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Incredibile ma vero
30 Giugno 2023 - 12:02
Quanti bagni ci sono alla stazione di Torino Porta Susa? Cinque! Ce ne sono la bellezza di 5. Ore 22,00 di una giornata qualsiasi. Tutti chiusi con il lucchetto. E mo'?
"Mi scappa la pipì", dice Maria all'agente della Polfer che come tutte le sante sere cerca i fare il suo dovere.
"Guardi.... le consiglio di entrare al Mc Donald's, prendere delle patatine e fare la pipì lì.... Si affretti però, chiude alle 22,30".
Insomma welcome to Turin o come recita il cartello "Torino che spettacolo!".
Fuori dalla stazione, manco a dirlo, è tutto un orinatoio a cielo aperto. Chi può va a farla in qualche angolo imboscato di corso Inghilterra, chi non ce la fa più a trattenerla la lascia direttamente in corso Bolzano. Si piscia di qua e si piscia di là...
"Houston abbiamo un problema!!". Dopo gli ascensori sempre rotti - e ce ne sono di rotti anche oggi (una storia senza fine) - si passa al capitolo "cessi chiusi" liberi o pagamento poco importa.
E adesso? Adesso che si fa?
Lo diciamo a Trenitalia che da decenni fa il gioco delle tre scimmiette o ci rivolgiamo direttamente al sindaco Stefano Lo Russo che se non altro, come autorità sanitaria della città, dovrebbe fare in modo che i cessi siano aperti h24?
Vero è peraltro, che il problema, pensandoci bene, oltreché in stazione esiste un po' in tutta Torino.
La domanda allora è: com'è possibile che una città che aspira a diventare turistica e a trasformare la notte in giorno sostenendo le movida (regolamentate) non sia dotata di toilette pubbliche diffuse su tutto il territorio?
O che ne abbia poche, non funzionanti o indecorose?
E dire che una volta, giusto qualche millennio fa, eravamo all’avanguardia sull’argomento!
Gli imperatori a Roma le consideravano prioritare. Vespasiano per esempio investì molto denaro in lavori pubblici, restauri, abbellimenti, e oltre che per la realizzazione del Colosseo e di tante altre opere imponenti, è ricordato proprio perché dispose la costruzione, nonché la tassazione, di numerosi orinatoi che presero appunto il nome di vespasiani.
E oggi?
Oggi siamo presi in giro dagli altri popoli per la nostra cura dell’igiene ritenuta addirittura ossessiva; e in effetti sventoliamo sempre l’uso del bidet come motivo di orgoglio nei confronti di Nazioni che non ne sono dotate.
Puliti e profumati nel privato, sporchi e sciatti nelle aree pubbliche.
Altrettanto non accade in altre parti del mondo.
In Giappone ad esempio c’è un vero e proprio programma chiamato The Tokyo Toilet in cui sono stati coinvolti i migliori progettisti, architetti come Tadao Ando e Toyo Ito per intenderci. Alcuni bagni progettati da Shigeru Ban hanno pareti in vetro trasparente che diventano opache se sono occupati. Ciò permette di verificare ancor prima di entrare la pulizia dei servizi e l’eventuale disponibilità degli stessi.
Alcuni degli altri bagni realizzati sono addirittura divisi non per generi, ma per funzioni come cambiarsi i vestiti o truccarsi. Non mancano sedili riscaldati, musica di sottofondo, comfort che in Italia non sono contemplati neanche nei bagni degli alberghi a 5 stelle.
Nella capitale maltese Valletta, per risolvere il problema delle toilette pubbliche ormai datate ed in pessime condizioni, l’amministrazione locale ha affidato l’incarico ad uno studio di architetti nel 2009, il quale ha avuto l’idea di sfruttare gli ambienti per l’esposizione di arte contemporanea.
A Lisbona capitale portoghese, in Praça do Comércio, l’amministrazione pubblica doveva realizzare i bagni pubblici ma non aveva sufficienti fondi a disposizione. L’azienda Renova, leader nella produzione di carta igienica, è intervenuta realizzando “the sexiest wc on hearth”: all’ingresso si può scegliere il colore della carta igienica, e alla fine ci si lava le mani in un enorme lavabo centrale giallo acceso. L’intuizione? L’azienda, oltre a farsi pubblicità, vende all’interno anche altri suoi prodotti. Un catalogo a disposizione di migliaia di potenziali clienti che testano nella stessa sede gli articoli. L’uso della toilette ha un costo: ben 50 centesimi. Molto meno di quanto non costi fare la pipì a Torino Porta Susa: un euro.
In Nuova Zelanda, nella Synergy Plaza del Kumutoto Precinct di Wellington lo studio Pacific Architecture ha creato una struttura in acciaio e cemento la cui forma richiama i tentacoli delle creature marine. Neanche a dirlo, il progetto ha vinto nel 2012 il premio NZIA Wellington Architecture Awards.
In Norvegia - e la chiudiamo qui - esistono 18 strade spettacolari (le National Tourist Routes) che collegano le maggiori attrazioni turistiche permettendo di attraversare in auto fiordi, montagne e villaggi unici al mondo. Una di queste, la Strada Turistica delle Isole Lofoten, si trova al di sopra del Circolo Polare Artico, corre nel mezzo di una stretta piana compresa tra il mare e le montagne ed è sferzata costantemente da forti raffiche di vento. Talmente forti che il vecchio bagno pubblico era volato via. Quello nuovo è senza finestre, con il tetto aperto e con degli specchi che riflettono all'interno quel che c'è fuori, un'esperienza sensoriale da qualunque parte la si guardi..
Si dirà...(e lo cantava De Gregori ne "La leva calcistica del '68") che “non è mica da questi particolari che si giudica una Nazione!”. Chiediamoci allora come si misura la civiltà di un Paese. Dalle cattedrali al nulla ci sarà una via di mezzo?
La verità è che se Torino vuole davvero diventare una città accogliente, non può limitarsi a offrire bicerin, gelati, buon vino, camminate su e giù per Superga e visite al museo Egizio ma anche una serie di servizi a residenti e turisti.
E quindi, perché no, anche dei bagni pubblici, diffusi, puliti ed efficienti.
Che Lo Russo si inventi qualcosa, magari con po’ di euro del Recovery Plan o accettando grandi sponsor per costruirne di nuovi.
Oddio. Le scale mobili. Possibile che alla stazione ferroviaria di Torino Porta Susa siano sempre guaste…. Ieri, giovedì 23 settembre 2021 non ne funzionavano addirittura 6 e sei è un bel numero. Troppe, considerando la giovane età della struttura e il gran via vai di gente che c’è. Delle due l’una: o Trenitaliafa la cresta sulle manutenzioni (e non dovrebbe farlo) o la qualità degli impianti non è all’altezza dei costi sostenuti, secondo una stima, pari a circa 79 milioni di euro totali. Oppure – e sarebbe la cosa peggiore – la ditta che le manutiene viene pagata “a chiamata”
Di certo quella delle scale mobili “ferme” è una costante tutta italiana. Una disgrazia. Una maledizione. Sono bloccate un po’ in tutto lo stivale. Raramente si muovono. Raramente funzionano e quando capita il miracolo scricchiolano, rumoreggiano, si lamentano. Una vergogna. Eppure esistono in tutto il mondo e in tutto il mondo funzionano egregiamente come sanno coloro che almeno una volta nella vita hanno visitato e frequentato le metropolitane di Parigi, Londra, Madrid o New York, passando in pochi minuti da una linea all’altra.
LA STAZIONE "NUOVA"
Il nuovo fabbricato viaggiatori è stato costruito più a sud rispetto alla stazione precedente, in corrispondenza degli isolati che si snodano fra via Duchessa Jolanda/via Grassi e corso Matteotti. In senso longitudinale, il fabbricato corre fra corso Bolzano e corso Inghilterra ed è attraversato, per mezzo di passaggi pedonali, da tre strade (via Duchessa Jolanda, via Susa e via Avigliana), oltre che da quattro passaggi pedonali sopraelevati (cavalconi).
Il progetto della nuova stazione è firmato dalla società franco-italiana AREP, che ha vinto il concorso di progettazione di Rete Ferroviaria Italiana (Ferrovie dello Stato). Gli autori dello stesso sono gli architetti Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Silvio d’Ascia e Agostino Magnaghi e alcuni schizzi del progetto sono visibili dal sito di AREP.
La struttura della stazione, a galleria longitudinale, in acciaio e vetro, è lunga 385 metri e la sua altezza varia dai 13 ai 19 metri. Grazie alla sua struttura semicilindrica, la vetrata, sfruttando un oculato gioco di luce, permette un’ampia e diffusa illuminazione del pavimento centrale e delle rampe d’accesso alle banchine; la parte alta delle vetrate è inoltre rivestita di cellule fotovoltaiche che consentono di produrre l’80% del fabbisogno di energia elettrica della stazione stessa.
La Stazione AV Porta Susa è stata inaugurata simbolicamente il 14 gennaio 2013 alla presenza del Presidente del Consiglio Mario Monti, dell’AD Trenitalia Mauro Moretti, del governatore della Regione Piemonte Roberto Cota, del sindaco di Torino Piero Fassino e di diversi ministri della Repubblica Italiana.
Il 15 dicembre 2013 sono stati attivati i binari 1 e 2. Nel mese di febbraio 2014 sono stati inaugurati lo “scivolo”, che consente l’accesso al livello -1 direttamente da piazza XVIII Dicembre, e l’attraversamento pedonale “Duchessa Jolanda”.
Il 20 dicembre 2016 è stato aperto al pubblico il parcheggio multipiano sotterraneo della stazione
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