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15 Febbraio 2025 - 16:44
Nuova rotonda, nuova polemica. A Settimo Torinese l’amministrazione comunale si diletta a giocare con la viabilità come fosse un plastico del Trenino Thomas, e chi meglio di Alessandro Raso per guidare la locomotiva dell’arroganza? Il nostro assessore, invece di spiegare con garbo ai cittadini il senso della nuova opera, ha deciso di salire in cattedra, impartire lezioni e, soprattutto, sbeffeggiare chiunque osi criticarlo. Il tutto, ovviamente, condito da quel tono di superiorità che trasuda più supponenza di un professore di filosofia al primo anno di insegnamento.
Il tutto inizia con un post Facebook dell’assessore, che con un’invidiabile capacità di autocelebrazione ci illumina sulla genesi della nuova rotonda. Raso spiega, con il solito tono da vate della mobilità, che la rotonda è frutto di mesi di studi, monitoraggi, rilevazioni scientifiche di altissimo livello, sudori, incubi, notti passate a studiare. Una vera opera d’arte dell’urbanistica moderna, concepita nell’ambito del sacro PNRR, perché, si sa, se un progetto ha dentro il magico acronimo, allora diventa automaticamente perfetto e inattaccabile.
Tra le perle del suo discorso, il passaggio in cui il nostro urbanista prestato alla politica rivendica il diritto dell’amministrazione di "sperimentare" sulla viabilità. Sperimentare? Su cosa? Sul tempo di attesa degli automobilisti in coda? Sul livello di stress dei pendolari bloccati nel traffico? Oppure sul livello di sopportazione dei cittadini che si vedono piazzare l’ennesima rotonda mentre altre opere rimangono incomplete?
Ma il vero capolavoro arriva nel finale, quando Raso ammonisce chi osa filmare il traffico per segnalare problemi: "Non serve percorrere il sottopasso cellulare in mano per evidenziare il nulla cosmico, rischiate di fare male a voi e agli altri".
Tradotto: state zitti e fidatevi ciecamente di noi, che sappiamo quello che facciamo. Giusto, perché le amministrazioni comunali non sbagliano mai, no?
Ovviamente, il post di Raso non passa inosservato e scatena una raffica di commenti. Lorenzo Ravinale, cittadino ed esponente della Lega, critica l’ennesima rotonda, sottolineando come tante opere precedenti siano rimaste incomplete.
E qui il nostro assessore si trasforma in un maestro di vita, dispensando perle di saggezza: "Francamente da un rappresentante della Lega settimese, giovane come lei, mi aspettavo un'analisi più accurata, ma 'una cagata pazzesca' può andar bene, diciamo che non è da lì che mi aspetto grandi contenuti".
Ah, ecco. La politica dell’arroganza. Se non sei d’accordo, allora non capisci niente. Se critichi, sei un ignorante. Se esprimi un’opinione, meglio che tu vada a studiare. Ed è esattamente quello che Raso dice poco dopo, con una chicca destinata a entrare nei manuali dell’educazione istituzionale: "Ravinale, approfitti dei suoi vent'anni... si metta a studiare".
Un bel vaffanculo no?
Certo, perché uno dei compiti degli assessori comunali è di fare i professori con i cittadini, invece di ascoltarli. Ma a Settimo Torinese funziona così: se osi mettere in discussione le decisioni di chi governa, non solo ti becchi una lezione di urbanistica spicciola, ma vieni anche ridicolizzato in pubblico. Complimenti.
A rincarare la dose ci pensano Michele Fusco e Giorgio Chiarle, che raccontano di come, alla rotonda di via Cascina Nuova, l’amministrazione abbia ignorato i problemi reali. Fusco segnala che i tecnici del Comune, con una visione quasi mistica della viabilità, hanno visto solo momenti di traffico poco intenso e hanno deciso che tutto funzionava perfettamente.
Peccato che la realtà sia ben diversa: bus fermi alle fermate con code di auto che non se ne può più.
Chiarle rincara la dose: "Non capisco a che titolo ci si permetta di screditare i cittadini".
Ma a Settimo pare che il rispetto per chi esprime un’opinione sia considerato superfluo.
Se il dibattito ha un merito, è quello di aver smascherato ancora una volta un’amministrazione allergica alle critiche e incapace di accettare il minimo dissenso. Al posto di riconoscere i disagi segnalati dai cittadini, Alessandro Raso e compagni e la sindaca Elena Piastra non è da meno, salvo che ci aggiunge il "sorrisetto" e la "risatina", preferiscono troncare le discussioni con frasi sprezzanti, minimizzare le lamentele e ridurre tutto a un’infantile gara di battute.
Peccato che il Comune non sia un social network e che gli assessori non dovrebbero comportarsi come troll da tastiera con la fascia tricolore.
Forse, prima di sperimentare sulla viabilità, l’amministrazione dovrebbe sperimentare qualcosa di più audace: l’umiltà.
Magari, chissà, potrebbe scoprire che ascoltare i cittadini e trattarli con rispetto porta a risultati migliori rispetto alla boria e al sarcasmo di bassa lega, lo stesso sarcasmo (per inciso) che abbiamo cominciato a usare anche noi de La Voce, proprio per far capire loro come ci si sente, e vi garantiamo che essere scesi ai loro stessi bassifondi non è stato così facile.
Ma questo, a quanto pare, è un esperimento che a Settimo Torinese nessuno aveva ancora avuto il coraggio di fare.
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