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La denuncia
26 Ottobre 2024 - 08:56
Dieci anni fa, il piccolo Comune di Verrua Savoia celebrava la nascita di “Senza Fili, Senza Confini”, l’associazione che ha portato internet a tutte le case sparse, isolate, sperdute del paese (e non solo) con un’innovativa tecnologia. Arrivarono addirittura i giornalisti del New York Times per raccontare questa incredibile storia di ingegno e resilienza. Alloggiarono al B&B di Giuliana Hall e Carmelo Seminara, in località Longagnano.
Dieci anni dopo, la grottesca iperbole che arriva dalla collina di Verrua è che quel B&B vive un caso di isolamento senza precedenti…
Sentite un po’ qua.
Nella piccola frazione di Longagnano, a Verrua Savoia, nel chivassese, vivono tre nuclei familiari per un totale di sei persone. Due di queste sei persone, Carmelo Seminara e la compagna Giuliana Hall, dalla notte tra il 3 e 4 marzo scorso per tornare a casa devono lasciare l’auto cinquanta metri prima, in strada. Una frana all’altezza del civico 60 della strada che da Sivrasco conduce a Cervoto impedisce l’accesso alla loro abitazione a qualsiasi mezzo. Così i due sono costretti a lasciare l’auto dove si interrompe la via e a camminare fino a casa.
Tutti i santi giorni. Con la pioggia, con il sole e chissà - se aspettano ancora un po’ ad intervenire - anche con la neve.
La strada è comunale: il sindaco Mauro Castelli li ha ricevuti, ha fatto un sopralluogo ma, a distanza di sette mesi dal movimento franoso, non è successo nulla.
Intanto le piogge scendono abbondanti, il movimento franoso rischia di allargarsi e il “B&B Casa Hall” di proprietà della coppia non riceve più clienti da mesi.
Giuliana Hall e Carmelo Seminara di Verrua Savoia
"Viviamo qui da 15 anni, dal lontano 2009 - spiegano Carmelo Seminara e Giuliana Hall -. Dal marzo scorso stiamo subendo una serie di disagi e nessuno risponde alle nostre richieste di intervento. L’ha fatto il sindaco una volta, poi più nulla. Oltre un anno fa, proprio nel tratto interessato dalla frana, sull’asfalto del manto stradale furono rilevate numerose crepe ed un principio di smottamento della scarpata. L’abbiamo segnalato al Comune e, purtroppo, i nostri timori si sono dimostrati fondati e noi fummo facili profeti di sventura…”.
"La strada ha ceduto - continuano - perché non c’erano più alberi da diversi anni. L'amministrazione, facendo la manutenzione sulle strade e tagliando l'erba, ha rimosso la vegetazione. Noi avevamo anche chiesto di non tagliare così in profondità, perché non cresce niente e la strada non è più sostenuta. Nulla, non ci hanno ascoltati finché, a causa delle forti piogge, è successa la frana esattamente nel punto che avevamo indicato come a rischio. Ora ci sono ancora smottamenti”.
"Sono passati sette mesi e abbiamo scritto diverse lettere protocollate, chiedendo interventi e segnalando difficoltà, ma ci hanno risposto solo una volta”, aggiungono.
Il sindaco Castelli ha risposto con una lettera del 2 maggio scorso. “L’ufficio tecnico ha tempestivamente effettuato il sopralluogo in data 4 marzo - leggiamo nel documento -. Il 13 marzo il tecnico comunale inviava segnalazione di pronto intervento ai settori tecnici regionali che hanno preso contatto, programmato ed effettuato il sopralluogo in loco. Nella stessa data perveniva il preventivo di spesa per intervento di messa in sicurezza e realizzazione del consolidamento con micropali. Vista l’entità della spesa, si provvedeva a richiedere ulteriore preventivo ad un’altra impresa, ad oggi non pervenuto”. Era maggio. Da allora non si è saputo più nulla.
Seminara e Hall chiedono ovviamente il ripristino della strada franata e la riapertura al traffico di tutti i veicoli, pur con un ragionevole limite di peso, della strada Longagnano Sivrasco nel tratto che parte dalla loro casa: almeno così potrebbero rientrare nella loro proprietà con l’auto, anche se la frana non venisse sistemata. Già, perché a problema s’aggiunge problema: dopo il civico 60, dove vivono ed hanno la loro attività, la strada è chiusa dal 2014. L’accesso è consentito solo ai mezzi agricoli. “Fu un provvedimento definito urgente fino al ripristino del manto stradale - dicono -. Sono passati 10 anni e la limitazione non è mai stata tolta. Eppure se venisse riaperta potrebbe collegare più agevolmente coloro che abitano a Longagnano con il capoluogo comunale”.
La frana, unite alle modifiche alla viabilità della strada Longagnano Sivrasco decise nel 2014, stanno rendendo difficile la vita a questi due verruesi. “Abbiamo un B&B e non possiamo ricevere gli ospiti - aggiungono -. Avevamo programmato di fare eseguire anche alcuni lavori di manutenzione e di adeguamento energetico alla casa, ma con questa frana nemmeno i materiali possono arrivare. Per portarci il GPL, visto che non abbiamo il metano qui, stanno facendo una fatica incredibile. Abbiamo riscontrato difficoltà a ricevere la posta…”.
"Siamo solo due - concludono -, rappresentiamo solo noi stessi, incompetenti ma volenterosi, danneggiati economicamente dalla frana. E meno male che nel suo programma elettorale il sindaco scriveva che intendeva ‘incentivare il turismo e valorizzare maggiormente le attività artigianali, commerciali presenti come ad esempio B&B…’ Ma seppure siamo un’insignificante frazione numerica degli abitanti di Verrua, certamente testoni, non cesseremo, in questo ambito come in altri, di sollecitare risposte certe e chiare…”.
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