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Costume e Società

Rocco Schiavone torna e porta con sé i fantasmi di Ivrea

La sesta stagione del vicequestore più cinico e tormentato d’Italia sbarca su Rai 2 il 19 febbraio. Ivrea diventa il palcoscenico di nuove indagini tra ossa sepolte e segreti che riaffiorano

La sesta stagione di Rocco Schiavone è pronta a tornare sugli schermi italiani, e questa volta Ivrea sarà una delle protagoniste indiscusse. Il vicequestore interpretato da Marco Giallini riapre le porte del suo mondo fatto di sarcasmo, disillusione e casi intricati, con quattro nuovi episodi che andranno in onda su Rai 2 a partire dal 19 febbraio 2025.

Tra atmosfere cupe, segreti sepolti e il consueto sguardo cinico sul mondo, la serie promette di riportare il pubblico nell’universo creato da Antonio Manzini, con una nuova indagine che affonda le radici nel passato e che porterà il poliziotto più fuori dagli schemi della tv italiana a confrontarsi ancora una volta con il lato oscuro della sua stessa esistenza.

Ivrea, città dal fascino sospeso tra passato industriale e suggestioni storiche, si prepara a vedere le sue strade e i suoi scorci trasformati in una perfetta scenografia per il tormentato vicequestore. Non è solo un’ambientazione, ma un vero e proprio personaggio della storia.

Rocco Schiavone

Girata nella primavera del 2024, la sesta stagione ha visto la città eporediese diventare un set a cielo aperto, con riprese che hanno coinvolto angoli simbolici come via Palestro, via Jervis e i giardini Giusiana. Chi ha avuto la fortuna di imbattersi nelle riprese ha potuto assistere a un’operazione quasi chirurgica nel ricreare l’atmosfera noir che è da sempre il marchio di fabbrica della serie. Le luci soffuse della sera, i vicoli acciottolati, il riflesso delle insegne sul selciato bagnato dalla pioggia, tutto sembra fatto apposta per incorniciare il mondo di Schiavone, un mondo in cui la bellezza è spesso avvolta dalla malinconia e dove la giustizia è una linea sottile, fragile, spesso oltrepassata senza nemmeno rendersene conto.

Il vicequestore odia la montagna, il freddo e la neve, ma non può fare a meno di questa città che, suo malgrado, è diventata casa sua. E per chi conosce Ivrea, non è difficile capire perché questa scelta sia così azzeccata.

C’è un’anima nascosta tra le sue strade, una dimensione in bilico tra la modernità e il passato, tra l’eredità di Adriano Olivetti e la sensazione di un futuro incerto. È una città che racconta molto di più di quello che si vede a prima vista, proprio come Rocco Schiavone, un personaggio che nasconde dietro alla sua durezza uno struggente senso di giustizia e una malinconia che non lo abbandona mai.

Le nuove puntate della serie attingono direttamente dai romanzi di Antonio Manzini, Le ossa parlano e Il passato è un morto senza cadavere, due titoli che già da soli lasciano intendere il tono oscuro della stagione. La trama ruota attorno al ritrovamento di ossa umane durante uno scavo, un caso che porterà il vicequestore a indagare nel passato, affrontando una storia fatta di segreti e ombre che sembravano sepolti per sempre. Una vicenda che si lega perfettamente con l’estetica della città, con le sue architetture che raccontano storie di epoche diverse, con le sue vie che sembrano perfette per ospitare misteri irrisolti e sguardi fugaci dietro le finestre socchiuse.

Durante le riprese, gli eporediesi hanno avuto modo di vedere da vicino Marco Giallini, il volto iconico di Schiavone, un attore che sembra nato per indossare quel loden verde scuro e per fumare con sguardo perennemente assorto tra le nebbie della sera. Tra un ciak e l’altro, qualcuno l’ha avvistato nei bar del centro, altri l’hanno visto camminare vicino alla Dora, immerso nel suo personaggio. Per chi segue la serie da anni, è stato come vedere il vicequestore prendere vita, muoversi tra le strade di Ivrea con la sua solita andatura stanca, con quell’aria di chi sa già come andrà a finire, ma che non smette mai di cercare risposte.

L’attesa per il 19 febbraio è ormai alle stelle. I fan della serie contano i giorni che li separano dal ritorno del loro vicequestore preferito, consapevoli che questa nuova stagione potrebbe regalare momenti ancora più intensi e rivelazioni inaspettate. Schiavone è un personaggio che non smette di evolversi, un uomo segnato dalla vita, che continua a camminare sul filo sottile tra il rispetto della legge e il bisogno di trovare giustizia a modo suo. E questa volta, le sue indagini lo porteranno a muoversi tra le strade di una città che saprà accoglierlo, con le sue luci soffuse e le sue ombre pronte a rivelare nuovi segreti.

Per chi non vuole aspettare e desidera rivivere le precedenti stagioni, l’intera serie è disponibile su RaiPlay. Ma il conto alla rovescia è già iniziato: tra pochi giorni Rocco Schiavone tornerà in tv, e Ivrea sarà al centro di un racconto che si preannuncia cupo, affascinante e più intenso che mai. Sarà come aprire una finestra sulla città e vedere, tra i riflessi della pioggia sull’asfalto, il vicequestore camminare con il suo passo lento, con una sigaretta accesa tra le dita, pronto a un nuovo caso, pronto a guardare ancora una volta dentro l’abisso.

Chi è Rocco Schiavone?

Schiavone è il protagonista dei romanzi di Antonio Manzini editi da Sellerio: un poliziotto con grande fiuto, il cui talento contrasta con i suoi modi burberi e i metodi poco ortodossi.

Nato nella Roma più verace, quella trasteverina degli anni Settanta, è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con gli amici di sempre Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo gli amici sono rimasti ladri, lui invece è diventato guardia, ma questo non ha intaccato il profondo legame che li unisce.

Rocco Schiavone

Dove eravamo rimasti: la quinta stagione trasmessa nel 2023.

Sebastiano racconta a Rocco che Enzo Baiocchi è in Svizzera e confessa di aver dissotterrato il corpo del fratello Luigi e di averlo gettato in mare per togliergli un peso. Rocco decide quindi di nascondere l'amico nell'appartamento di Deruta.

Il procuratore Baldi viene contattato da Enzo Baiocchi il quale gli vuole consegnare dei documenti importanti e così il magistrato si reca al suo albergo vicino alla frontiera insieme a Schiavone, ma il malavitoso viene ritrovato morto nella sua stanza; intanto Sebastiano è scomparso. Ad indagare sul caso ci sono anche il vicequestore Ciasullo della Questura di Varese e la PM Pagani. Schiavone e Baldi interrogano subito i dipendenti dell'albergo della dogana, i portieri Lippi e Delicato e la donna delle pulizie Luigina Casale.

Schiavone sa bene che non può essere stato l'amico ad uccidere Baiocchi e chiede a Sandra Bucellato di scrivere un articolo d'inchiesta con alcuni suoi suggerimenti come quello di gettare ombre su Riccardo Mastrodomenico, alto dirigente della polizia che secondo lui avrebbe arrestato Baiocchi senza arrivare ai pesci grandi. Furio e Brizio, che in fretta e furia erano arrivati da Roma per aiutare Rocco, intimidiscono Luigina la quale finisce per confessare di aver intravisto l'assassino di Baiocchi nell'albergo. Poco lontano dall'albergo viene ritrovato il cellulare di Baiocchi che è stato completamente svuotato, ma le impronte digitali trovate sull'apparecchio risultano essere di Sebastiano.

Rocco racconta a Sandra che Mastrodomenico ce l'ha con lui da quando lo ha fatto trasferire ad Aosta, facendolo poi spiare da Caterina Rispoli, per il fatto di aver arrestato e picchiato il figlio di un sottosegretario cui era vicino. Schiavone fa presente a Baldi che il cellulare ritrovato appartiene effettivamente a Sebastiano e che il suo appartamento è stato messo sotto sopra da ignoti, probabilmente poliziotti o Carabinieri senza divisa.

Il Questore Costa convoca Schiavone dicendogli, in presenza di Mastrodomenico, che Sebastiano sarebbe scappato all'estero con un passaporto rubato alla Questura di Aosta dopo aver ucciso Baiocchi e che lui è sospettato di essere suo complice; Schiavone risponde a muso duro a Mastrodomenico negando di essere coinvolto e dicendo che la dinamica dell’omicidio Baiocchi e della presunta fuga di Sebastiano è poco chiara. Poco dopo Baldi avverte Schiavone del fatto che nel bagno di un autogrill è stato ritrovato il cadavere di un uomo e che non molto lontano è stata fatta ritrovare anche la pistola che ha ucciso Baiocchi; Luigina dice a Brizio e Furio che si tratta dell’uomo visto nell’albergo.

Caterina Rispoli chiama Rocco chiedendo di incontrarlo: l'ex collega gli racconta che ad uccidere Baiocchi è stato Flavio Vinciguerra, ex NOCS, e gli consegna i documenti che erano in possesso del malavitoso e che riguardano il traffico di cocaina su cui indagava nel 2007, controllato segretamente da Mastrodomenico, un deputato e un sottosegretario ed ecco perché Schiavone fu allontanato e i membri della banda, tranne Luigi Baiocchi, furono arrestati. Caterina rivela anche che Sebastiano faceva parte di questa banda, la stessa che ha ucciso la moglie di Rocco, ma il poliziotto non vuole crederle; infine, i due si lasciano trasportare dalla passione e finiscono per fare l'amore.

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