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Un volo di palloncini bianchi e l’abbraccio dei bambini per l’ultimo saluto a Nicolò

Torrazza e Chivasso oggi si sono fermati per rendere omaggio al piccolo campione Nicolò Cazzamani

Un silenzio assordante, rotto soltanto dai singhiozzi e dalle voci spezzate dall’emozione dei compagni di squadra e di classe, ha accolto la piccola bara bianca di Nicolò Cazzamani, 9 anni, nella chiesa parrocchiale di Torrazza Piemonte. È qui che, questo pomeriggio, è stato dato l'ultimo saluto al bambino mancato sabato 25 gennaio, dopo essere stato male durante l'allenamento del venerdì con gli Aquilotti dell’Asd Pallacanestro Chivasso nella palestra della scuola Dasso.

All’uscita della bara, i compagni di squadra di Nicolò, con indosso le casacche verde e bianca dell’Asd Pallacanestro Chivasso, si sono disposti sul sagrato per salutarlo in silenzio: sulla piccola bara bianca, la casacca con il numero 31, quella che il piccolo portava con orgoglio e con cui aveva disputato le prime partite del torneo. Il gesto più toccante è arrivato subito dopo, quando quei bambini hanno lasciato volare palloncini bianchi verso il cielo: un ultimo, struggente saluto che ha commosso gli adulti e scaldato il cuore di un’intera comunità.

Lo stesso tributo è stato reso dai bambini della classe Quarta D della scuola primaria di Torrazza, anch’essi con i palloncini bianchi in mano e gli occhi pieni di lacrime. Durante la celebrazione, uno dei compagni di classe ha letto una preghiera semplice ma profondamente toccante: “Caro Gesù, noi bambini ti chiediamo di proteggere la famiglia di Nicolò, la mamma Sara, il papà Luca e il fratello Simone, affinché trovino la forza di affrontare questo immenso dolore”.

Altre parole, pronunciate da un’insegnante, hanno evocato i momenti di gioia quotidiana che Nicolò amava condividere: “Davanti a quel banco vuoto, i nostri occhi si sono riempiti di lacrime. Il tuo entusiasmo, la tua vivacità e la tua disponibilità verso tutti non si possono dimenticare.

All’interno della chiesa, gremita, si percepiva un dolore profondo. Mamma Sara e papà Luca, stretti l’uno all’altra, e il fratello Simone, poco più grande di Nicolò, erano circondati da un affetto composto ma intenso, manifestato anche dalla presenza di centinaia di persone. Tra queste, le autorità: il sindaco di Torrazza Piemonte, Massimo Rozzino, e il presidente del consiglio comunale di Chivasso, Alfonso Perfetto, in rappresentanza di un’Amministrazione che ha indetto per oggi una giornata di lutto cittadino. E poi i dirigenti dell'Asd Pallacanestro Chivasso, guidati dal presidente Rudi Cena e gli allenatori che hanno guidato i primi passi di Nicolò verso questo sport.

Nel corso della funzione religiosa, concelebrata da don Patrice Muyentwali, don Maurizio Morella e don Giampiero Valerio, si è parlato del “dolore innocente” di una comunità, una sofferenza che – come ha sottolineato uno dei sacerdoti – ha il potere di unire i cuori. Con parole commosse, il celebrante ha ricordato come “ogni bambino è un patrimonio sacro dell’intera umanità” e che la morte di un piccolo “genera un’immediata mobilitazione dell’anima”. Il parroco ha poi invitato tutti a non perdere la speranza, spiegando che “la vita non è tolta ma trasformata” e che Nicolò, ora, “continua a sorriderci dall’alto”.

La cerimonia si è conclusa con la preghiera corale di tutti i presenti: “O Signore, accogli Nicolò nella tua casa e donagli la felicità di vivere accanto a te in Paradiso. Consola i genitori, il fratello e tutti coloro che gli hanno voluto bene”.

Fuori dalla chiesa, quell’ultimo struggente saluto accompagnato dal volo dei palloncini bianchi, lanciati in aria dai suoi compagni di squadra e di classe, che ha disegnato nel cielo un messaggio di speranza e di amore. Un pomeriggio di preghiera e sentimento, in cui Torrazza e Chivasso si sono strette attorno alla famiglia di Nicolò, promettendo di non lasciarla sola e di custodire, vivo nel ricordo, il sorriso di un bimbo che, con la sua gioia di vivere, ha insegnato a tutti il valore della condivisione e dell’amicizia.

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