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Un fiore, una lapide, una porta aperta: il 25 Aprile nei gesti che restano

Una corona d’alloro, un corteo tra le lapidi della Resistenza e un municipio che apre le sue porte: la Liberazione raccontata senza retorica, ma con partecipazione

Un fiore, una lapide, una porta aperta

Un fiore, una lapide, una porta aperta: il 25 Aprile nei gesti che restano (foto di repertorio)

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Alle dieci del mattino, in piazza Antonio Chiesa, davanti al Municipio, si formerà un piccolo gruppo. Alcuni con un fiore in mano, altri con il fazzoletto dell’ANPI al collo, molti in silenzio. È da lì che partiranno le celebrazioni per il 25 Aprile a Gassino Torinese, un appuntamento che anche quest’anno si costruisce tra la concretezza della memoria e un’idea aperta di partecipazione civile.

Il primo gesto sarà quello della corona d’alloro, deposta sotto la lapide della Casa comunale, a ricordare che la libertà è passata anche da qui. Poi, alle 10,15, il corteo si metterà in cammino. Una sosta davanti alle lapidi di via Mazzini – quelle dedicate a Siegert e Aloise – e un’altra in corso Italia, dove si trova quella per Libero Tubino, partigiano caduto nel 1944. 

L’ultima tappa sarà alle 10,45 in piazzale Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, dove verrà deposta una seconda corona, in ricordo dei caduti e dispersi italiani di tutte le guerre. Una memoria più ampia, che si allarga oltre la Resistenza e abbraccia ogni perdita legata alla parola “conflitto”.

Infine, dalle 10 alle 13, il Municipio aprirà le sue porte ai cittadini. Un gesto semplice ma denso di significato: proprio nel giorno in cui si celebra la nascita della democrazia, chiunque potrà varcare la soglia del palazzo comunale, esplorarlo, partecipare a una visita guidata. Entrare, letteralmente, nel cuore della cosa pubblica.

Non è solo una celebrazione, ma una scelta di stile. Una piccola città che decide di ricordare non solo chi ha liberato il Paese, ma che cosa significa, oggi, essere liberi. In un tempo in cui il 25 Aprile rischia di diventare calendario, Gassino prova a mantenerlo vivo con gesti concreti: un fiore, una passeggiata lenta, una porta aperta.

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