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Da Verolengo all’Africa: la missione di Don José in Guinea-Bissau (VIDEO)

Una serata di solidarietà a Casabianca

Nella serata del 29 marzo, l’Oratorio di Casabianca di Verolengo ha aperto le sue porte per un evento di solidarietà dal forte valore umano e missionario. Organizzato dal Centro Missionario Diocesano di Ivrea e dal Gruppo A.M.I.C.A., l’incontro ha visto la partecipazione di numerosi fedeli e sostenitori, uniti dalla volontà di contribuire alle missioni in Guinea-Bissau.  

Patrizia Oliveira, segretaria del Centro Missionario di Ivrea, ci ha spiegato il valore dell’iniziativa: “Ogni anno, nel periodo della Quaresima, organizziamo questa cena di solidarietà per raccogliere fondi a favore delle missioni che seguiamo. Abbiamo già aiutato le missioni in Mozambico e quest’anno vogliamo dare il nostro supporto alla missione in Guinea-Bissau, dove Don José, lavora instancabilmente per le comunità locali.”  

Circa 120 persone si sono riunite per partecipare a una cena di solidarietà, il cui ricavato è stato destinato a sostenere i progetti missionari di don Giuseppe Bergesio, conosciuto come don José, in Guinea-Bissau. 

Don José Bergesio: un sacerdote con una vocazione internazionale  

Don José originario di Saluzzo, in Piemonte, ha dedicato gran parte della sua vita alle missioni all’estero. Il suo nome, insolito in Italia, riflette il suo impegno internazionale: dopo anni in Brasile e successivamente in Guinea-Bissau, è diventato noto come don José, un nome che testimonia il suo legame con i paesi lusofoni. In Guinea-Bissau ha trascorso nove anni come missionario, lavorando con le comunità locali, e continua ancora oggi a supportarle. 

La serata è iniziata alle 19 con la Santa Messa, celebrata proprio da don José, un momento di riflessione e preghiera collettiva. Dopo la Messa, la cena ha avuto inizio alle 20, con una preghiera di benedizione del cibo, simbolo di unione e speranza. I presenti hanno partecipato con entusiasmo, contribuendo a un progetto che va oltre il semplice aiuto materiale: è un legame umano che supera distanze geografiche e culturali. 

I progetti missionari in Guinea-Bissau 

Don José ha raccontato la sua esperienza sul campo, descrivendo le difficoltà che ancora oggi le comunità locali devono affrontare. “In cinque villaggi, abbiamo costruito 15 saloni pluriuso che servono per la catechesi, la scuola e altri scopi comunitari. Purtroppo, questi spazi sono ormai cadenti e necessitano di urgenti lavori di ristrutturazione”, ha spiegato don José. Questi saloni sono fondamentali per le attività quotidiane della comunità, e la loro riparazione è una delle priorità. 

La situazione della scuola è altrettanto critica. “Attualmente, la scuola secondaria ospita 580 alunni, ma quest’anno più di cento ragazzi non hanno potuto entrare per mancanza di spazio”, ha raccontato don José. “Abbiamo raggiunto il numero massimo di alunni, ma non possiamo accogliere tutti quelli che vogliono studiare. Abbiamo bisogno di costruire altre tre o quattro aule per dare un’opportunità a questi ragazzi”. L’educazione è una delle armi più potenti per il cambiamento, e don José ha sottolineato l’importanza di ampliare le strutture scolastiche per garantire un futuro migliore alle nuove generazioni. 

Oltre a queste necessità, il missionario ha parlato anche del progetto dell’orto comunitario, che coinvolge 30 donne delle famiglie locali: “Le donne lavorano duramente nei campi per guadagnarsi da vivere, ma purtroppo gli animali selvatici, come mucche, maiali e capre, rovinano i raccolti”, ha spiegato. “Sono costrette a vegliare giorno e notte, ma non basta. Avrebbero bisogno di una recinzione robusta per proteggere il loro lavoro”. Il sostegno a questo progetto potrebbe essere determinante per migliorare le condizioni di vita di queste famiglie, che lottano quotidianamente per garantirsi il sostentamento. 

La serata si è conclusa con un sentito ringraziamento di don José, che ha sottolineato quanto fosse fondamentale il supporto ricevuto. I partecipanti, col cuore colmo di gratitudine, hanno lasciato l’Oratorio di Casabianca con la consapevolezza che anche il loro piccolo contributo potrà portare un cambiamento positivo in una parte del mondo che spesso rischia di essere dimenticata.

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