L'emergenza coronavirus ha determinato in vari casi delle reazioni "irrazionali" da psicosi, come la corsa all'accaparramento del cibo. Ma contro questi comportamenti esiste un 'antidoto': l'informazione "chiara, precisa e, soprattutto, coerente". A spiegarlo è lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale all'Ospedale Sacco di Milano, intervenendo a 'Coronavirus - il punto', l'appuntamento quotidiano che l'ANSA dedica all'informazione legata all'evolversi dell'emergenza. L'informazione contraddittoria, avverte, accende la psicosi. "Abbiamo visto reazioni irrazionali, ma queste - afferma - si possono evitare dando comunicazioni, da parte delle autorità sanitarie e dei media, il più precise e chiare possibile ma anche il più coerenti possibile, perché le persone in uno stato di allerta colgono proprio le piccole incongruenze e questo le mette in una condizione di allarme". Il messaggio, secondo lo psichiatra, "è di far sì che le persone possano rimanere in uno stato di allerta senza cadere però in una condizione di panico, e ciò si raggiunge dicendo con chiarezza che questa situazione andrà avanti ancora per un tempo relativamente lungo ma che troveremo il modo di convivere con tale evento, poiché la nostra caratteristica di fondo è l'adattamento alle varie circostanze". Fondamentale, però, ribadisce, "è che vi sia coerenza da parte della scienza e delle istituzioni per dare messaggi che siano univoci. Qualunque margine di incertezza, di dubbio o di polemica genera e alimenta delle paure che poi diventano irrazionali e primordiali". Il fatto, prosegue, è che "dobbiamo tenere conto che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio 'contagio emozionale' fatto dell'attivarsi di paure antiche riattualizzate. Da qui i comportamenti fortemente irrazionali come la corsa sfrenata all'accumulo di alimenti, ma questa è stata la prima reazione emotiva". Dopo la prima reazione c'è stato però "anche un crescendo di atteggiamenti di responsabilità delle persone verso gli altri e se stessi e abbiamo visto persone con raffreddore con le mascherine per proteggere gli altri. Mi auguro, e credo, che le reazioni saranno via via sempre meno irrazionali". Dallo psichiatra, infine, anche un consiglio indirizzato a coloro che in questi giorni si trovano in quarantena perché positivi al virus o per aver avuto contatti con soggetti infetti: "In questo periodo di isolamento la tecnologi può venire in aiuto, soprattutto ai giovani; che utilizzino dunque questa condizione di quarantena utilizzando i social per mantenersi in contatto, scoprendo il lato più utile di questi mezzi, ma fondamentale è anche che restino in contatto con le fonti ufficiali dell'informazione, evitando - conclude - le fake news".
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