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30 Giugno 2025 - 18:08
foto di Marcello Giampaoletti
Ciriè, 28 giugno 2025 – Un pomeriggio di colori, orgoglio e rivolta politica. Il Pride di Ciriè, alla sua quarta edizione, ha invaso il centro cittadino con un corteo vibrante e determinato, che ha scelto quest’anno il nome di Rivolta Trans-Urbana. Una definizione che racchiude tutto il senso della manifestazione: la volontà di rompere il silenzio, di alzare la voce dalle periferie, di sventolare le bandiere dell’identità e dei diritti proprio dove meno ci si aspetta che ciò accada. In provincia, in una cittadina come tante, dove però la piazza è diventata ancora una volta luogo di resistenza, di visibilità e di orgoglio.
Organizzato dal collettivo transfemminista intersezionale ProvinciaLotta, il corteo ha sfilato da corso Martiri della Libertà attraversando le vie del centro con musica, interventi al megafono, striscioni, cartelli e slogan che rivendicavano diritti e libertà per tuttə. Una manifestazione partecipata da circa 300 persone, che ha unito associazioni, singoli, famiglie arcobaleno e solidali, attivistə e semplici cittadinə.
Ma quello di Ciriè non è un Pride come gli altri. È un Pride profondamente politico. Non si è limitato a chiedere rispetto o visibilità, ma ha portato in strada un messaggio di opposizione radicale ai sistemi di oppressione. Contro il patriarcato, contro l’omobitransfobia, contro le politiche securitarie, si è letto in uno degli interventi più applauditi. E ancora: Contro Orban, contro Valditara, contro ogni forma di discriminazione istituzionale. La lotta ha abbracciato cause più ampie, prendendo posizione anche sulla situazione internazionale, con cartelli e cori a sostegno della popolazione palestinese e contro il riarmo globale.
Per la prima volta, la manifestazione ha ricevuto il patrocinio del Comune di Ciriè, un passaggio non scontato in una provincia dove spesso i Pride vengono ancora guardati con sospetto o minimizzati a “carnevali di travestiti”. Il segnale politico c’è stato. Ma ciò che più ha colpito è stata l’organizzazione attenta, accogliente, costruita su misura delle fragilità e dei bisogni reali. Non un evento “vetrina”, ma un luogo di cura. All’interno del corteo, infatti, era presente una zona di decompressione: acqua fresca, tappi per le orecchie, sostegno psicologico e una sedia per chi avesse bisogno di fermarsi. Una scelta che ha messo al centro la salute mentale e fisica delle persone queer, troppo spesso ignorate anche nei contesti attivisti.
La giornata è proseguita fino a sera con l’After Pride al circolo Arci La Soce, uno spazio che ha accolto performance artistiche, musica dal vivo, drag show e parole emozionanti di chi ogni giorno lotta per esistere. Sul palco si sono alternatə Daphne Bohémien, Ellie Cottino e altre figure della scena artistica e queer piemontese, regalando momenti di energia collettiva, risate, commozione e speranza.
Il Pride di Ciriè 2025 non è stato una parata, non è stato una moda, non è stato un appuntamento da calendario. È stato un atto di resistenza. Una presa di parola collettiva. Una festa sì, ma soprattutto un grido. Un grido che ha detto: esistiamo, resistiamo, e non ci fermeremo. Anche a Ciriè. Soprattutto a Ciriè.
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