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08 Luglio 2025 - 11:19
Nemmeno il diluvio riesce a fermare la seconda serata del Torneo dei Borghi. Sembra un copione già scritto: quando il primo fischio dell’arbitro taglia l’aria, il cielo si apre e giù acqua a secchiate. Una sospensione di quindici minuti, campo allagato, pozzanghere ovunque. Ma si gioca. Si deve giocare.
Casabianca e Madonnina e Frazioni sono i primi a entrare nel pantano. La sfida inizia equilibrata, palloni che scivolano, appoggi sbagliati, rimbalzi imprevedibili. Poi un lampo. Non in cielo, ma in area. È Alessi Romano a trovare il varco giusto, a calciare deciso e portare avanti Casabianca. La Madonnina reagisce con determinazione, spinge, prova a costruire, mette il naso avanti. Ma i ragazzi in rosso resistono. E quando la Madonnina dà tutto nel tentativo di riacciuffarla, arriva la botta finale: Francisco Darelli chiude i conti con il raddoppio, sfruttando al meglio un contropiede da manuale. Finisce 2-0, con Casabianca che si conferma solida, compatta, pronta a dire la sua.
A seguire, la partita più attesa. Il remake della finale dello scorso anno. Borgo Giolito contro Busignetto. Basta questo per incendiare gli spalti. La tensione si taglia a fette, le maglie si stringono, gli sguardi non scherzano. Si parte forte, nessuno vuole mollare un centimetro. Poi entra in scena lui. Simone Martone. Una sentenza. Il centravanti del Giolito si prende tutto: due gol, due prodezze, due motivi per mettere già in chiaro che la corsa al titolo di capocannoniere ha un favorito.
Busignetto reagisce con classe e orgoglio, Massimo Meinardi firma una perla da fuori area, riapre tutto. Ma il Giolito ha un altro passo. Stefano Anania si inserisce due volte alle spalle della difesa, preciso, spietato, letale. E quando c’è da arrotondare, arriva anche il sigillo di Carlo Damiano per il definitivo 5-1. Una lezione di calcio, ma anche una dimostrazione di intensità, velocità e qualità.
Sul campo si corre come se ci fosse in palio qualcosa di più di un torneo: lo si vede nei tackle, nelle esultanze, nei richiami dalla panchina. Si gioca per il proprio borgo, per i compagni, per quel pubblico che anche sotto la pioggia resta a bordo campo con la voce alta e le mani che battono.
Il Torneo dei Borghi continua. E già dalle prime due serate si capisce che quest’anno sarà una guerra sportiva fino all’ultimo minuto. Nessuno vuole restare a guardare. E soprattutto, nessuno vuole perdere.
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