Cerca

Attualità

Ufo nei cieli del Piemonte: aumentano le segnalazioni nel 2025. Anche in Canavese

Luci misteriose, sfere sospese e oggetti silenziosi: da gennaio a oggi decine di avvistamenti tra Torino, Ivrea e la Val di Susa. I centri ufologici parlano di un anno anomalo

È stato un anno vivace nei cieli del Piemonte. Dall’inizio del 2025 a oggi, 5 agosto, le segnalazioni di oggetti volanti non identificati nella nostra regione sono aumentate sensibilmente, tanto da attirare l’attenzione dei principali centri ufologici italiani, come il CUFOM (Centro Ufologico Mediterraneo) e il torinese CISU (Centro Italiano Studi Ufologici). Luci misteriose, sfere luminose, oggetti triangolari sospesi sopra le colline, e strani bagliori immortalati di notte da telecamere di sicurezza o smartphone: è un mosaico di testimonianze, video e fotografie che rende sempre più difficile liquidare tutto come suggestione, satelliti o semplici droni.

A far scattare l’attenzione mediatica è stato un video, pubblicato a gennaio, che mostra una luce bianca intensa muoversi in maniera irregolare nel cielo sopra Torino, nella zona tra Cavoretto e Moncalieri. La clip, girata nella notte del 18 gennaio 2025, è stata diffusa dal CUFOM e ha totalizzato oltre 300.000 visualizzazioni su YouTube. Gli esperti del centro, fondato da Angelo Carannante, hanno dichiarato che il fenomeno ripreso “non corrisponde a oggetti noti come aerei, satelliti o fenomeni atmosferici comuni”. Le immagini mostrano una luce fissa che, dopo alcuni secondi, scompare per poi ricomparire in un punto distante, con un’accelerazione non compatibile con alcun velivolo civile.

Ma Torino non è l’unica città piemontese a essere stata “sorvolata” da fenomeni anomali. Segnalazioni provengono anche dall’Astigiano, dalla Val di Susa, dal Biellese, da Casale Monferrato, e — dettaglio non da poco — dal Canavese. In particolare, un episodio segnalato a Ivrea il 14 marzo 2025 ha suscitato molto scalpore tra i residenti del quartiere Bellavista. Più persone, tra cui un ex pilota di ultraleggeri e un docente di fisica in pensione, hanno raccontato di aver visto un oggetto di forma sferica, simile a una grande lanterna luminosa, rimanere sospeso a mezz’aria per oltre venti secondi prima di scomparire verso le montagne. Nessun rumore, nessuna scia. Il caso è stato segnalato al CISU, che lo ha inserito nel proprio archivio classificandolo come “inspiegato” dopo aver escluso palloni meteorologici, droni e riflessi.

ufo

Il Centro Italiano Studi Ufologici, fondato nel 1985 e con sede proprio a Torino, è diretto da Edoardo Russo, uno dei maggiori studiosi italiani del fenomeno. Il CISU adotta un approccio rigorosamente scientifico: ogni segnalazione viene vagliata con attenzione, confrontata con i database internazionali e con le rotte aeree ufficiali. “Nel 90% dei casi troviamo una spiegazione — ha dichiarato Russo in un’intervista recente — ma quel 10% residuo è ciò che ci spinge ad andare avanti. In Piemonte, tra gennaio e luglio 2025, abbiamo ricevuto 28 segnalazioni ritenute attendibili e di cui almeno 6 restano prive di spiegazione plausibile”. Un numero superiore alla media annuale registrata tra il 2010 e il 2020.

Tra gli avvistamenti più curiosi di quest’anno figura anche quello di Chiaverano, alle porte di Ivrea, dove a fine aprile un uomo ha filmato con un drone una formazione di tre luci in triangolazione perfetta che si muovevano in sincronia sopra la Serra Morenica. Il video è stato analizzato da esperti e ancora oggi divide l’opinione pubblica: per alcuni è la prova di una presenza “non convenzionale”, per altri si tratta di un riflesso multiplo di un faro di segnalazione. Ma il testimone, Michele G., giura: “Non c’era nessun faro. Nessuna macchina, niente vento. Solo silenzio e quelle luci. E poi, puff, sparite”.

Un altro caso è stato registrato il 21 giugno 2025 nei pressi di Pont Canavese, dove tre ragazzi hanno documentato con il cellulare una strana figura scura che si stagliava nel cielo al tramonto. Secondo il loro racconto, l’oggetto si muoveva a zig-zag, in maniera completamente incoerente con il volo di un uccello o un drone. Le immagini, pur di bassa qualità, sono state inviate al CUFOM, che ha annunciato ulteriori analisi nei prossimi mesi.

A livello nazionale, l’Aeronautica Militare ha confermato — attraverso fonti informali — di aver ricevuto alcune segnalazioni dalla regione, in particolare da aree sensibili come quelle vicino alle basi militari tra Vercelli e Novara, ma non ha rilasciato alcuna comunicazione ufficiale. Il Reparto Generale Sicurezza dell’AMI, responsabile per la raccolta e l’analisi dei fenomeni aerei anomali, si limita a catalogare i casi senza fornire interpretazioni pubbliche. L’ultima relazione accessibile risale al 2023.

Nel frattempo, i social esplodono. Su TikTok e Telegram sono nate vere e proprie community piemontesi dedicate al tema, con centinaia di utenti che condividono foto, esperienze e persino presunti segnali radio provenienti dal cielo. In molti si improvvisano cacciatori di Ufo, armati di fotocamere termiche e rilevatori di onde elettromagnetiche. Una delle pagine più attive si chiama “UFO in Piemonte 2025” e conta oltre 12.000 iscritti, con aggiornamenti quotidiani e mappature geolocalizzate degli avvistamenti.

In tutto questo fermento, una domanda resta inevasa: cosa sta davvero succedendo nei cieli del Piemonte? Siamo di fronte a una semplice impennata di attenzione collettiva, a un gioco di luci e illusioni, o davvero qualcosa — o qualcuno — ci sta sorvolando, osservando, studiando?

Le risposte, forse, arriveranno con il tempo. O forse no. Intanto, dal Canavese alle Langhe, da Torino alla Val di Susa, c’è chi continua a scrutare il cielo ogni notte. Perché in un’epoca in cui tutto sembra spiegabile, l’unico vero mistero rimasto è quello che ancora ci guarda dall’alto. In silenzio.

Guardare il cielo, cercare risposte: perché crediamo negli UFO

L’estate del 2025 ha riportato in prima pagina un tema antico quanto lo sguardo umano rivolto verso le stelle: l’ipotesi che là fuori, nel cielo, possa esserci qualcosa – o qualcuno – che ancora non comprendiamo. In Piemonte, come in molte altre regioni italiane, si registra una crescita esponenziale delle segnalazioni di oggetti volanti non identificati. Video, testimonianze, foto sfocate, luci che si muovono nel buio. E con esse, cresce il bisogno collettivo di dare un nome all’ignoto.

Ma al di là dell’evento singolo o del fascino del mistero, è legittimo chiedersi: perché ci crediamo? Perché continuiamo a guardare il cielo aspettandoci un segno?

La risposta, forse, non sta tanto negli UFO quanto in noi stessi. In un mondo sempre più razionale, iperconnesso e dominato da algoritmi, la credenza negli alieni è diventata una nuova forma di spiritualità laica. Un modo per recuperare stupore, per credere che non tutto sia sotto controllo, che qualcosa possa ancora sfuggire alle maglie della scienza e della tecnologia.

La fede negli UFO è anche una forma di resistenza. Alla banalità quotidiana, all’ansia per un futuro climatico incerto, alla crescente sensazione che la nostra civiltà abbia smesso di credere in qualcosa di più grande. Gli alieni diventano allora ciò che un tempo erano gli angeli, o gli dèi olimpici: entità superiori che ci osservano, ci giudicano, forse ci salveranno.

A questo si aggiunge un altro elemento, culturale e mediatico. La narrativa fantascientifica ha reso gli extraterrestri parte integrante del nostro immaginario collettivo. Da Spielberg a “X-Files”, da Area 51 ai documenti desecretati dal Pentagono, gli UFO hanno smesso di essere un fenomeno di nicchia per diventare un argomento da prima serata, ammantato di verosimiglianza e potenzialità scientifica. E quando, negli ultimi anni, anche la NASA e il governo degli Stati Uniti hanno cominciato a parlare ufficialmente di UAP (Unidentified Aerial Phenomena), la linea che separa la suggestione dalla realtà si è fatta più sottile.

Non bisogna confondere credulità e desiderio. La maggior parte degli avvistamenti ha spiegazioni razionali: satelliti, droni, palloni sonda, illusioni ottiche, distorsioni atmosferiche. Ma resta sempre una piccola percentuale di casi che sfugge alla catalogazione. Ed è lì, in quel margine d’incertezza, che si annida la forza del fenomeno UFO: la possibilità. Il dubbio. L’ipotesi che qualcosa, da qualche parte, ci stia cercando, o stia semplicemente passando oltre.

Credere negli UFO, allora, non significa necessariamente credere nei marziani. Significa credere che il mondo non sia del tutto spiegabile. Che esistano ancora orizzonti da esplorare. Che l’umanità, in fondo, non abbia smesso di interrogarsi sulle grandi domande: chi siamo? Siamo soli? A cosa serve tutta questa intelligenza se non a cercare ciò che ancora non conosciamo?

In un’epoca disillusa, l’UFO diventa simbolo di speranza. E forse, proprio per questo, continueremo a crederci. Anche quando le luci nel cielo si riveleranno droni. Anche quando le immagini saranno smentite. Perché ciò che ci attira, in fondo, non è l’oggetto volante. È l’idea che non tutto sia ancora stato scritto. E che qualcosa, lassù, stia ancora aspettando di essere scoperto.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori