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Torino
21 Novembre 2024 - 01:07
Sergio Mattarella interviene all'assemblea dell'Anci, a Torino, nel giorno dell'elezione a presidente di Gaetano Manfredi. E, in un articolato discorso, sottolinea alcuni principi chiave dei rapporti tra le istituzioni: i comuni sono il simbolo dell'unità del Paese e i sindaci in prima linea nel rapporto con i cittadini. Da qui l'invito alla collaborazione a tutti i livelli.
L'intervento del Presidente della Repubblica segue quello del neo presidente dei comuni italiani che lancia l'agenda "riformista", da sottoporre alla premier Giorgia Meloni e ai ministri, con l'obiettivo di "garantire equilibrio e crescita alle diverse realtà comunali, piccole e grandi, aree interne e urbanizzate".
Poche ore dopo l'elezione, al Lingotto Fiere di Torino, Manfredi ha parlato di obiettivi e strategie, proposte al governo nazionale e critiche alla legge di Bilancio, nella sala gremita di sindaci con la fascia tricolore, proprio davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Un sicuro riferimento morale e istituzionale per il nostro impegno di sindaci", ha detto Manfredi, rivolgendosi al Capo dello Stato, "l'abbiamo sentita sempre vicino, anche fisicamente, con la presenza e la testimonianza concreta. Nei momenti di difficoltà e nel lavoro quotidiano. Nelle giornate drammatiche e nelle occasioni di festa e di celebrazione".
"I Comuni, che sono il simbolo dell'unità del Paese", ha successivamente sottolineato il Capo dello Stato, "sono oggi al lavoro nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, attività che vede in campo rilevanti risorse messe a disposizione dall'Unione. Come sempre, il tema è quello delle somme disponibili e delle opzioni di spesa conseguenti, che il Parlamento consegna al governo con la legge di bilancio. Come è naturale, le scelte che i governi nazionali hanno fatto a Bruxelles con il Patto di stabilità si riflettono sui Comuni. Non possiamo dimenticare che questi ultimi, in prima linea nel rapporto con i cittadini, sono chiamati a sovvenire ai bisogni più immediati ed elementari della popolazione".
Da qui l'invito alla collaborazione tra istituzioni, "un dovere repubblicano". "Con chi costruire l'Italia dei prossimi decenni, opera che richiede partecipazione corale e diffusa, concordia tra le istituzioni, convergenza delle istanze popolari, se non con i Comuni? La concordia è necessaria di fronte alle emergenze, purtroppo divenute frequenti. Quando viene aggredito il principio di legalità. Davanti a minacce al funzionamento e alla dignità delle istituzioni", ha tra l'altro detto.
Dell'Agenda dei Comuni, Manfredi poco prima aveva evidenziato le priorità: "diritto alla casa, che deve tornare accessibile a tutti", "servizi di prossimità, integrati con i servizi sociali ed educativi", "sostenibilità dei servizi nelle aree interne", "la sfida dei trasporti", "un nuovo modello di gestione della sicurezza", "politiche concrete di sostenibilità ambientale" e "uno sguardo più attento e vigile sui giovani".
Punti "che non possono essere evasi", ha osservato Mattarella, "I Comuni, nell'ambito della spesa della Pubblica Amministrazione, risultano virtuosi. Lo riconoscono tutti i parametri di valutazione. Non posso che auspicare una interlocuzione fruttuosa".
Ma per "implementare quest'agenda", ha rimarcato Manfredi, "bisogna agire su una riforma dell'assetto istituzionale e della finanza locale", perché "la capacità fiscale dei Comuni è ormai esaurita. In questa prospettiva di una possibile riduzione dei trasferimenti è necessario immaginare una riforma della finanza locale, altrimenti i Comuni avranno sempre più difficoltà a garantire i bisogni primari e contrastare i divari e gli squilibri".
Manfredi chiede un sempre maggior coinvolgimento dei sindaci sul tema della sicurezza, "a tutti i livelli e in tutte le fasi: nella prevenzione e nelle dotazioni tecnologiche di controllo e sorveglianza" e un ripensamento su "alcune scelte"della legge di Bilancio che "riteniamo drastiche di riduzione di risorse con azzeramento di intere misure pluriennali per gli investimenti comunali".








Toni morbidi, vocazione al dialogo, capacità di mediazione e di confronto. Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli dal 2021, è un convinto sostenitore dell'alleanza progressista ma sa interloquire anche con la destra, che non gli lesina stima e apprezzamenti.
Mentre l'altra figura forte della politica campana, Vincenzo De Luca, attaccava per mesi a spada tratta il Governo sulla vicenda dei fondi di coesione, lui discuteva con il ministro Fitto sulle risorse per Bagnoli, dando vita a una rottura politica profonda con il governatore, che pure ne aveva sostenuto la candidatura a primo cittadino.
Chi pensava che l'ingegnere fosse politicamente debole e inesperto si è dovuto ricredere: Manfredi ha saputo costruire reti e alleanze, tenendosi a distanza dal fuoco incrociato delle polemiche. Riuscendo persino, capolavoro della diplomazia, a far accettare ai napoletani il suo mai nascosto amore giovanile per la Juventus.
Nato a Ottaviano (Napoli) 60 anni fa, Manfredi spende la sua carriera professionale nell'università Federico II di Napoli come docente di Tecnica delle costruzioni, nella facoltà di Ingegneria. Nel 2014 viene eletto rettore dell'ateneo per poi assumere l'anno dopo anche la guida della Crui, la Conferenza dei rettori italiani.
Ricercatore nel campo dell'ingegneria sismica, sposato e padre di una figlia, sbarca in politica come tecnico di area dem nel gennaio 2020, con la nomina a ministro dell'Università nel governo Conte 2, al posto del dimissionario Fioramonti.
In oltre un anno alla guida del dicastero si fa apprezzare per le riforme che semplificano l'accesso ad alcune professioni, e stringe un saldo rapporto politico e personale con l'allora presidente del Consiglio.
Caduto quell'esecutivo, Manfredi accetta nel 2021 la candidatura a sindaco di Napoli e riesce a costruire una coalizione di ben 13 liste, che oltre a Pd e M5s include sinistra, Verdi, renziani, civiche fino a Noi Campani di Clemente Mastella. Viene eletto al primo turno sfiorando il 63%, e tra i primi a correre in città per festeggiarlo c'è proprio Giuseppe Conte.
Anche il governatore-sceriffo Vincenzo De Luca in quel periodo è sponsor e sostenitore del nuovo sindaco. Dopo qualche anno però i rapporti tra i due si deteriorano, soprattutto quando Giorgia Meloni diventa capo del Governo.
De Luca è in costante polemica con il centrodestra, Manfredi insiste sulla "collaborazione istituzionale" e prende le distanze. A luglio scorso accoglie a Bagnoli la premier per firmare l'intesa che, dopo decenni, dovrebbe sancire la rinascita dell'ex area industriale: Manfredi è commissario straordinario per il megaprogetto da 1,2 miliardi, tra le sfide prioritarie per il suo mandato da sindaco.
Due suoi predecessori, Antonio Bassolino e Luigi de Magistris, non gli lesinano critiche ma il consenso di Manfrediva a gonfie vele: nell'ultima classifica di gradimento stilata dal Sole 24 Ore è il secondo sindaco più apprezzato d'Italia (62%).
Si fa il suo nome come candidato unitario del centrosinistra alle regionali del prossimo anno, ma lui ripete di voler piuttosto correre per un secondo mandato da sindaco: l'elezione di oggi alla guida dell'Anci sembra chiudere del tutto la possibilità che scenda in campo per la Campania contro la destra e contro De Luca.


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