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L’oro bianco di Vercelli sulla scena internazionale: tre giorni per fare di Risò una nuova vetrina europea

Dal 12 al 14 settembre 2025 il capoluogo risicolo apre Village, convegni e mostre: istituzioni, filiera e chef raccontano un’eccellenza italiana tra export, innovazione e memoria delle mondine

L’oro bianco di Vercelli sulla scena internazionale: tre giorni per fare di Risò una nuova vetrina europea

L’oro bianco di Vercelli sulla scena internazionale: tre giorni per fare di Risò una nuova vetrina europea (immagine di repertorio)

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L’“oro bianco” si prepara ad accendere Vercelli. Da venerdì 12 a domenica 14 settembre la città diventa capitale risicola europea con Risò – Festival Internazionale del Riso, un progetto che salda promozione economica, ricerca e racconto pubblico di un alimento centrale per oltre metà del pianeta. L’annuncio, arrivato lo scorso 25 settembre durante il G7 Agricoltura di Ortigia, si traduce ora in un programma che ambisce a imporre Risò come nuova vetrina istituzionale del comparto, affiancando la storica Fiera di Isola della Scala e proiettando il Vercellese in un orizzonte globale.

L’iniziativa è promossa da Provincia di Vercelli, Città di Vercelli e Ente Nazionale Risi, in collaborazione con Masaf, Ministero del Turismo, Ministero della Cultura, Regione Piemonte, Università del Piemonte Orientale, Cinecittà, Camera di commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte e ATL Terre dell’Alto Piemonte, con il sostegno di Fondazione Crt e Fondazione Cr Vercelli. Accanto alle istituzioni c’è la filiera: dall’Ecomuseo delle Terre d’Acqua ai Borghi delle Vie d’Acqua, fino ai partner tecnici e industriali, con Mundi Riso come partner ufficiale, Atena luce gas e servizi, Ovest Sesia, Consorzio di Bonifica della Baraggia e Agricola Perazzo & Bresciani. Una squadra pensata per dare gambe a un disegno ambizioso: valorizzare il riso vercellese davanti a professionisti, buyer e pubblico internazionale.

Il contesto numerico spiega la portata dell’operazione. Il Piemonte è storicamente la prima regione risicola d’Italia, con 114.000 ettari coltivati; 71.000 ricadono nel solo territorio vercellese, circa il 70% della superficie regionale. Dati che, nelle giornate precedenti al festival, si sono tradotti in un forte orientamento al business: il 10 e 11 settembre la storica Borsa Merci di Vercelli — unica ancora attiva settimanalmente in Italia — ha ospitato due intense sessioni B2B curate da Ceipiemonte nell’ambito del PIF Agroalimentare della Regione Piemonte (PR FESR 2021-2027), insieme alla Camera di Commercio e ICE Agenzia. Al tavolo circa 50 aziende e 28 buyer da tutto il mondo, per costruire un hub di export, innovazione e valorizzazione.

Immagine di repertorio

Il cuore della tre giorni è il Village, 13.000 mq in Piazza Antico Ospedale aperti ogni giorno dalle 10 alle 21: padiglioni istituzionali per raccontare strategie e progettualità, spazi di filiera per leggere il settore nel suo complesso e un’area produttori dove acquistare derivati del riso — dalle farine ai biscotti senza glutine, fino a birre artigianali e cosmetica naturale — a sottolineare la versatilità di un prodotto capace di attraversare cucina, benessere e industria. L’Area Food, curata da Ascom Confcommercio Vercelli con Comtur e il coordinamento operativo dell’Albergo Ristorante “La Bettola” (Maio Group), mette in carta risotti tradizionali, sushi creativo, arancini, pizze, dolci e gelati a base riso; nella Borsa Merci prende posto il Ristorante Gourmet firmato dall’Executive Chef Luca Seveso, per un percorso fine dining costruito sul chicco.

Il festival è anche spazio di confronto. Venerdì 12 alle 14 al Teatro Civico è in agenda il convegno “The future of EU rice sector: a common strategy”: al tavolo il Masaf con il ministro Francesco Lollobrigida e i vertici istituzionali dei Paesi europei produttori, per affrontare temi caldi della filiera risicolanuovi mercati, cambiamenti climatici, risorsa idrica, ricerca e innovazione — e individuare una rotta comune. In parallelo, il Padiglione Istituzionale ospita racconti e marchiatura del nuovo brand “Piemonte Is – Eccellenza Piemonte”, con il brindisi inaugurale di Alta Langa Docg (venerdì 12 alle 12), mentre il Padiglione Filiera raccoglie le principali organizzazioni del mondo agricolo.

Accanto al sapere tecnico, Risò lavora sull’immaginario. Sul sagrato della basilica di Sant’Andrea prendono forma sette piccole risaie, ciascuna dedicata a una varietà classica — Roma, Carnaroli, Arborio, Baldo, Sant’Andrea, Vialone Nano, Ribe — e due microaree per la vegetazione spontanea delle Terre d’Acqua: un allestimento spettacolare che intreccia storia, agricoltura e arte. Le mostre “Riflessi di Riso” e “Area International” guidano in un percorso immersivo e multisensoriale, tra paesaggi allagati e numeri dell’export che hanno portato il riso italiano attraverso continenti e culture.

La città-festival è anche macchine e memoria. FederUnacoma presenta una selezione di tecnologie per la risicoltura — dalla manutenzione degli argini ai robot per il diserbo meccanico — con focus su sostenibilità, mentre la Fondazione Marazzato espone trattori d’epoca e offre esperienze in realtà virtuale a bordo di un Fiat 666N7 e di un Moto Guzzi Ercole anni ’50. Nel Salone Dugentesco si discute di sostenibilità, clima, innovazione, biodiversità, economia circolare, salute e internazionalizzazione, con istituzioni, università, centri di ricerca e imprese.

Non manca l’affondo storico-sociale: le mondine tornano protagoniste attraverso incontri e narrazioni che ripercorrono la conquista delle otto ore, con un focus curato dal Comune di Vercelli e UPO. Il Circolo dei lettori con il regista Enrico Verra riaccende i riflettori su “Riso amaro”, mentre la mostra fotografica “Le donne di Riso amaro” alla Galleria dei Benefattori — curata dal Museo Nazionale del Cinema con il sostegno di Cinecittà — omaggia il capolavoro di Giuseppe De Santis e Silvana Mangano. In sala, due proiezioni speciali al Cinema Italia: “Sorriso Amaro” (11 settembre, ore 21) e “Riso amaro” (13 settembre, ore 21). Due itinerari guidati raccontano la vita nei campi: “Mosaico di affreschi in Vercellese” tra i murales a Rive, e “Le Grange, la culla del riso” alla Tenuta Colombara, luogo iconico della civiltà delle risaie.

Il festival è educazione e comunità. Circa 40 studenti dell’I.I.S. Camillo Cavour curano l’accoglienza al Village; l’I.C. Bernardino Lanino assiste alla proiezione di “Rice Kids” allo stand dell’Ente Nazionale Risi alla presenza del ministro; oltre 200 ragazzi partecipano all’inaugurazione, mentre gli Istituti Alberghieri presentano i loro prodotti. L’UPO segue i momenti convegnistici. Per i più piccoli, l’Area Fun offre un’esperienza educativa con pista di trattori giocattolo ideata con la Fondazione Marazzato. E intorno al perimetro del festival si allarga RisòFF – il Fuori Festival: ristoratori Fipe con i Risò Days, musei cittadini con orari prolungati, e un calendario diffuso nei comuni della provincia — Asigliano (mongolfiere, fattoria didattica e risaia ricostruita), Pobietto (laboratori, mostre, visite in grangia), Rovasenda (spettacoli medievali e tour ai castelli). La sera, le Risò Night accendono il centro con performance e intrattenimento.

Infine, spazio alla meccanica del gusto e al turismo dell’acqua: Somewhere Tour Operator ha costruito sei tour tematici per leggere paesaggio, borghi e trasformazioni della civiltà rurale, facendo emergere il legame tra risaie, economia e identità. Una narrazione che fa da filo rosso a tutto il progetto: portare il pubblico dentro la filiera e, insieme, dentro la storia che l’ha generata.

Con Risò, Vercelli punta a un doppio risultato: rafforzare il posizionamento internazionale del riso italiano — che trova all’estero oltre il 60% dei suoi sbocchi, secondo le stime correnti del comparto — e restituire al grande pubblico la cultura materiale che ha modellato il paesaggio fra Alpi e colline Unesco di Langhe, Roero e Monferrato. Un festival che è piazza, impresa, studio, spettacolo: la forma contemporanea di un racconto antico, quello di un chicco che continua a muovere economie, territori e immaginari.

Il presidente della regione Cirio e il ministro Lollobrigida

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