Cerca

Mostre

Da Spanzotti a Defendente Ferrari

Fino al prossimo 29 gennaio al Museo Accorsi-Ometto

Da Spanzotti a Defendente Ferrari

Dettagli evento

Fino al prossimo 29 gennaio, il Museo di arti decorative Accorsi-Ometto, in via Po 55 a Torino, ospita la mostra “Rinascimento privato. Da Spanzotti a Defendente Ferrari nelle collezioni piemontesi”.

Obiettivo della rassegna raccontare l’evoluzione della pittura piemontese tra  la metà del Quattrocento e la metà del Cinquencento attraverso una trentina di opere, tutte provenienti da collezioni private. Una delle sei sezioni della mostra torinese è dedicata al “chivassese” Defendente Ferrari e alla pittura rinascimentale piemontese che ha avuto in lui e in artisti come Giovanni Martino Spanzotti, Giovanni Canvesio e Bernardo Lanino gli esponenti più rappresentativi.

Ferrari si formò nella bottega dello Spanzotti dopo il suo insediamento in Chivasso nel 1502, ed ebbe notevole successo come autore di polittici e di pale sacre, incontrando con il suo stile, ricco di preziosismi decorativi e di colori smaltati, derivati in ampia misura dalla tradizione nordica, il favore di una larga committenza ecclesiastica nel Piemonte occidentale sino al termine della sua attività (nel 1535). Le sue prime opere di rilievo nascono verosimilmente da una qualche forma di collaborazione con il suo maestro G. M. Spanzotti (Polittico Calzolai e Battesimo nel Duomo di Torino).

NEL RIQUADRO 

Bacio di Giuda,

opera di Fendente Ferrari

Ne è derivata, sui rispettivi contributi dei due pittori, una disputa interpretativa ancora non completamente risolta. In opere come il Trittico della Sacra di San Michele (1507) o nella Natività di Avigliana (1511) Defendente Ferrari mostra già un proprio stile che accondiscende ad un gusto goticheggiante che persiste con successo in terra di Piemonte.  La sua abilità miniaturistica, ricca di lezioni fiamminghe, e la sua indubbia capacità narrativa sono rinvenibili soprattutto nelle predelle dei polittici. Il Ferrari si distingue per la qualità del disegno, per le luci ed il cromatismo peculiari.

Testimonianze importanti della sua opera si trovano nei musei piemontesi (Polittici di sant'Ivo e di santa Barbara alla Galleria sabauda di Torino; san Gerolamo penitente nel Museo Civico d'Arte Antica di Torino; il Polittico di Bianzè al Museo Borgogna di Vercelli). Sportelli di polittici smembrati sono presenti in numerosi musei italiani, europei e statunitensi. Da ricordare sono anche le due tavole raffiguranti la Madonna col Bambino e Santi conservate nella sacrestia del Duomo di Ivrea. Tra le opere ancora rimaste nelle chiese per le quali furono costruiti vanno menzionati almeno quelle poste nel Duomo di Chivasso, nella chiesa di San Giovanni in Avigliana e nell’abbazia di Sant'Antonio di Ranverso.

A giugno dell’anno scorso i dipinti su tavola di Ferrari sono ritornati nella chiesa dei Santi Giovanni Battista e Pietro di Avigliana, dopo il restauro realizzato dal Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Le opere del Defendente ad Avigliana sono il polittico di San Gerolamo penitente;  il polittico dello sposalizio mistico di Santa Caterina (ora di San Luigi Gonzaga, la tavola centrale con lo sposalizio mistico di Santa Caterina, trasferita nell’800 nella parrocchiale di San Lorenzo Martire di Cavour, è stata restaurata nell’ambito del progetto e ricollocata temporaneamente al centro del polittico per la mostra del 2017).Ed infine la portella con le Tentazioni di Sant’Antonio Abate (lato interno), Flagellazione di Cristo, monocromo (lato esterno).

Guido Novaria

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori