AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
30 Luglio 2025 - 15:09
C’è un momento preciso, spesso inaspettato, in cui il cuore si stringe e il volto si illumina: accade quando, svoltando un angolo o camminando in riva a un lago, ci si trova davanti a lei. Piccola, rotonda, affettuosa. Una FIAT 500 storica. Quella vera. Quella nata a Mirafiori o a Termini Imerese tra il 1957 e il 1975. Un batuffolo di metallo e libertà che ancora oggi riesce a far vibrare corde profonde nell’anima italiana.
Non è un’auto, è un ricordo su ruote. È il profumo delle gite fuori porta, le valigie legate con le corde sul portapacchi, le ginocchia toccate nei sedili davanti, la risata di un bambino, il vento nei capelli. È il simbolo del riscatto di un Paese che, uscito dalla guerra, correva verso il futuro. Era piccola, ma dentro c’era tutta l’Italia.
Alla FIAT 500 è dedicata la nuova puntata della rubrica “Storie metropolitane” curata dalla Direzione Comunicazione della Città metropolitana di Torino, disponibile sul canale YouTube (clicca qui)
Per comprendere cosa spinge ancora oggi migliaia di persone a restaurare, lucidare e amare un’auto che sembra uscita da un cartone animato, siamo andati in Valle di Susa, terra di montagne e di motori. Qui abbiamo incontrato Renato Breusa, responsabile del Coordinamento locale del FIAT 500 Club Italia, il più grande Club al mondo dedicato a un solo modello d’auto, con ben 23.000 soci, affiliato all’ASI dal 2000 e con ben 180 sezioni attive in tutto il mondo.
Il club è un arcipelago di cuori battenti per un simbolo che ha unito l’Italia molto più di tante parole. Ogni 500 è una piccola nave del tempo: chi la guida e chi la ammira viene risucchiato in una dimensione parallela dove la meccanica era poesia e l’andare piano non era un difetto, ma un’arte.
Ogni anno, il Coordinamento della Valle di Susa organizza raduni spettacolari, patrocinati dalla Città metropolitana, che sono veri e propri abbracci collettivi alla memoria e alla bellezza. Dalla neve di Sestriere ai borghi soleggiati di Trana, da Bruzolo a Giaveno, fino alle acque tranquille del Lago Grande di Avigliana, dove le 500 parcheggiano come soldatini colorati e i passanti si fermano commossi.
“Il mito della 500 non solo non si spegne, ma cresce. Soprattutto tra i giovani”, racconta Renato Breusa. “Ogni anno organizziamo circa 200 raduni in tutta Italia. Al PRA risultano ancora oltre 300.000 FIAT 500 registrate. In tutto il mondo ce ne sono più di 450.000 in circolazione. È un patrimonio culturale, prima che automobilistico.”
E quando si chiede cosa accade al passaggio di una 500 in centro città, la risposta è quasi commovente: “Le persone ci chiedono se sono in vendita, quanto valgono, se si possono restaurare. Ma soprattutto, ci raccontano. Di quando andavano in vacanza in Sicilia partendo da Torino, stipati in cinque. Di quando la nonna guidava con il fazzoletto legato sulla testa. Di quando si rischiò di partorire sulla 500 in corsa. È un’auto che scatena storie”, dice Breusa.
E non sono solo ricordi: per molti anziani è ancora l’auto quotidiana. Per altri, un rito. Per alcuni, un amore. Nico Argirò, autoriparatore a Sant’Antonino di Susa, ha restaurato da solo la sua Nuova 500 del 1960, quella con le portiere controvento, quelle che si aprono al contrario come le ali di una coccinella. “L’ho fatto con le mie mani. I pezzi si trovano, se hai un po’ di manualità puoi farcela. Ma soprattutto, è come ridare vita a una creatura. Ti parla.”
Non è raro vedere nonni e nipoti insieme nei raduni: due generazioni distanti che si stringono intorno allo stesso cofano, una chiave inglese in mano e il cuore gonfio. Perché la 500 non è solo un’auto, è un legame generazionale, un’icona pop, un monumento ambulante al tempo che fu e alla voglia tutta italiana di affrontare la vita con stile, semplicità e ingegno.
Il FIAT 500 Club Italia non si limita a conservare la memoria: investe nel futuro. Con il museo multimediale Dante Giacosa e il Centro di documentazione per l’educazione stradale di Garlenda, diffonde cultura tecnica e responsabilità civile. E il riconoscimento dell’Unicef, che ne ha fatto un testimonial, dimostra che l’impegno del Club va ben oltre la meccanica.
In un mondo che corre veloce, che dimentica in fretta e che consuma tutto, la FIAT 500 resta lì. A ricordarci che la bellezza può essere minuscola. Che la libertà può avere 18 cavalli e un cofano sul davanti. Che si può andare lontano anche con poco. Basta avere sogni piccoli, tondi e inarrestabili. Come lei.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.