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Cronaca
17 Settembre 2025 - 20:01
Sta bene e ha voluto dirlo di persona, in un video diffuso su tutte le piattaforme social. Sofia Napolitano, ventenne torinese studentessa di Lettere moderne, era stata denunciata come scomparsa dalla madre a 48 ore dalla sua uscita di casa.
"Io sono la persona scomparsa. Volevo fare questo video e metterlo su tutte le piattaforme per precisare che sto bene, sono tranquilla e non mi sta succedendo niente", esordisce la ragazza. Poi chiarisce: "Ci conosciamo da più di un anno, non da pochi mesi. Purtroppo la mia famiglia non ha mai visto di buon occhio questa unione".
Le sue parole sono dure: "La mia famiglia ha cercato di ostacolarci fin dalla prima volta in cui è arrivato in Italia. Ci sono stati litigi pesanti e lui ha dovuto assistere, era con me al telefono quando mi facevano del male sia psicologicamente che fisicamente. L'unica mia valvola di sfogo era uscire con lui: non è un ragazzo cattivo, è un angelo".
Sofia spiega anche di aver lasciato un messaggio scritto prima di allontanarsi: "Ho spiegato le motivazioni e che questo allontanamento non sarebbe stato per sempre. Non mi trovavo più bene in città. La mia famiglia mi ha tolto tutti i documenti, mi hanno sequestrato telefono e computer che usavo anche per studiare. Ho dovuto imparare il suo numero a memoria per chiamarlo dal telefono di casa quando ero da sola".
Infine, rivendica la sua scelta: "Ho 20 anni e sono più che maggiorenne. Se ho preso questa decisione è perché in casa non vivevo una situazione semplice. La nostra relazione è stabile".
La denuncia presentata dai genitori raccontava invece di un’uscita apparentemente banale: "Vado all’università per seguire l’esame di una mia amica", avrebbe detto Sofia prima di sparire. Secondo i familiari, il fidanzato – un coetaneo colombiano conosciuto tramite un’amica in chat a ottobre – sarebbe arrivato in Italia a maggio con un visto turistico. La madre, Patrizia Pignalosa, aveva spiegato: "La stessa amica che li aveva fatti conoscere aveva litigato con lui".
Il passato del giovane, ricostruito dai genitori, parla di fughe dal Paese d’origine quando era ancora minorenne, di permanenze in Polonia e Spagna. Quando Sofia aveva chiesto di poter andare in Colombia con lui, i genitori le avevano sequestrato i documenti per paura di una fuga all’estero. Dieci giorni prima della sparizione, la ragazza aveva assicurato alla famiglia di aver interrotto la relazione, salvo poi allontanarsi.
Madre e zio avevano lanciato appelli disperati. "La mia Sofia è scomparsa, sicuramente si è allontanata con questo ragazzo colombiano", aveva scritto la donna. E lo zio Paolo Pignalosa aveva aggiunto: "Dietro a ogni allontanamento c'è sempre una storia, un dolore, un dramma familiare che non possiamo ignorare".
Nel frattempo, anche il quartiere di Mirafiori si era mosso, dai giovani che la conoscevano nei luoghi di ritrovo come Al Baretto della cooperativa Raggio fino alle istituzioni locali. "La comunità di Mirafiori è in apprensione", aveva detto il presidente della Circoscrizione 2 Luca Rolandi.
Il video di Sofia ha interrotto due giorni di paura, ma ha acceso i riflettori sulle tensioni familiari e sulle scelte personali della giovane, destinate a far discutere ancora.
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