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"Siclari, il pittore che supera il tempo": quell'elogio di Sgarbi all'artista di Brandizzo

“Non inseguo le mode, dipingo per me stesso”: la filosofia di Siclari

“Il pittore che supera il tempo”… così lo ha definito non proprio una persona qualunque, ma un critico d’arte illustre come Vittorio Sgarbi.

Lo stile di Francesco Siclari è figurativo, ma dotato di una forte impronta personale, frutto delle ricerche che ha condotto negli anni e che lo rendono assolutamente riconoscibile a prima vista. A renderlo unico sono dettagli come il “contorno” dei quadri, una sorta di “seconda cornice” dipinta, oppure il mostrare i paesaggi attraverso vetrate realizzate con maestria con il pennello, oltre, ovviamente, al suo tratto inconfondibile.

“Sono sempre stato me stesso e lo sono tutt'ora. Non ho mai dipinto per gli altri, ma per me, seguendo un percorso evolutivo naturale, senza costruire un tragitto e senza inseguire le mode. Farlo avrebbe voluto dire snaturarmi e omologarmi, perdendo il mio vero ‘io’”, spiega l’artista.

Da diversi anni il suo studio, dove è possibile ammirare tutte le sue opere e prendere lezioni di disegno e pittura, si trova a Brandizzo, in via Torino 177. Questa è anche la città in cui attualmente risiede.

Classe 1940, originario della Calabria, si è trasferito a Torino con i parenti nel 1952. Una famiglia numerosa la sua, composta da sorelle e fratelli, oltre a mamma e papà. Ma nessuno di loro si è mai occupato d’arte.

Francesco è sempre stato attratto da essa e vi si è avvicinato da autodidatta. Ha iniziato a disegnare a 5 anni, riproducendo su carta tutto ciò che osservava, e non ha mai smesso.

I suoi studi lo hanno portato a diplomarsi all’Istituto Sommeiller, ha poi svolto il servizio militare e successivamente ha iniziato a lavorare in banca. “Quella è stata la mia attività per 9 anni, fino al 1974, ma ho poi deciso di lasciare tutto per dedicarmi alla pittura – racconta Siclari –. Cominciava a ‘starmi un po’ stretto’ come lavoro e non mi permetteva di star dietro alle tante richieste artistiche, che aumentavano. È stata una decisione presa di comune accordo con Paola, l’amore della mia vita, che è diventata mia moglie nel 1967, e con cui ho avuto due figli: Roberto e Stefano. Da allora ho dedicato il mio tempo alla realizzazione delle mie opere e al fare mostre in location importanti, cercando di salire ogni volta un po’ più in alto della precedente”.

Le sue opere sono state esposte in tutta Italia, sempre in sedi prestigiose, come il Chiostro del Bramante a Roma, giusto per citarne una. Ma non solo: Siclari ha esposto parecchio anche all’estero, da New York a Vienna, da Amsterdam a Londra, da Madrid e Barcellona a Losanna, e non solo…

Francesco Siclari è stato molto stimato dai critici d’arte e, oltre al già citato Vittorio Sgarbi, possiamo ricordare Philippe Daverio, Antonio Oberti, Sandro Serradifalco, Alberto Rossi, Vittorio Bottino, tanto per fare qualche nome… ma certamente non possiamo non parlare di Paolo Levi. “L’ho conosciuto a Palermo ed è poi venuto a trovarmi nel mio studio. Tra di noi c’è stato un feeling artistico immediato e lui mi ha confessato di non essersi mai fermato così tanto tempo ad ammirare i quadri di un pittore. Si è offerto di curare la mia monografia e con il tempo siamo diventati ottimi amici”, ci spiega.

Francesco Siclari con Vittorio Sgarbi

Abbiamo poi voluto fare due chiacchiere con il Maestro sullo stato attuale dell’arte, per avere una sua opinione al riguardo. “Al giorno d’oggi vedo una gran confusione nel mondo dell’arte; tutto è opinabile, ma davvero non capisco perché ci si ostini a voler andare ‘verso il nuovo’ a ogni costo. Cosa vuol dire? Il disegno è fatto di punti e linee, cosa ancora si vuole cercare?” – afferma Francesco Siclari –. “C’è una lobby che va alla ricerca di queste cose a tutti i costi, ma non è detto che sia una cosa buona. Non sono una persona che giudica, rispetto lo stile e la forma di ciascuno, ma non sono d’accordo nel seguire ciò che viene detto da altri. Seguire le mode equivale a perdere la propria personalità. Il continuo osannare la scelta del ‘nuovo’ sta portando a una svalutazione dell’arte. Ti considerano superato e poi, magari, se a questi nuovi artisti, tanto osannati, chiedi di riprodurre il mare, non sono neanche capaci di farlo”.

Al di là delle mode e dei tempi che cambiano, il Maestro Siclari ci racconta di essere soddisfatto di sé stesso e dei sacrifici fatti per ottenere i risultati raggiunti. “Mi sono guadagnato il rispetto come pittore, sono stato gratificato da chi, preposto a farlo, ha creato il mio elevato coefficiente d’artista, ovvero quel valore numerico che serve a quantificare la qualità di un’opera e a determinarne il prezzo. Non ho mai lesinato gli sforzi e posso dire che chi ha acquistato da me si è portato a casa un valore effettivo”, afferma a fine intervista e ci saluta.

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