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Donne e lavoro: Italia ultimo paese d'Europa nella classifica dell'occupazione femminile tra 25 e 34 anni

Le anomalie dell'Italia e il lento percorso verso la parità in un incontro organizzato da Liberamente Democratici in programma per venerdì 3 marzo

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Una donna su cinque smette di lavorare dopo aver avuto un figlio

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"Donne e lavoro: le anomalie dell'Italia e il lento percorso verso la parità". E' il tema di in un incontro organizzato da Liberamente Democratici per venerdì 3 marzo, dalle ore 17.30 alle 19.30, presso la sala consiliare del Comune di Chivasso.

Elsa Fornero

Interverranno: Elsa Fornero in qualità di professore onorario di economia all'Università di Torino, membro dell'Accademia Europaea, già Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità; Dunia Astrologo, membro del Comitato scientifico presso la Fondazione Istituto Piemontese "A. Gramsci"; Gabriella Semeraro, segretaria generale della CGIL di Torino.

Ecco il comunicato di Liberamente Democratici che annuncia l'iniziativa:

"I numeri non mentono mai. Nel nostro Paese siamo davanti ad uno scenario drammatico: siamo penultimi in Europa per occupazione femminile, ultimi se consideriamo la fascia d’età tra i 25 e 34 anni. Una donna su cinque smette di lavorare dopo aver avuto un figlio.
“La disuguaglianza di genere in Italia passa attraverso tutte le altre disuguaglianze, contrastarla significa combattere anche le altre disuguaglianze. In modo particolare si manifesta nelle barriere di accesso, permanenza e sviluppo delle carriere lavorative delle donne. Le donne entrano più tardi nel mondo del lavoro rispetto agli uomini. A parità di posizione guadagnano meno degli uomini e dopo l’arrivo di un figlio capita spesso che lascino il lavoro o rientrino con un contratto part-time. Le disuguaglianze si accentuano con il passare degli anni tanto che quando è arrivato il momento di andare in pensione il loro reddito da pensione è più basso del 40% rispetto agli uomini”, così si legge sull’ Engagement Group Women 2.0 diretto Linda Laura Sabbadini.

Claudia Buo di Liberamente Democratici

In Italia se ne parla, straparla e riparla, eppure: NON SI AGISCE, non si investe in infrastrutture, in nidi pubblici che dovrebbero passar dal 25% al 60%, non si investe nella scuola a tempo pieno, nella cura e nell’assistenza agli anziani e ai disabili che sono quasi sempre a carico delle donne.

Se si promuovesse un “welfare della cura” si farebbe fare un balzo in avanti in termini di benessere non solo a loro, ma a tutta la cittadinanza.

Se crescerà l’occupazione femminile diminuirà la povertà e aumenteranno i redditi delle famiglie della classe media, ma in Italia le politiche sociali non sono considerate allo stesso livello delle politiche economiche, e i risultati si vedono: non crescono le une e le altre.

L’81,2 % delle donne danesi con almeno 3 figli sono occupate. In Italia le donne con un figlio sono occupate solo il 57,8%. Eppure... Le donne sono di più degli uomini, studiano di più e spesso hanno risultati scolastici migliori dei loro coetanei, tanto da costituire oggi una fetta preponderante del capitale intellettuale del Paese, ma lavorano di meno e, soprattutto, sono meno valorizzate sul posto di lavoro: il loro talento è quindi mortificato, con conseguenze che pesano sul vissuto delle singole donne ma sull’intera società, che si trova a dover fare a meno di risorse preziose.

È proprio partendo da queste considerazioni che il gruppo consiliare LiberaMente Democratici, rappresentato in Consiglio Comunale di Chivasso da Claudia Buo – donna, madre, lavoratrice e impegnata politicamente per passione (non per professione) –, promuove per Venerdì 3 marzo 2023 presso la Sala Consiliare, un incontro sul tema DONNE E LAVORO, al quale interverranno tre donne che hanno segnato un percorso importante verso la parità, nonostante le anomalie italiane".

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