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17 Ottobre 2025 - 22:58
Non amava le prime file, Pinuccia Bagnaschi, ma c’era sempre. Dove c’era da fare, da ascoltare, da sostenere. Nelle scuole, nelle case, nei corridoi della vita quotidiana, quella che non fa sconti a nessuno. Sempre pronta a tendere una mano, con quell’umanità gentile che non ha bisogno di rumore per lasciare un segno. È stata insegnante, volontaria, attivista politica. Una donna capace di trasformare la coerenza in pratica quotidiana. È scomparsa lo scorso giugno, a 74 anni, ma a Chivasso — dove ha insegnato, vissuto e costruito relazioni profonde — il suo nome continua a risuonare.
Oggi pomeriggio, nella sala consiliare di Palazzo Santa Chiara, il Circolo di Sinistra Italiana del Chivassese le è stato ufficialmente intitolato. Una cerimonia semplice, senza scenografie né proclami, come lei avrebbe voluto.
Un piccolo rinfresco, qualche parola sentita, molte presenze sincere.
A rendere tutto più intenso è stata la figlia, Paola Rivetti, arrivata dall’Irlanda, dove da anni vive e lavora come docente universitaria. «Questa occasione mi emoziona tantissimo — ha detto —. Intitolare la sede di Sinistra Italiana a mia mamma vuol dire un po’ renderla immortale. È una cosa che mi commuove, che mi fa felice. C’è tanta tristezza, certo, perché la mia mamma non c’è più, ma voglio ricordarla come una persona che ha dato tanto a questa città. È stata maestra, volontaria dell’associazione Nemo, impegnata nella scolarizzazione delle persone meno fortunate e nell’assistenza ai richiedenti asilo. E anche una donna politicamente attiva, che credeva davvero nell’impegno collettivo».
In sala consiliare
Quelle parole, pronunciate con una voce a tratti spezzata, hanno restituito l’essenza di Pinuccia. Una donna che non ha mai cercato riconoscimenti, ma che ha lasciato dietro di sé una scia di fiducia, affetto e dignità. Per decenni ha lavorato con i bambini, con le famiglie, con i migranti, con chi aveva bisogno di essere ascoltato più che giudicato. La sua idea di educazione era concreta: non solo insegnare nozioni, ma trasmettere strumenti per non sentirsi esclusi. Educare era per lei un atto di giustizia sociale.
Paola Rivetti lo ha ricordato anche nel suo legame con Chivasso: «È sempre molto bello tornare qui. Mia mamma ha sempre voluto vivere a Chivasso, e io qui sono cresciuta. Mi fa piacere vedere che la società civile si muove, che si attiva, che non dimentica. È un modo per dire che la solidarietà, quando è vera, continua anche dopo».
Accanto a lei, durante la cerimonia, c’era Frediano Dutto, portavoce di Sinistra Italiana, che ha spiegato il senso politico e umano di questa intitolazione. «Oggi intitoliamo il nostro circolo a Pinuccia Bagnaschi, che è stata nostra compagna e collaboratrice negli ultimi anni. Si era candidata nella lista di Sinistra Ecologista, poi confluita in Sinistra Italiana nell’ambito dell’Alleanza Verdi e Sinistra. È un modo per ricordarla, ma anche per andare avanti nel suo nome. Il nostro impegno continuerà sulle stesse strade che lei ha percorso: l’inclusione, la scuola, il volontariato, la giustizia sociale».
Dutto ha poi annunciato alcune delle prossime iniziative del circolo: «Domenica 26 ottobre organizzeremo una camminata per la pace, dal centro di Chivasso fino alla frazione Betlemme, con cui esiste un gemellaggio storico. E nel mese di novembre due serate di approfondimento: una sull’eutanasia legale, l’altra sul piano di riarmo europeo, che sottrae risorse preziose ai bisogni sociali. Sono temi divisivi, ma fondamentali, perché riguardano il tipo di società che vogliamo costruire».
A colpire, oggi, è stata proprio la coerenza di questo gesto. Nessuna operazione nostalgia, nessuna sacralizzazione della memoria. Solo un modo per dire che la politica, se vuole essere utile, deve tornare a parlare il linguaggio dell’umanità.
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