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18 Marzo 2022 - 12:02
“Il Venerdì dal Sindaco” approda nel Canavese, alla scoperta di Montalenghe, Comune che conta poco meno di mille abitanti, sul versante meridionale delle colline che costituiscono la morena dell'Anfiteatro di Ivrea, a pochi chilometri da centri come Agliè e San Giorgio e a poca distanza dal lago di Candia.
È qui che abbiamo incontrato la prima cittadina Franca Rita Ladu, che a Montalenghe vive da quattordici anni e, dopo essersi dedicata al sociale, oggi ha come obiettivo quello di riportare il turismo in questi luoghi.
Puntare sul turismo significa soprattutto valorizzare un territorio che ha davvero molte carte da scoprire: tra gli edifici di particolare importanza, situato su un promontorio nel centro del paese e circondato da un grande parco si trova quello che oggi è conosciuto come il Castello di Montalenghe, bene tutelato dalla Soprintendenza e costruito su una struttura preesistente del XV-XVI secolo. Qui nel 1800 soggiornò Napoleone. All'interno del parco, sul punto più alto del promontorio, si trova un cedro monumentale di rara bellezza, che ha un’età di circa 300 anni, una circonferenza di 14 metri e un’altezza di 37. Dopo anni di abbandono, questo luogo sta provando a ritrovare il suo splendore grazie all’attuale proprietà, che ha in corso un importante intervento di riqualificazione architettonica e naturalistica. Nella prossima primavera sono previste aperture al pubblico del parco, sino ad oggi rimasto chiuso al pubblico.
Montalenghe disegna la sua vocazione turistica anche attraverso la storia legata a luoghi come la fontana della Lussana, il masso erratico della Pera del Vais e il Sentiero delle Pietre Bianche. Un’altra delle peculiarità locali è il pandolce canavesano Bagolaro (dal nome dell'albero che dà ombra e strumenti al Canavese), creato nel 2016 dalla storica cremeria del paese.
Ma cosa c'è nel futuro di Montalenghe? “Oltre a sottolineare l’importanza di avere qui sul territorio una scuola funzionale come la Pertini e un centro polifunzionale che permette l’organizzazione di vari eventi, l’intenzione di questa amministrazione è quella di creare un museo etnografico. - afferma la Sindaca Ladu - La cosa che a noi preme di più è far conoscere Montalenghe non solo per i suoi siti storici, ma anche per la vita che si conduce in questo paese, perché la socialità, anche nel periodo del Covid, è stata molto forte e i paesani si sono avvicinati rendendosi utili gli uni agli altri”.
Un altro obiettivo è quello di costituire un gruppo folkloristico che racconti la storia e le trazioni del paese che, nell’Ottocento e fino a metà Novecento, fu noto per la produzione dei manici di frusta in legno di bagolaro, “guienda” in dialetto canavese. Altra florida coltivazione era la canapa, con la quale si creavano un tempo le “caplere”, copricapi intrecciati a mano da abili lavoratrici. Nel periodo di Carnevale le tradizioni vengono ricordate dalle maschere di Guiandin e della Caplera.
Anche alla Sindaca di Montalenghe abbiamo chiesto quanta passione occorre per amministrare un piccolo comune?
“Tanta! - ha risposto Franca Rita Ladu - Io la ritengo una missione di un cittadino che è stato eletto da altri cittadini e che ha voglia di mettersi in gioco per portare il meglio nel suo paese. Io sono sarda, non sono originaria di Montalenghe e neanche piemontese, ma amo questo paese che mi ha ospitato e mi ha dato la possibilità di apportare delle modifiche per il vivere meglio di tutti. Oggi fare il Sindaco non è mettersi una fascia e comandare: è lavorare, lavorare, lavorare come per casa propria con la sola differenza che questa casa è abitata da tantissime persone che sono tutti gli abitanti di Montalenghe. Lo faccio con passione”.
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