L'architetto Gian Luca Lepore e Germano Mosconi, per la fine dell'anno, non hanno scelto mezze misure. Hanno confezionato un video che è una bomba satirica sul degrado di Settimo Torinese e l’hanno lanciato sui social con tanto di auguri per un prospero 2025. Gran finale? Un bel “vaffanculo” tondo tondo, rivolto a chi di dovere. L’invito? E' di guardarlo tutto, fino all’ultimo secondo.
Ma di che si parla in questo video? Della città che è e non di quella che la sindaca Elena Piastra vorrebbe far credere che sia. Sui social, la prima cittadina continua a raccontare la fiaba di un luogo splendente, con una corte di fedelissimi che applaude, commenta e dice “brava, continua così”. Intanto, il degrado regna sovrano e Lepore e Mosconi, con la precisione di un chirurgo e la schiettezza di chi usa la propria testa, hanno puntato il dito su tutto ciò che non va.
Via Schiapparelli, ad esempio, con una pista ciclabile talmente “ben progettata” che bisogna scendere e risalire dalla bici in un continuo saliscendi che, per citare il tono del video, fa perdere più calorie di una lezione di spinning.
Piazzale Cappelletti? Abbandonato a sé stesso. Via Leini? Marciapiedi da giungla urbana.
E poi c’è la segnaletica sbiadita, i pozzetti non riparati e i cordoli traballanti di via Verdi. Non mancano i dettagli da manuale del degrado: i “panettoni” in via Varese, appoggiati lì come se fossero decorazioni natalizie dimenticate, e il cicloposteggio della stazione, che più che accogliere biciclette sembra invitare i vandali.
E che dire del sottopasso autostradale? Sporco, degradato e buio come il futuro di certe promesse elettorali. Promesse che, tra l’altro, includono la piantumazione di circa duemila alberi... morti sul nascere, come l’entusiasmo per il famigerato raddoppio del parco Berlinguer.
E mentre il degrado imperversa, la città si ritrova con una lunga serie di “boschetti” spontaneo di erbacce sui marciapiedi delle case Fiat, quasi fosse un omaggio all’urbanismo selvaggio.
Il video, oltre a scatenare ilarità (e indignazione), lancia una domanda seria: ma la sindaca cosa fa, oltre a raccontare favole su Facebook? Parlare, sembra. Tanto, tantissimo parlare. Ma agire? Quello proprio no.