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Giornata Mondiale del Suolo
03 Dicembre 2022 - 17:07
La tragedia di Casamicciola Terme, piccolo Comune di Ischia, di sabato 26 novembre quando una frana si è staccata dal Monte Epomeo dopo una giornata di pioggia battente ed ha causato una decina di morti accertati e oltre 200 sfollati, ha colpito tutti quanti. In procura a Napoli è stato aperto un fascicolo contro ignoti per disastro colposo. E si discute in tutta Italia sul consumo del suolo.
Il dramma di Ischia ma, soprattutto le polemiche sull’abusivismo edilizio e sul consumo del suolo hanno fatto venire in mente una vicenda dai contorni diametralmente opposti ma, senza dubbio, significativa.
Quella di Matilde Casa, sindaco di Lauriano, in scadenza del suo terzo mandato nel 2023.
Sette anni fa, Casa venne rinviata a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio per aver trasformato un terreno edificabile, di proprietà di un cittadino, in area agricola attraverso una variante al piano regolatore.
Insomma, con la sua amministrazione comunale tolse terreno all’edilizia per restituirlo all’agricoltura, facendo l’esatto opposto di quello che avviene nella maggior parte dei nostri territori.
Eppure subì un procedimento penale che si concluse con un’assoluzione e con l’assegnazione, l’anno successivo, a Casale Monferrato, del premio di Legambiente “Ambientalista dell’Anno”.
La sua vicenda è diventata un libro, scritto a quattro mani con il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano. Si intitola “Il suolo sopra tutto”.
L'abbiamo intervistata in occasione della "Giornata Mondiale del Suolo" istituita nel 2014 dalla FAO, che si celebra il 5 dicembre.
Matilde Casa nell'intervista con la redazione de La Voce
Casa, ma sopra tutto cosa rimane di questa vicenda?
“La mia amministrazione nel 2013 ha iniziato a studiare un piano regolatore che è stato poi approvato nel 2015. Abbiamo tolto zone edificabili rendendole agricole. Sono profondamente convinta che non servano più terreni edificabili: in tutta Italia un terzo delle case sono vuote. Con il senno di poi abbiamo fatto bene: oggi quel terreno che abbiamo fatto diventare agricolo è per un terzo in frana….”.
La tua scelta politica ti ha costretta ad affrontare un processo, trovandoti con un’accusa pesante sul banco degli imputati. Quanto ti ha fatto male?
“Sono stata rinviata a giudizio per abuso d’ufficio: è un tema di attualità, come ha detto il presidente dell’Anci Decaro: il fatto che siamo sottoposti all’abuso d’ufficio per tutto ciò che noi facciamo è una cosa che grida vendetta. Mi ha fatto molto male, ma soprattutto mi ha stupita: quando ho fatto questa scelta, pensavo fosse una cosa meritoria. Mai avrei pensato di trovarmi a subire un processo penale…”
La vicenda si è conclusa con un’assoluzione in formula piena con sentenza del tribunale di Torino. Questa sentenza ti ha restituito giustizia?
“Mi ha reso più convinta dell’importanza di fare azioni come la mia. Sono basita da ciò che ha detto un Ministro in questi giorni commentando i fatti di Ischia: “I sindaci devono essere messi in galera quando succedono queste cose”, ho letto. Io credo ci voglia responsabilità collettiva, non sono fatalità. E’ uscito da poco il rapporto Ispra sul consumo di suolo di questi anni e dice una cosa su cui dobbiamo davvero fare delle grosse riflessioni. Dice che in Italia ci sono i due terzi delle frane dell’Europa. E’ un dato che pochi conoscono: il territorio continua ad essere usato per fare cassa, ma non è più il tempo. Più terreno cementifichiamo, e meno terreno viene usato per l’assorbimento dell’acqua”.
A freddo, qual è oggi il sentimento che provi nel vedere quanto accaduto nell’isola di Ischia?
“Le polemiche stanno continuando, ma personalmente ho la sensazione di urlare nel vuoto. Io nel mio piccolo, ma soprattutto il professor Paolo Pileri e Legambiente da anni ribadiamo l’importanza di saper dove costruire e come costruire. Poi ci sono dei problemi di fondo in Italia. Uno su tutti l’abusivismo che l’Italia deve affrontare. In molti casi poi non si tratta neanche di costruzioni abusive, ma di luoghi individuati per l’edificazione che non dovrebbero mai essere stati individuati. Ho quasi la sensazione che non ci sia mai un seguito alle disgrazie: accade un incidente, ci sono dei morti, degli sfollati, ma è come se non cambiasse nulla. A me hanno detto che il mio caso è importante: ha aiutato ad aprire le coscienze, ma non sono così convinta che sia servito. Perché continuiamo a piangere i morti”.
Stai concludendo il tuo secondo mandato consecutivo. Che consiglio ti senti di dare a chi verrà dopo di te ma, soprattutto, ai giovani che vogliono intraprendere la carriera amministrativa. Se ce ne sono ancora…
“Fare il sindaco l’ho trovata un’esperienza molto interessante, che mi ha insegnato molto, a risollevarmi anche da momenti di grande difficoltà. Credo che quel poco che ho fatto abbia dato un segnale alle persone che vogliono arrivare a fare il sindaco. Noi non abbiamo tolto terreno edificabile, abbiamo rinunciato a costruire una scuola elementare ristrutturando l’esistente e abbiamo abbattuto un palazzo abusivo. Questi sono cose che le persone hanno riconosciuto”.
Un suolo sano garantisce cibo sano e aiuta a catturare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, combattendo così i mutamenti climatici che affliggono il Pianeta mettendo in serio pericolo la produzione agroalimentare globale, poiché il 95% del cibo proviene dal suolo. Lo sostiene Confagricoltura in occasione della Giornata Mondiale del Suolo istituita nel 2014 dalla FAO, che si celebra il 5 dicembre.
Non ci può essere una contrapposizione tra agricoltura e ambiente
“Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non può esserci una contrapposizione tra agricoltura e ambiente – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Suoli in salute sono essenziali per realizzare un’economia pulita e circolare, garantire la biodiversità, arrestare il degrado, salvaguardando la salute umana attraverso la stretta connessione tra suolo sano e sicurezza alimentare”.
Il suolo infatti è indispensabile nella produzione alimentare ed elemento imprescindibile per l'equilibrio ecologico.
A livello mondiale, secondo la FAO, il 33% dei suoli già oggi presenta segni di degrado. E, se non si interverrà per tutelarli intervenendo sulle attuali pratiche di gestione, quella percentuale raggiungerà il 90% entro il 2050, minacciando le produzioni agricole.
In Italia i danni sulla fertilità dei suoli, secondo l’Ispra, riguardano circa il 30% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. E negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.
Tra il 2006 e il 2021, l'Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale o seminaturale, con una media di 77 chilometri quadrati all'anno, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l'anno.
Per raggiungere l’obiettivo di avere entro il 2050 ecosistemi del suolo sani e se si vogliono centrare gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile.
Da sempre gli agricoltori sono impegnati in prima linea nel custodire i territori e l’ambiente circostante attraverso le buone pratiche che favoriscano la salvaguardia della biodiversità, sottolinea Confagricoltura, che, con le proprie aziende, promuove lo sviluppo tecnologico, la scienza e sistemi di produzione avanzati, e sostenibili, per l’agricoltura, l’allevamento e le comunità.
“E’ il momento di fare scelte consapevoli, aiutare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell'importanza di questa risorsa e destinando allo scopo le necessarie risorse finanziarie – conclude il presidente Giansanti -. C’è ancora un discreto gap tra promesse e azioni concrete”.
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