Una bufera giudiziaria si abbatte sul Comune di Lauriano. Il sindaco Matilde Casa, il segretario Carlo Consolandi ed il tecnico comunale Roberto Casorzo sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio in concorso (artt. 110-323 c.p.). Il pm Enrica Gabetta, della Procura di Torino, ha così chiuso le indagini sulla denuncia presentata dal laurianese Pietro Lapenna e dall’ex moglie Clorinda Bergamo. Il 10 luglio, di fronte al giudice Ambra Cerabona, si terrà l’udienza preliminare. Sindaco, segretario e tecnico comunale hanno nominato come legale di fiducia l’avvocato Donatella Mondini del foro di Torino. I fatti sono noti, così come avevamo riferito lo scorso agosto quando ai tre venne notificato il provvedimento di chiusura delle indagini relativo all’approvazione della variante generale numero 8 al Piano Regolatore, approvata con una delibera del Consiglio comunale del 6 aprile 2013. L’indagine è partita da una denuncia presentata dall’architetto Lapenna e da Bergamo. I fatti riguardano la scelta dell’amministrazione laurianese di non dar seguito al Pec 2 approvato nel 2003, quando il Comune era retto dall’allora commissario prefettizio Giovanna Vilasi. Il Pec 2 prevedeva un insediamento residenziale a Lauriano, posto tra il Castello degli ex Conti Morra e l’ex Tribunale medievale chiamato “La Giustizia”, dietro le nuove scuole elementari, in un terreno di circa 24 mila metri quadrati di proprietà di Clorinda Bergamo. Su 17 mila di quei 24 mila metri quadrati sarebbe dovuto sorgere un complesso residenziale con quaranta unità abitative. “In parte avrebbero dovuto essere villette bifamiliari e in parte appartamenti – ci spiegò Lapenna in un’intervista di qualche tempo fa -. C’era la cooperativa edilizia Odessa di Torino, composta da 150 soci tra carabinieri, finanzieri e poliziotti, interessata ad acquisire l’area. Avevano già realizzato un intervento simile a Santena, nel torinese”. Il Pec 2 venne approvato insieme ad altri due Pec della Edilcem srl, di cui solo ad uno è stata data attuazione, il cosiddetto ‘Cavallino’ . Nel 2002 il progetto venne approvato dal commissario prefettizio, mentre nel 2003 quando il commissario se ne andò, ci fu anche l’approvazione del progetto con parere favorevole da parte dell’amministrazione comunale dell’allora sindaco Graziano Bronzin. Da lì in poi non se ne è fatto più nulla, fino alla primavera 2013. Il motivo? La mancata definizione di una convenzione tra la proprietà del terreno e il Comune laurianese. Secondo il denunciante, non si sarebbe mai arrivati alla stipula della convenzione per mero “ostruzionismo” da parte dell’amministrazione, culminato con la variante al Piano regolatore numero 8 che trasforma da edificabile ad agricolo il terreno oggetto del Pec 2. Quindi, di fatto, accantona definitivamente il progetto. Da lì la denuncia alla Procura della Repubblica. “Sono assolutamente serena ed ho fiducia nel lavoro della magistratura - commenta il sindaco Matilde Casa -. Noi abbiamo agito esclusivamente per la salvaguardia del territorio, così com’era scritto nel nostro programma elettorale, togliendo zone edificabili, in linea con i principi di Regione e Provincia. E’ giusto che la magistratura indaghi, se ritiene necessario. Avrò modo di chiarire”.
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