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Il caso

Pitbull sotto accusa: cani pericolosi o proprietari inadeguati?

Dopo un tragico incidente, il dibattito su razza, responsabilità e regolamentazioni si infiamma. Il senatore Fluttero interviene sui social, richiamando l'attenzione sul suo disegno di legge

Pitbull

Pitbull, c’è chi vorrebbe sterminare la razza.

La recente tragedia a Palazzolo, nel Vercellese, ha profondamente scosso tutti noi: un bambino di cinque mesi, Michele, è stato mortalmente attaccato da un pitbull nel cortile di casa sotto la custodia della nonna. La Procura di Vercelli ha avviato un'indagine per esaminare eventuali responsabilità nella supervisione del cane, intensificando il dibattito sulla gestione di cani ritenuti pericolosi.

L'American Pit Bull Terrier, più comunemente Pit Bull o semplicemente Pitbull, è una razza canina generalmente ritenuta il risultato dell'incrocio attuato a partire dalla fine del XIX secolo, tra razze di tipo Bull come l'Old Bulldog e razze di tipo Terrier (fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/American_pit_bull_terrier)

Originariamente selezionati per competizioni violente come il bull-baiting, i pitbull sono riconosciuti per la loro robustezza ed energia. Tuttavia, molti sostenitori affermano che, con un'adeguata formazione e cura, possono diventare animali domestici leali e amorevoli. La loro natura continua a suscitare dibattiti e controversie, riflettendo il lungo dibattito sulla gestione di queste razze.

Una responsabilità non da tutti e non da poco...

Acquistare o adottare un pitbull non è una decisione da prendere alla leggera. Questi cani richiedono un impegno significativo in termini di tempo, energia e risorse economiche per assicurarne una corretta socializzazione, educazione e gestione. Senza un adeguato addestramento e supervisione, possono diventare un pericolo per se stessi e per gli altri.

La voce del senatore Fluttero, autore del DDL in materia di cani pericolosi

Sui social, le opinioni sui pitbull sono variegate e spesso controverse. Mentre alcuni lodano la lealtà e l'affetto di questi cani se cresciuti con amore, altri ne evidenziano i rischi legati alla loro forza e potenziale aggressività.

Nel dibattito, il senatore Andrea Fluttero, autore del DDL del 5 maggio 2008 ed ex sindaco di Chivasso, ha espresso una visione critica riguardo alla presenza e riproduzione dei pitbull. Nel suo post, Fluttero spiega che il termine "pit" fa riferimento alle arene di combattimento utilizzate nei secoli passati in Gran Bretagna, evidenziando come, una volta scatenati, questi cani possano diventare inarrestabili e letali. Secondo lui, non vi è alcuna ragione valida per continuare la riproduzione di queste razze nei canili.

Ma cosa dicono gli esperti?

È un dovere morale per ogni cittadino attingere a informazioni da fonti autorevoli, imparziali e prive di demagogia e populismo. Purtroppo, certi media e influencer delle conversazioni social tendono a cercare consenso enfatizzando narrazioni spettacolari e polarizzate, distorcendo così la verità dei fatti.

Cerchiamo quindi di ascoltare gli esperti e i veterinari, come quelli dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI),i quali non propongono di eliminare certe razze, ma di introdurre un "patentino" obbligatorio per i proprietari di cani considerati potenzialmente pericolosi, come i pitbull. Questo requisito assicura che solo individui adeguatamente formati e informati possano detenere tali animali. Inoltre, considerano fondamentali specifiche normative per proteggere il benessere degli animali e la sicurezza pubblica.

L'approccio scientifico e umanistico del professor Roberto Marchesini illumina il dibattito sui pitbull e la sicurezza 

Abbiamo esaminato più a fondo la questione, consultando Roberto Marchesini, un noto esperto di scienze biologiche ed epistemologia. Marchesini, che è anche scrittore e saggista, ha all'attivo oltre cento pubblicazioni in etologia filosofica e zooantropologia. Promotore dell'approccio cognitivo nella pedagogia e nella psicoterapia cinofila, ha recentemente rivolto un appello al Ministero della Salute per attirare attenzione su importanti questioni di salute pubblica.

Roberto Marchesini è etologo e filosofo, autore di oltre un centinaio di pubblicazioni nel campo delle scienze cognitive, dell’etologia filosofica e della zooantropologia. Marchesini tiene conferenze in tutto il mondo ed è direttore della rivista Animal Studies, della Siua (Scuola d’Interazione Uomo Animale) e del Centro Studi di Filosofia Postumanista.

“Credo che la situazione sia letteralmente sfuggita di mano e richieda uno sforzo collettivo per attuare misure rigorose di prevenzione. Ho chiesto da tempo al Ministero della Salute l’istituzione di un tavolo di lavoro per redigere alcune norme di prevenzione e un progetto di raccolta dati dettagliata delle circostanze correlate a questi incidenti”, ha fatto sapere Marchesini.

“Gli esperti in questi mesi si sono espressi in vario modo per suggerire interventi urgenti. Credo che la maggior parte di questi vadano nella direzione giusta, ma ritengo altresì che solo una concertazione tra gli esperti possa produrre una piattaforma di prevenzione più articolata. Inoltre, per quanto le misure siano di buon senso è indiscutibile che un piano di prevenzione richieda la presenza di dati dettagliati sul rischio in termini di casistica, frequenza, fattori incidenti e variabili di gravità. Esattamente come in altri settori dell’analisi del rischio”, ha aggiunto il professore.

“Oggi dobbiamo riconoscere che questi dati sono a dir poco parziali e frammentati - ha affermato Roberto Marchesini - per cui agiamo con urgenza con un primo piano di prevenzione concertato ma contemporaneamente attiviamo un gruppo di ricerca sull’analisi del rischio di aggressione”, ha concluso, sottolineando l'urgenza e l'importanza di un approccio proattivo e informato.

Quando invece è il giornalismo ad impattare sul benessere animale

Nel contesto del chivassese, le recenti mozioni introdotte in consiglio comunale a Chivasso da Clara Marta, capogruppo di Forza Italia, parzialmente ispirate dal nostro articolo "Buon Cittadino a 4 Zampe", riflettono il suo impegno attivo nel migliorare le condizioni di vita degli animali e la sicurezza pubblica. Queste iniziative evidenziano l'efficacia della politica informativa di Clara Marta nel stimolare cambiamenti legislativi e culturali significativi, dimostrando come una leadership illuminata possa guidare il dibattito pubblico verso soluzioni più etiche e consapevoli.

La consigliera Clara Marta in compagnia di uno dei suoi 'amici a 4 zampe'

Resta da vedere se, in questo caso specifico, l'amministrazione sarà in grado di implementare efficacemente le proposte avanzate e di mantenere un dialogo aperto con i cittadini per una convivenza pacifica e rispettosa tra umani e animali. La speranza è che il progetto "Amici a 4 Zampe" possa diventare un modello di coesistenza armoniosa da replicare in altre città.

L'approccio di Chivasso alle questioni relative ai pitbull e agli altri cani potenzialmente pericolosi è un esempio del modo in cui comunità e autorità possono lavorare insieme per garantire sicurezza e benessere sia agli animali sia ai cittadini.

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