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08 Marzo 2025 - 00:00
Arriva l'8 marzo e, puntuale come il cambio delle stagioni, torna anche l'appello potente di Violetta la forza delle donne, associazione eporediese impegnata in prima linea contro la violenza di genere. Non un semplice spot, ma un video emozionante, provocatorio e necessario per squarciare il silenzio assordante intorno a un tema che, purtroppo, non passa mai di moda.
Protagonisti sono ancora una volta loro, i giovani studenti e studentesse degli istituti superiori di Ivrea: IIS Cena, Liceo Botta, Gramsci e Olivetti. Un coro compatto e deciso che urla silenziosamente nelle coscienze collettive i pericoli delle relazioni tossiche, quelle mascherate da gelosia o "troppo amore", e che troppo spesso degenerano in violenza.
Il video di quest’anno, diretto e senza filtri, inchioda alla responsabilità non soltanto le nuove generazioni, ma tutta la comunità adulta, quella che educa, quella che dovrebbe essere modello, spesso distratta o peggio, silenziosamente complice. Cinque messaggi chiari per le ragazze, altrettanti per i ragazzi, per ricordare che la violenza non ha sesso e che saper riconoscere i primi segnali di una relazione malsana è un passo cruciale per salvarsi, per salvarci.
Particolarmente toccante il coinvolgimento degli sport locali – canoa, rugby, scherma e basket – che, nell'anno olimpico, diventano simboli della parità e del rispetto reciproco. Perché il gioco di squadra, nella vita come nello sport, funziona soltanto quando c'è fiducia, rispetto e comprensione reciproca. Un messaggio sottolineato con delicatezza e forza dalla colonna sonora eseguita da Thomas Oliver Masciaga, talentuoso pianista eporediese oggi studente alla prestigiosa Guildhall School of Music and Drama di Londra.
Il problema però resta lì, intatto, pesante come un macigno: è sufficiente uno spot per cambiare la cultura e gli atteggiamenti profondamente radicati? No, certo che no. Ed è per questo che Violetta non si limita a un giorno all'anno, ma lavora quotidianamente, con determinazione, offrendo sostegno psicologico, legale e sociale alle donne vittime di violenza.
Il comunicato stampa diffuso dall'associazione non lascia dubbi: la violenza è un problema culturale e strutturale, non individuale. Bisogna coinvolgere uomini e donne insieme, creare una solidarietà consapevole che sappia dire basta e sappia farlo subito, senza esitazioni o giustificazioni. Ed è con le testimonianze vere, drammatiche ma coraggiose, raccolte da Violetta, che questo messaggio arriva forte, inequivocabile, nelle case di chi ancora tace per paura o vergogna.
Nel 2021 furono gli uomini stessi, quelli veri, non quelli nascosti dietro la maschera dell’orgoglio ferito e della violenza, a parlare ai loro simili. Nel 2022 la parola è passata alle donne che hanno vissuto l'incubo della violenza. Nel 2023 il progetto è partito addirittura dai più piccoli, perché educare al rispetto comincia dall'infanzia. Quest’anno, nel 2025, la sfida è stata affidata proprio ai giovani adolescenti, a quella generazione che ha il compito di sradicare per sempre un problema antico e tragicamente ancora attuale.
Le frasi degli studenti risuonano forti, impossibili da ignorare. Sono richiami che fanno male, ma che devono fare male, perché solo così si può cambiare davvero qualcosa. "La mia relazione d'amore è sana?" chiedono i ragazzi e le ragazze. Una domanda che dovrebbe diventare ossessione collettiva, priorità educativa di una società che, troppo spesso, sottovaluta l'emergenza che si consuma ogni giorno tra le mura domestiche, nei corridoi delle scuole e nelle chat dei social network.
Insomma, l'8 marzo targato Violetta non è solo celebrazione, non è soltanto una mimosa da regalare: è un urlo collettivo, un richiamo alla responsabilità sociale, all'impegno educativo e culturale che non possiamo più permetterci di ignorare.
Perché una vera relazione d’amore non lascia lividi, ma rispetto e libertà.
LA VOCE DEL CANAVESE
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