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03 Aprile 2025 - 18:07
A gennaio 2024 fu definito “un passaggio epocale”. Così il presidente della Regione Alberto Cirio e il ministro Matteo Salvini celebravano la riattivazione del servizio ferroviario sulla linea Torino-Ceres, con fermata all’aeroporto di Caselle. Ma oggi, a oltre un anno di distanza, quello che salta all’occhio è un “epocale” stato di abbandono e disservizi, tanto che il consigliere regionale del Partito Democratico Alberto Avetta ha deciso di presentare una nuova interrogazione.
«Se questo è il biglietto da visita per i turisti che atterrano a Torino – commenta Avetta – possiamo anche smettere di parlare di mobilità sostenibile e sviluppo del territorio». Il consigliere ha documentato con un video postato sui social la condizione attuale della stazione di Caselle: ascensore fermo, scale mobili ancora bloccate da un cantiere infinito e nessuna reale accessibilità per chi ha difficoltà motorie, famiglie con passeggini o semplicemente bagagli da trascinare.
Le scale mobili non sono accessibili alla stazione ferroviaria dell'aeroporto di Caselle Torinese
Avetta aveva già segnalato il problema con una prima interrogazione nel marzo 2024, rimasta senza risposta da parte della Giunta. «A distanza di oltre un anno – scrive ora – la situazione è praticamente immutata. Nessuno si è fatto carico del problema. E intanto ai cittadini è impedito un utilizzo pieno del servizio ferroviario».
Non solo barriere architettoniche. Il consigliere denuncia anche i costi più alti del treno rispetto agli autobus, l’assenza di una biglietteria tradizionale e la prossima interruzione estiva del servizio, prevista a giugno, per ulteriori lavori sulla linea. «Dopo due anni di chiusura per i cantieri, ora ci viene detto che bisogna fermarsi di nuovo? Dove sarebbe questo servizio efficiente e moderno che ci avevano promesso?».
La stazione di Caselle Aeroporto, snodo cruciale tra Torino, l’aeroporto, la Reggia di Venaria e le Valli di Lanzo, rappresenta un punto strategico della linea SFM-A. Un’infrastruttura su cui sono stati investiti complessivamente 230 milioni di euro, 33 dei quali stanziati dalla Regione Piemonte. «Eppure – conclude Avetta – la situazione continua a essere indegna di un Paese civile. Non possiamo accettare che chi ha problemi di mobilità o chi viaggia con bambini venga lasciato in fondo alle priorità politiche».
La richiesta del consigliere è chiara: «La Giunta Cirio si faccia sentire da RFI e imponga un intervento immediato, perché la dignità e la mobilità dei cittadini non sono una promessa da campagna elettorale, ma un diritto costituzionale».
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