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12 Novembre 2025 - 04:25
Fra i colori dell'autunno e l'aria umida del mattino, sabato 8 novembre, l'Abbazia di Novalesa (TO) ha aperto le sue porte al convegno “La Natura e il Pensiero”, ospitando per un giorno teologi, filosofi, scienziati, geologi ma soprattutto insegnanti, studenti e un nutrito gruppo di persone accomunate da una cosa fondamentale: l'amore per la natura e la volontà di farsi "custodi" della terra. Il convegno ha voluto omaggiare l'Enciclica Laudato Si' di Papa Francesco, proprio a dieci anni dalla sua pubblicazione.
L’incontro, promosso dalla Città Metropolitana di Torino e dall’Abbazia della Novalesa, è stato organizzato grazie alla collaborazione di enti, associazioni e istituzioni del territorio. L’ingresso gratuito, ma su prenotazione, ha registrato il tutto esaurito con una settimana d’anticipo. Grazie al videomaker Erik Gillo, l’evento è stato seguito anche in diretta streaming.
Il cuore pulsante del convegno è stato il dialogo interdisciplinare: teologia, filosofia, scienza ed educazione si sono incontrate, ibridandosi per sfociare in un solo obiettivo comune: promuovere una riflessione sulla crisi climatica, etica e culturale che attraversa il nostro tempo.
L’iniziativa è stata resa possibile dal contributo di ACSEL e dalla collaborazione di Unione Montana Valle Susa, Meridiani – Società Scientifica, Progetto Ghiaccio Fragile, Società Meteorologica Italiana (SMI), ANISN Piemonte. Particolarmente significativa la partecipazione delle scuole del territorio valsusino (il Liceo Pascal e l'ITC Galileo Galilei).
A dare avvio ai lavori è stato Gianni Boschis, geologo e coordinatore piemontese dell’Associazione Italiana di Geologia & Turismo, fondatore del gruppo Meridiani e ideatore del progetto Ghiaccio Fragile, la prima iniziativa nazionale dedicata alla formazione sulla crisi climatica.
Boschis ha ricordato il valore profetico della Laudato Si’ e la necessità di trasmettere alle nuove generazioni la consapevolezza della responsabilità verso la Terra, richiamando l’attualità del dibattito mondiale in corso alla COP30 di Belém, in Brasile.
In apertura è stato trasmesso un videomessaggio del Sindaco di Torino e della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo, che ha salutato i partecipanti:
“L’Abbazia di Novalesa - ha detto il sindaco Stefano Lo Russo - è uno splendido luogo che il prossimo anno festeggerà 1300 anni dalla sua fondazione e fa da cornice a questo importante convegno. È una mattina di riflessione che noi, come Città Metropolitana, abbiamo voluto promuovere. Il convegno è estremamente importante perché punta a riflettere su uno dei grandi temi della contemporaneità: il cambiamento climatico e il rapporto fra uomo e ambiente, alla luce di un nuovo umanesimo. Non esiste sostenibilità ambientale disgiunta da quella sociale, ma la sostenibilità ambientale deve essere uno dei nostri fari caratterizzanti.”

L'Abbazia di Novalesa
Presente all'evento il vicesindaco della Città Metropolitana, Jacopo Suppo, che ha ribadito: " La Città Metropolitana, sul tema dell’ambiente, della scuola e della formazione, porta avanti iniziative che trovano sintesi in momenti importanti come questo convegno".
Si è poi entrati nel vivo del convegno con l'intervento del teologo Michael Davide Semeraro, priore dell’Abbazia.
Nel suo intervento “Ascoltare il grido… della Terra e dei poveri”, Semeraro ha mostrato come l’Enciclica di Papa Francesco rappresenti una svolta culturale e spirituale ovvero una reinterpretazione della Genesi in cui: "Il termine ebraico avad, che per secoli abbiamo tradotto come ‘possedere’, significa in realtà ‘servire’. L’uomo è chiamato a servire il mondo come il sacerdote serve nel tempio, per rendere tutto armonico".
A seguire, il climatologo Daniele Cat Berro (SMI, Fondazione Glaciologica Italiana, redazione Nimbus), con il suo intervento "Scienza ed evidenze della crisi climatica: da Papa Francesco alla situazione attuale", ha portato l’attenzione sui dati: lo scioglimento dei ghiacciai, la riduzione delle risorse idriche, l’aumento delle temperature globali.
Ha ricordato come Papa Francesco, già dieci anni fa, avesse colto con sorprendente lucidità l’urgenza della crisi ecologica.
La seconda parte della mattinata ha visto protagonisti due interventi dedicati al ruolo del pensiero nella relazione uomo-natura nella filosofia.
La giornalista Eloisa Giannese ha proposto una riflessione su “Il compito della filosofia oggi: tornare alla natura, riscoprire l’anima del mondo”, citando filosofi come Pitagora, Aristotele, Arne Næss, Edgar Morin e Martha Nussbaum, per mostrare come solo un sapere interdisciplinare e umanistico possa affrontare le sfide ecologiche del presente.
Il professor Armando Minutola, docente di Filosofia e Storia al Liceo “Carlo Botta” di Ivrea, con un intervento dal titolo "Io e il mondo: dal Romanticismo alla cittadinanza consapevole", ha ricostruito l’evoluzione dello sguardo sull’uomo e sulla natura dal Romanticismo all’età contemporanea, evocando Rousseau, Goethe, Schiller, Heidegger, Jonas e Arendt.
Il suo intervento si è concluso con una riflessione sul ruolo dell’educazione civica come strumento di consapevolezza ecologica.

La visita nel parco dell'Abbazia
La giornata si è poi spostata all’aperto, nel parco dell’Abbazia. Qui Cristina Converso, dottore forestale e analista ambientale di ARPA Piemonte, autrice di romanzi di narrativa ambientale, ha accompagnato i partecipanti in un percorso esperienziale, spiegando come la letteratura possa diventare strumento di educazione ecologica: “La narrativa ambientale fa dell’ambiente un personaggio vivo: l’uomo narra l’ambiente e l’ambiente narra l’uomo.”
Accanto a lei, Luca Cavallo, agronomo, ha guidato osservazioni botaniche e climatiche, mostrando la stazione meteorologica dell’Abbazia e intrecciando scienza e cultura del territorio.
La visita si è conclusa con l’apertura delle cappelle di San Michele e Sant’Eldrado, illustrate dai volontari locali.
Nel pomeriggio, il professor Daniele Cane, docente di Fisica e Matematica al Liceo Pascal di Giaveno, ha condotto la sessione “Voci dal mondo della scuola”, proponendo un laboratorio partecipativo per far sperimentare ai presenti le conseguenze del cambiamento climatico attraverso brevi racconti ambientati nel 2040. “Solo mettendoci nei panni di chi vive la crisi possiamo sviluppare una coscienza collettiva”, ha sottolineato il professor Cane.
Durante la giornata è stato proiettato anche un video dedicato alla Summer School “Ghiaccio Fragile 2025”, ideata da Gianni Boschis e sostenuta da IREN, con l’intervento in sala dell’amministratore delegato Giuseppe Bergesio, che ha ricordato: “Solo investendo nelle rinnovabili e nell’educazione possiamo costruire un futuro equilibrato.”
A chiudere i lavori, Gianni Boschis ha ringraziato relatori, studenti e istituzioni, consegnando ai docenti gli attestati di formazione con crediti riconosciuti.
Così le porte dell'Abbazia si sono chiuse, lasciando nelle menti dei partecipanti i moniti di Papa Francesco ma soprattutto la voglia di abbracciare la natura con l'intento di averne cura.

La sala gremita di partecipanti
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