Cerca

Attualità

La volpe di Lauriano: troppa fiducia nell’uomo può trasformarsi in pericolo

L’appello dell’etologa Chiara Grasso: “State uccidendo quella volpe con la vostra bontà”

Corre verso i fari delle auto, si avvicina alle case, chiede cibo. La giovane volpe che da settimane si aggira tra i curvoni di Lauriano, tra Titti Bomboniere e Piazzo, non ha più paura dell’uomo. Un dettaglio che a prima vista potrebbe intenerire, ma che invece rappresenta un campanello d’allarme serio. Quella fiducia non è innocua: rischia di trasformarsi in una condanna.

A lanciare l’allarme è l’etologa Chiara Grasso, laureata in comportamento animale e presidente dell’associazione Eticoscienza. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni: «State uccidendo quella volpe con la vostra bontà». Un’accusa dura, che mette a nudo il paradosso di chi, spinto dalla compassione, compie in realtà un gesto pericoloso. Perché l’animale si comporta in modo innaturale e rischioso? La risposta è semplice e inquietante: qualcuno la sta alimentando.

Secondo Grasso, l’errore è confondere la volpe con un gattino randagio. Non lo è, né potrà mai esserlo. È un predatore selvatico, un tassello indispensabile dell’ecosistema. Controlla i roditori, contribuisce alla salute del bosco e della campagna, mantiene l’equilibrio naturale. Alterare la sua natura, renderla dipendente dall’uomo, significa condannarla a una vita dimezzata, esposta a rischi continui. «Quella volpe non è libera. Sta perdendo la sua natura. E la colpa è della nostra finta bontà», denuncia l’etologa, che conosce bene le conseguenze di questi comportamenti.

Il pericolo non riguarda solo l’animale. Una volpe che si abitua all’uomo può diventare un problema per la comunità: può essere investita, catturata o addirittura abbattuta. Può rappresentare una minaccia per animali domestici, ma soprattutto per la sicurezza stradale. Un animale selvatico che si lancia all’improvviso verso i fari di un’auto mette in pericolo la propria vita e quella degli automobilisti.

L’etologa Chiara Grasso

Ecco perché Chiara Grasso si rivolge direttamente a chi ha avuto, come dice lei, «la mano buona»: «Chiunque la stia alimentando si fermi subito. Per il bene della volpe. Per la sicurezza degli automobilisti. Per coerenza con il significato della parola rispetto. Ve lo chiedo da cittadina di Lauriano, ma soprattutto da etologa». Un appello netto, che non lascia spazio a fraintendimenti.

Dal canto suo, il team di Eticoscienza ricorda alcune regole semplici ma imprescindibili: non lasciare cibo, non avvicinarsi, non cercare interazioni o contatti diretti. E, di fronte a comportamenti anomali, avvisare immediatamente esperti o autorità competenti. Perché, come ribadisce l’etologa, «il vero amore non è sfamare un animale selvatico. È lasciarlo libero di essere ciò che è».

La questione non è solo scientifica, ma anche etica. Rispettare un animale significa permettergli di rimanere se stesso. Volpi come quella di Lauriano sono notturne e solitarie, si nutrono di piccoli mammiferi, uccelli, insetti, frutti selvatici. In natura vivono in media tre-cinque anni, ma la vicinanza con l’uomo, il traffico e il “cibo facile” riducono drasticamente le loro possibilità di sopravvivenza.

Il messaggio finale di Grasso è semplice e diretto, quasi una lezione di civiltà: «Se vogliamo dimostrare affetto per gli animali, impariamo la prima regola: lasciarli selvatici. Vuoi davvero bene a quella volpe? Allora non darle da mangiare. Non avvicinarti. Lasciala essere ciò che la natura ha voluto: libera, selvatica, viva. L’amore vero per la natura non si misura con le mani che danno, ma con gli occhi che osservano senza toccare».

Un monito che va ben oltre Lauriano. Perché la storia di questa giovane volpe è lo specchio di un rapporto distorto tra uomo e natura: un rapporto in cui, troppo spesso, la nostra presunta generosità diventa una condanna.

 

 

 

 

 

 

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori