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29 Giugno 2025 - 23:31
Sabato 28 giugno, Ciriè si è trasformata in un mosaico di colori, voci, rivendicazioni. Le bolle di sapone volteggiavano leggere nell’aria, mentre la musica e i cori del corteo danzavano tra le vie del centro. Un corteo colorato, fatto da musica e colori vivaci certo, ma anche una profonda dichiarazione politica: quella del Pride organizzato dal collettivo transfemminista intersezionale ProvinciaLotta, giunto alla sua quarta edizione e quest’anno intitolato “Rivolta Trans-Urbana”.
C’è qualcosa di profondamente potente in quei passi condivisi. Passanti che osservano dai marciapiedi, famiglie che si fermano a leggere i cartelli, giovani e meno giovani che, sotto il sole cocente, scelgono di marciare per qualcosa che li riguarda, direttamente o per empatia. Circa 300 le persone presenti, una partecipazione significativa per un contesto di provincia, dove spesso la visibilità LGBTQIA+ fatica ancora a trovare spazio e ascolto.
Dal 2022, con la prima edizione intitolata “Loud&Proud”, il Pride di Ciriè è cresciuto non solo nei numeri, ma anche nella consapevolezza. È diventato un appuntamento annuale che non si limita a celebrare l’orgoglio queer, ma che richiama l’attenzione su problematiche concrete, su diritti mancati, su silenzi e situazioni complesse.
Tra le voci del corteo, incontriamo Edera. È una persona transgender, usa pronomi femminili e ha letto durante il corteo un intervento collettivo, scritto a più mani da diverse persone trans:
“Quello che abbiamo condiviso oggi – racconta – è una sintesi politica, un grido composto e consapevole. Parliamo di diritti sanitari, certo, ma anche di identità, di possibilità negate. Oggi in Italia l’accesso alla terapia ormonale è diventato un percorso a ostacoli. Le liste d’attesa nel pubblico sono inaccettabili, chi può permetterselo va dai privati, spendendo cifre enormi. Chiediamo che queste cure siano gratuite, come già accade in molti paesi del Nord Europa, dove basta un’autocertificazione per accedere”.
La manifestazione a Ciriè
Ma il discorso si allarga, va oltre la burocrazia della sanità. Tocca il cuore del problema: la struttura stessa della società.
“Viviamo in un sistema patriarcale – continua Edera – dove ci troviamo intrappolati in ruoli imposti. Chi non si riconosce in quei ruoli, se non può esprimersi anche attraverso il corpo, spesso vive una vita di sofferenza. Il Pride è la ciliegina sulla torta di un percorso più ampio che collettivi come ProvinciaLotta ed altri fanno. Servono momenti di sensibilizzazione, serve formazione nelle scuole, serve aggiornamento per gli insegnanti, serve una società che non abbia paura di cambiare.”
Proprio sull'importanza del lavoro continuo insiste, come detto, il collettivo ProvinciaLotta, che ha ideato e portato avanti il Pride fin dalla prima edizione.
“Questo evento – raccontano dal collettivo – nasce dal basso, dall’esigenza di chi vive quotidianamente certi ostacoli. Siamo alla quarta edizione, ma il nostro impegno è costante tutto l’anno: partecipiamo ad altre manifestazioni, promuoviamo incontri, ci battiamo per tutto ciò che riguarda i diritti in generale".
La giornata si è svolta in modo pacifico e partecipato, sotto lo sguardo attento della città che ha patrocinato l'iniziativa:
“La versione locale del Pride – si legge nella nota dell’amministrazione – è un evento internazionale contro ogni forma di discriminazione, a difesa dei diritti di tutti e della comunità LGBTQIA+ in particolare.”
Il Pride di Ciriè giunge al termine con le bolle di sapone che si alzano leggere nell'aria; fragili, determinate, trasparenti, luminose ed irriducibilmente libere.
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