e vanno via per ultimi, che non chiedono nulla e danno tutto. A loro è stato rivolto il ringraziamento più sentito, insieme al riconoscimento al direttore del centro commerciale, Luca Brusadelli, che ha messo a disposizione gli spazi con grande disponibilità.
Il ruolo del Comune è stato determinante. Il sindaco Martino Zucco Chinà, già intervenuto nella conferenza stampa del 17 novembre per presentare l’iniziativa, ha sostenuto sin da subito l’idea di riportare i servizi sanitari dentro la quotidianità dei rivarolesi. Al suo fianco, anche la vicesindaca Marina Vittone, presente per gran parte della giornata.
Se la giornata non ha “risolto” i problemi della sanità – come ha ricordato l’assessora – ha però indicato una direzione. Un passo, piccolo ma autentico, verso un modello che potrebbe essere replicato e migliorato. Un passo fatto insieme, dentro un luogo vissuto, senza fronzoli né proclami.
E soprattutto un segnale chiaro: la prevenzione funziona quando incontra le persone. Quando esce dalle stanze e torna in mezzo alla vita.
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