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09 Febbraio 2025 - 15:50
L’Etologa Chiara Grasso
Negli ultimi anni, la presenza del lupo nelle zone rurali e periurbane d’Italia, comprese Chivasso, Lauriano, Rondissone e Torrazza, ha suscitato interesse e, in alcuni casi, preoccupazione. Tuttavia, come spiega l’etologa Chiara Grasso, questo fenomeno è un segnale positivo: è la prova che l’ecosistema sta recuperando il suo equilibrio dopo decenni di sfruttamento e urbanizzazione. «L’assenza del lupo aveva creato danni all’ecosistema. Il suo ritorno è stato un intervento ecologico fondamentale per ripristinare l’equilibrio», aggiunge Chiara Grasso.
Chiara Grasso
La ricomparsa del lupo in Italia non è frutto di rilasci artificiali, ma di una naturale e sorprendente espansione della specie. Negli anni ’60 e ’70, il lupo era praticamente estinto, minacciato dalla caccia e dalla distruzione del suo habitat. A partire dagli anni ’80, grazie alle politiche di protezione, la specie ha iniziato a riconquistare il suo spazio, arrivando a popolare anche le zone costiere di diverse regioni italiane. «Il lupo è un animale straordinariamente adattabile e non è mai stato limitato solo alle montagne. Può vivere anche vicino all’uomo, a patto che non ci siano interferenze dirette, come la distruzione dei suoi habitat o atti di persecuzione», afferma l’etologa. Il ritorno del lupo rappresenta, quindi, un segno di resilienza della natura, in grado di riprendersi quando l’uomo le consente di farlo.
Uno dei principali benefici della presenza del lupo è il controllo della popolazione di cinghiali, che negli ultimi anni è aumentata notevolmente, causando danni all’agricoltura e aumentando il rischio di incidenti stradali. «La caccia in braccata ai cinghiali da parte dell’uomo ha un effetto negativo sull’equilibrio naturale. Uccidendo le femmine matriarche, si provoca un aumento della natalità», spiega Chiara Grasso. Il lupo seleziona naturalmente i capi, stabilizzando l’ecosistema senza danni collaterali. Inoltre, gioca un ruolo nella lotta contro la peste suina, una malattia che minaccia i cinghiali e potrebbe diffondersi agli allevamenti. «Predando i cinghiali infetti, il lupo riduce la diffusione della peste suina», sottolinea l’esperta.
Il lupo che si avvicina alle aree abitate suscita preoccupazione, ma gli esperti rassicurano: non c’è nulla da temere. In Italia, infatti, non si registrano attacchi letali da oltre 250 anni. «Il lupo ci vede come una minaccia, non come una preda. Sono animali schivi e tendono a scappare alla prima occasione», chiarisce Chiara Grasso. Sebbene in alcuni casi possa entrare in contatto con animali domestici, gli attacchi ai cani sono molto rari e avvengono per motivi naturali, come la difesa del territorio o la protezione dei cuccioli. Questi episodi sono spesso legati alla scarsità di prede naturali o all’accesso a bestiame incustodito, ma misure preventive come recinzioni elettrificate e cani da guardiania possono ridurre il rischio. Il lupo è una parte fondamentale dell’equilibrio ecologico e, con la giusta gestione, è possibile convivere in armonia.
Il ritorno del lupo è accompagnato dalla diffusione di falsi miti, come la teoria dei rilasci artificiali. «Non c’è alcuna prova scientifica di rilasci artificiali. Sono assolutamente fake news. Il lupo è tornato grazie alla sua naturale capacità di espansione e al fatto che sia diventato una specie protetta», afferma l’etologa. Un’altra credenza errata è che i lupi siano pericolosi per l’uomo, nonostante non esistano casi recenti di attacchi mortali. Per affrontare la questione, è essenziale affidarsi a esperti qualificati, come sottolinea Chiara Grasso: «Bisogna migliorare le informazioni utilizzando la scienza, non intervistando il pastore che ha paura del lupo, né l’animalista che dice ‘salviamoli tutti’, ma chi, come me, utilizza dati scientifici».
Per convivere con il lupo, è fondamentale educare le persone su come comportarsi in caso di incontro. «Se incontro un lupo non mi metto a correre, non gli urlo in faccia, non gli tiro una pietra. Indietreggio lentamente senza dargli le spalle. E ovviamente: cani sempre al guinzaglio!», spiega Chiara Grasso. «Oggi è difficile convincere un pastore settantenne ad accettare la presenza del lupo, ma tra 20 anni, quando i figli di questi pastori saranno più consapevoli anche grazie alla divulgazione e all’accesso ai dati scientifici, il problema probabilmente sarà superato», sostiene l’etologa.
Chiara Grasso porta un esempio che fa riflettere. «In Africa, popolazioni che vivono in capanne di paglia e terra, per le quali una vacca rappresenta la sopravvivenza, convivono con leoni, elefanti e leopardi. E noi, con tutta la nostra tecnologia e risorse, non riusciamo a convivere con 3.000 lupi?! Siamo ridicoli. Spiegatemi perché in Mozambico, Zambia, Zimbabwe riescono a vivere con predatori pericolosi e noi non riusciamo a gestire un branco di lupi», conclude l’esperta.
Il lupo non è un nemico, ma un tassello fondamentale del nostro equilibrio ecologico, in quanto super predatore all’apice della catena alimentare. Il suo ritorno è il risultato di decenni di sforzi nella conservazione della fauna selvatica, portando numerosi vantaggi, dal controllo delle specie invasive alla prevenzione delle malattie. Educazione e informazione corretta sono essenziali per evitare inutili allarmismi e favorire una convivenza armoniosa con questo straordinario animale. Se nel resto del mondo è possibile convivere con grandi predatori potenzialmente molto più pericolosi, numerosi e dannosi, non c’è motivo per cui l’Italia non possa riuscirci con il lupo.
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