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Cronaca
15 Settembre 2025 - 22:03
È il 15 settembre e la telenovela infinita dei cinghiali a Nichelino ha scritto oggi l’ennesimo, surreale capitolo. Nel pomeriggio, quando le gabbie piazzate dalla Città Metropolitana nel parco di via Juvarra erano già pronte a entrare in funzione, un gruppo di attivisti animalisti ha deciso di ribellarsi e ha divelto le recinzioni, aprendo di fatto la via di fuga agli ungulati. In quel parco erano stati notati quattro cinghiali, già sorpresi a muoversi tra il campo da bocce e l’area giochi, e uno di loro, una volta liberato, si è diretto verso via Torricelli, rischiando di travolgere un’auto in transito. Momenti di panico, con i carabinieri sul posto e decine di cittadini che hanno assistito a una scena che sembra uscita più da una serie televisiva che da un tranquillo pomeriggio di provincia. Una folla che oscillava tra curiosità, paura e indignazione, con qualcuno che applaudiva l’azione degli animalisti e altri che inveivano per i rischi corsi dagli automobilisti e dai residenti.
La giornata era cominciata con la decisione drastica del sindaco Giampietro Tolardo, che aveva firmato un’ordinanza contingibile e urgente disponendo la chiusura dei giardini pubblici tra via XXV Aprile e via Stupinigi, non lontano dai campi sportivi dell’Hesperia. La misura, motivata da ragioni di sicurezza e salute pubblica, ha riguardato non solo i vialetti e le aree verdi, ma anche il centro d’incontro del quartiere Juvarra, il campo da bocce e lo spazio giochi per i bambini. Un’interdizione totale, valida fino a cessate esigenze, con tanto di cartelli e avvisi affissi per informare la cittadinanza. Sul posto erano intervenuti la Polizia Faunistica della Città Metropolitana e i veterinari dell’Asl, che avevano predisposto due gabbie di cattura con esche all’interno del campo da bocce, nel tentativo di risolvere una situazione che ormai è sfuggita di mano. Resta però un punto interrogativo mai chiarito dall’amministrazione: una volta catturati, i cinghiali saranno abbattuti oppure trasferiti in un altro luogo? Una domanda che resta sospesa, alimentando la rabbia di chi non vuole abbattimenti e l’ansia di chi teme per la sicurezza.
Non è la prima volta che Nichelino si trova a fare i conti con gli ungulati. Già a fine agosto un tentativo serale di contenere la popolazione nel Parco del Boschetto non aveva dato alcun esito. In quell’occasione gli operatori erano rimasti a mani vuote, incapaci di intercettare gli animali che ormai hanno imparato a muoversi con destrezza nei corridoi verdi della città. Perché questa è la verità: i cinghiali non arrivano per caso, ma utilizzano passaggi naturali come quello lungo il torrente Sangone che collega le aree più rurali e boschive alle zone urbanizzate. Una volta arrivati trovano un habitat accogliente: vegetazione fitta dove nascondersi, aree verdi urbane come il Boschetto e Miraflores, meglio conosciuto come “il Boschetto”, che rappresentano un rifugio ideale, e soprattutto una grande quantità di rifiuti abbandonati, cestini traboccanti, resti di picnic e barbecue lasciati nei parchi che si trasformano in banchetti a cielo aperto.
Non a caso nelle ultime settimane gli avvistamenti si sono moltiplicati, non solo a Nichelino ma anche nella vicina Mirafiori Sud. A parco Miraflores interi branchi sono stati visti scorrazzare in pieno giorno, incuranti della presenza di persone e macchine. In più di un’occasione i cittadini hanno documentato con foto e video la loro presenza anche nelle strade limitrofe, vicino ai cassonetti della spazzatura o addirittura dentro i giardini condominiali. La città, insomma, è diventata un terreno di caccia per gli ungulati, con conseguenze che vanno ben oltre il folclore: i rischi di incidenti stradali aumentano e il timore per l’incolumità delle persone è ormai tangibile.
Le risposte delle istituzioni non hanno finora convinto. Il Comune di Nichelino ha provato a rassicurare parlando di misure non cruente: dalla messa in sicurezza dei rifiuti con cassonetti più robusti alle recinzioni lungo le aree più frequentate, fino all’uso di dissuasori acustici come i “cannoncini” a salve. Soluzioni tampone, però, che non hanno portato grandi risultati. La Città Metropolitana ha autorizzato interventi selettivi e, in casi eccezionali, abbattimenti, come avvenuto nel Parco del Boschetto quando quindici esemplari furono eliminati tra le polemiche, con i cittadini che denunciarono scarsa trasparenza e una chiusura del parco non adeguatamente comunicata. L’assessore alle politiche animaliste, Fiodor Verzola, ha più volte ribadito la sua contrarietà alle battute di caccia in girata, sostenendo la necessità di trovare alternative come la sterilizzazione. Ma le parole si scontrano con la realtà: gli animali sono sempre di più e sempre più vicini alle case.
La giornata di oggi fotografa bene il cortocircuito che si è creato: da un lato un’amministrazione che prova a gestire l’emergenza con ordinanze e gabbie, dall’altro un movimento animalista che non accetta soluzioni che possano mettere a rischio la vita degli animali. Nel mezzo, i cittadini, costretti a fare i conti con la paura di incrociare un cinghiale mentre accompagnano i figli al parco o mentre attraversano in auto un incrocio trafficato. La fuga di via Torricelli, con quell’ungulato lanciato a tutta velocità che ha sfiorato una vettura, resterà come simbolo di una situazione ormai fuori controllo, dove le scelte politiche, la gestione pratica e le tensioni ideologiche continuano a intrecciarsi senza offrire soluzioni concrete.
Intanto, il parco di via Juvarra resta chiuso, presidiato da forze dell’ordine e operatori faunistici, ma anche osservato da chi non si rassegna a veder trasformata la città in un ring tra animalisti e amministratori. Una scena che si ripete e che, salvo colpi di scena, continuerà a ripetersi ancora, perché i cinghiali non se ne vanno da soli e ogni giorno che passa l’emergenza urbana diventa un po’ più profonda. Insomma, la saga dei cinghiali a Nichelino sembra destinata a proseguire con nuovi capitoli, sempre più carichi di tensione, polemiche e contraddizioni.
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