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Piastra sogna la metro, ma ignora i treni veri che già passano a Settimo

La sindaca rilancia una metropolitana low cost in superficie come fosse un’idea nuova, ignorando che Settimo ha già una stazione. E nessuno chiede più corse da Torino. Maccanti e Molinari: “Basta propaganda, servono fatti”

Piastra sogna la metro, ma ignora i treni veri che già passano a Settimo

Elena Piastra

Ebbene sì. A Settimo Torinese, l’unica cosa che viaggia davvero veloce è la fantasia di Elena Piastra, sindaca visionaria che, mentre i treni reali passano ogni giorno, continua a inseguire il sogno romantico (e politicamente redditizio) di una Metropolitana 2 che non c’è, non si farà, e che – per Settimo e San Mauro – non è nemmeno in agenda.

Eppure lei insiste. Il sindaco Stefano Lo Russo gliel’ha detto in tutte le lingue del mondo. I tecnici gliel’hanno spiegato. Le istituzioni glielo ripetono da anni. Ma niente: Piastra rilancia ogni due per tre, ogni volta che ne ha l'occasione. Non con relazioni. Non andando a battere i pugni sui tavoli. Non denunciando. Macché. Semplicemente facendosi intervistare a giornali unificati. Tutt'intorno il coro (anche dei suoi compagni di partito) è unanime ... Meglio un pezzo di metropolitana in più a Torino città. Fanculo Settimo. Punto!

Tant'è. Epperò c'è un cambio di passo. Questa volta – colpo di scena – Piastra ha cambiato strategia: basta gallerie, da oggi si sogna una metro low cost e in superficie.

Un’idea rivoluzionaria... nel 1975. Peccato che in mezza Europa, da Parigi a Londra, le metropolitane viaggino già da decenni anche in superficie, attraversando quartieri e periferie su binari veri, senza scavare nemmeno un centimetro.

Ecco! Appunto. E a Settimo? A Settimo c’è una stazione. Funziona. O meglio: funzionerebbe, se qualcuno avesse la buona idea di potenziarla.

Perché i binari ci sono. I treni passano ma non si fermano. Fermano a Chivasso e ce n'è uno ogni 20 minuti che raggiunge Torino Porta Susa in 12, massimo 15 minuti...

Perchè Piastra non chiede più corse, orari cadenzati, collegamenti diretti, niente rotture di carico. Forse perché una stazione, per quanto utile, non fa effetto nei rendering, non conquista i like, e soprattutto non consente di dare la colpa a Roma, a Torino, a Salvini, alla zia suora?

Perché, invece di inseguire sogni interrati o di superficie la sindaca non chiede più treni tra Torino e Settimo, inseriti all'interno del sistema metropolitano? Sarebbe fattibile. Concreto. Utile. E, dettaglio non irrilevante, molto meno costoso di una nuova linea di metropolitana da costruire da zero.

Ignorare una stazione ferroviaria attiva, strategica, già inserita sulla Torino-Milano, è più che ridicolo: è inspiegabile. Forse perché non fa notizia. Nessuna conferenza stampa. Nessuna battaglia pubblica per un trasporto metropolitano vero.

A riportare tutti coi piedi per terra ci pensa Elena Maccanti, deputata della Lega e membro della Commissione Trasporti: «Da almeno due anni la sindaca di Settimo non perde occasione per polemizzare, pure con i suoi colleghi. Ora sfrutta la visita di Salvini per cambiare bersaglio, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: autopromozione». Tradotto: la metro è una scusa. Il protagonismo è il progetto.

E mentre Maccanti invita Piastra a partecipare davvero ai tavoli istituzionali, invece di lanciare slogan da talk show, arriva la stoccata di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega: «Mai come ora il Piemonte ha avuto risorse per le grandi opere. Cercare di ribaltare tutto su Salvini, quando la Metro 2 è stata progettata prima di lui, è ridicolo».

Nel frattempo, i pendolari aspettano. Non la talpa meccanica, ma un treno puntuale. Un collegamento decente. Un servizio dignitoso. Perché no, non serve scavare venti metri sotto terra per far funzionare la mobilità. Serve solo chiedere le cose giuste, con costanza. Magari un giorno sì e l’altro pure.

Un suggerimento alla sindaca chiacchierona: torni con un’idea semplice, concreta, realizzabile. Cominci a chiedere  la ferrovia che già c’è.

Così, giusto per cambiare.

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