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Dove la storia respira: Il De Bello Canepiciano incanta Volpiano - VIDEO

La rievocazione storica che trasforma un paese in un affresco medievale vivo, tra leggende, spettacoli e memoria condivisa.

C’è un tempo, ogni due anni, in cui Volpiano si trasforma; la frenesia cessa, tutto lentamente si assopisce e il centro storico torna a essere ciò che fu: crocevia di guerre, alleanze e destini.

Quel tempo è tornato il 4 e 5 ottobre 2025, quando le lancette si sono fermate sull’anno 1339, e De Bello Canepiciano ha riaperto le sue porte. Non è solo una festa. È un viaggio. Un tuffo nell’anima di un’epoca che profuma di ferro e incenso, di pane appena sfornato nelle taverne e di erbe medicinali preparate dagli speziali.

Il centro storico si è trasformato in un teatro a cielo aperto: bandiere al vento, paglia a coprire l’asfalto, insegne moderne nascoste da arazzi e stendardi, perché la modernità non disturbi l’incanto. Ovunque, dame dai lunghi abiti fluttuanti, cavalieri in corazza lucente, menestrelli e falconieri. 

Sabato 4 ottobre le porte del Marchesato si sono aperte. I primi profumi della carne e delle pannocchie arrosto hanno iniziato a fluttuare nell’aria, mescolandosi al suono dei tamburi e dei flauti.
I musici hanno intessuto trame sonore che sembravano venire da molto, molto lontano, mentre i madonnari del Medioevo i giullari e gli artisti itineranti  coloravano piazze e vicoli con gesti e storie antiche.

Sul Campo di Marte, intanto, risuonavano le spade. Tornei internazionali di Buhurt (duelli medievali in armatura completa) hanno riportato i suoni dei combattimenti sulla scena.

Il De Bello Canepiciano a Volpiano 

Ma De Bello Canepiciano non è solo spettacolo: è una rievocazione colta, storicamente accurata. Prende il nome dal trattato del cronista trecentesco Pietro Azario, che racconta la Guerra del Canavese  un conflitto dimenticato ma cruciale, che vide scontrarsi le nobili famiglie dei Paleologi del Monferrato e i Conti di Savoia, spalleggiati da Ghibellini e Guelfi.

Nel 1339, Pietro da Settimo, uomo fidato del Marchese Giovanni II Paleologo, conquistò il Castello di Volpiano con un astuto stratagemma. Da lì partì l’espansione verso il Nord canavesano. Fu proprio tra queste mura che, nel 1372, Giovanni scrisse il suo testamento, lasciando il potere al figlio Secondotto sotto la tutela del celebre Amedeo VI di Savoia.

Tutto questo non è solo narrato: è vissuto. La cerimonia del matrimonio tra Giovanni II e Isabella di Maiorca, sabato sera, è stata una perla teatrale, seguita da un suggestivo spettacolo di fuoco che ha incantato bambini e adulti, in una notte d'autunno che sapeva di fiaba.

Le piazze pullulavano di vita. I più piccoli si dilettavano in giochi medievali, cavalcate sui pony e tiro con l'arco.
Nel sagrato della chiesa, le aquile e i falchi dei falconieri di Mappano, incantavano lo sguardo dei partecipanti. E poi ancora: il grande trabucco, le macchine d’assedio, le prove di tiro, la giostra all’incontro. 

Gli artigiani, intanto, lavoravano dal vivo: fra le vie era possibile incontrare ceramisti al lavoro, alchimisti, liutai e speziali. Poi, entrando all'interno della Chiesa della Confraternita ci si sentiva rapiti da un'immagine onirica; l'esibizione delle danzatrici di Kalenda Maya Danze.

Tutto questo all'alba della domenica ha ripreso vita ma forse in maniera ancora più palpitante perché l'attesa per la grande battaglia finale si faceva sentire. 
Nel Fossato del Castello, le armature brillavano sotto un cielo carico di promesse.

Un manifestazione riuscita, un borgo storico pieno di vita, storia e folklore. Dietro al successo del De Bello Canepiciano c'è l'instancabile lavoro dellAssociazione di Promozione Sociale “Tavola di Smeraldo”, Ente Volpianese impegnato nello studio e valorizzazione del territorio con particolare riferimento alla storia medievale, dell'Amministrazione Comunale, della Pro Loco, e delle tante associazioni che, con entusiasmo, hanno preso parte alla manifestazione.

Il sindaco di Volpiano Giovanni Panichelli ha dichiarato: "Non si può che essere molto orgogliosi di questa manifestazione perché è un tuffo nel passato della storia di Volpiano e ricreare quella che era l'atmosfera e la condizione di allora è qualcosa che veramente ci inorgoglisce. Non posso che veramente ringraziare tantissimo la Pro loco e tutte le associazioni insieme a "Tavola di Smeraldo" che hanno lavorato per la realizzazione di questo evento. E' stato un grande successo e siamo assolutamente molto orgogliosi di questo evento”.

Anche l’assessora alla cultura Barbara Sapino ha voluto sottolineare la cura del dettaglio: "Il fatto di trasformare il paese in uno scenario medievale trecentesco è davvero emozionante. E' una rivocazione storica ed è fatta con tutti i crismi, quindi si rispettano quello che erano gli abiti del tempo. Passeggiare qui, la mattina presto, è come attraversare un sogno."

Al De Bello Canepiciano, la Storia non è solo letta: è respirata, danzata, vissuta. . Si mescola con il vino speziato servito nelle taverne, con le risa dei bambini che imparano a tirare con l’arco, con i racconti sussurrati dai mercanti tra una bancarella e l’altra.
E quando il corteo dei cavalieri ha lasciato le vie del borgo, tra le ultime note dei tamburi e i saluti dei figuranti, non è stato un addio ma un arrivederci.

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