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19 Settembre 2024 - 17:08
Per chi non la conoscesse. Per chi non è di Ivrea. Per chi non sa che qui, in questa terra, ci sono cose che solo chi è di queste parti può capire. Per chi ne ha sentito parlare da uomini e donne con le lacrime agli occhi.
La Ivrea-Mombarone non è semplicemente una corsa. È un evento culturale, come la battaglia delle arance. È un'altra battaglia contro la gravità, contro se stessi, ma soprattutto una sfida che si combatte tra il cielo e la terra.
Adesso chiudi gli occhi e immagina di partire dal cuore di Ivrea, svegliandoti al mattino sotto un cielo terso di settembre, con l'aria fresca che già sa di autunno e con un solo obiettivo: raggiungere la vetta del Mombarone.
La competizione, che si terrà domenica 22 settembre 2024, è una delle gare di corsa in montagna più amate e attese dagli eporediesi.
Sono 20 chilometri che sembrano infiniti, con un’ascesa continua di 2100 metri di dislivello che ti strappa il fiato e mette alla prova ogni muscolo del tuo corpo.
Dalla partenza in Piazza Ottinetti, ti immergi in un percorso che è quasi un pellegrinaggio: una fusione di storia, natura e sport, dove ogni passo ti avvicina alla vetta, ma ti allontana dalla civiltà, fino a quando la montagna diventa l'unica padrona. Superi i boschi di Bienca, ti perdi tra i sentieri sterrati e le antiche mulattiere, mentre il mondo attorno a te diventa sempre più selvaggio e crudo.
Ogni metro è un confronto tra la tua forza di volontà e la potenza immutabile della montagna.
Andrate segna un punto di svolta: da qui il sentiero si fa più ripido, e il respiro si accorcia. Ora la gara non è più solo una sfida fisica, ma anche mentale. Il traguardo sembra lontano, quasi irraggiungibile, eppure qualcosa dentro di te ti spinge avanti, un passo dopo l’altro, come se la montagna stessa volesse testare la tua determinazione.
Ma è quando arrivi a San Giacomo che tutto cambia. Il panorama si apre e davanti a te si stende la Colma del Mombarone. Il rifugio sulla cima è un puntino lontano, quasi irraggiungibile, ma a quel punto sei ormai parte della gara. Il cuore batte forte, non solo per la fatica, ma per l'emozione di essere lì, dove migliaia di corridori hanno lasciato il segno in quasi un secolo di storia della Momba.
Ogni edizione di questa gara è una celebrazione di resistenza, di amicizia, e di un amore profondo per la montagna. E non sei solo in questa avventura.
Lungo il percorso, i tifosi e gli appassionati di montagna si radunano per incitarti, offrendoti ristori e parole di incoraggiamento. È una gara che si vince, sì, con le gambe, ma soprattutto con il cuore.
I ristori diventano oasi in un deserto di fatica, brevi momenti di sollievo prima dell'ultimo assalto verso la vetta. I volontari che distribuiscono acqua e sorrisi sono parte integrante della magia della Ivrea-Mombarone.
Arrivato in cima, dopo aver percorso l'ultimo tratto tra rocce e prati, con le gambe che gridano pietà, finalmente alzi lo sguardo e vedi il traguardo. È un momento indimenticabile, un misto di trionfo e sollievo. Il panorama che si apre davanti a te, sulle Alpi e sulla pianura piemontese, è il tuo premio.
Sei lì, sulla Colma del Mombarone, dove il cielo sembra toccare la terra. E ogni respiro ti ricorda che hai fatto parte di qualcosa di grande.
Ma non finisce qui. Il ritorno, anche se meno faticoso, è comunque un viaggio tra i ricordi appena vissuti.
Tra sorrisi stanchi e abbracci di chi ha condiviso con te questa impresa. Il pasta party ad Andrate diventa il luogo in cui celebrare una vittoria collettiva, dove ogni partecipante ha la propria storia da raccontare, fatta di sudore, fatica e una determinazione che solo la Momba sa richiedere.
La Ivrea-Mombarone, nata nel 1922, è più di una corsa: è una dichiarazione d’amore per la montagna, per la fatica che tempra e per la comunità che ti sostiene.
È una sfida che ogni anno chiama a raccolta centinaia di persone, pronte a confrontarsi con se stesse e con la potenza della natura.
Perché, in fondo, arrivare al Mombarone non significa solo raggiungere una vetta: significa superare i propri limiti, un passo alla volta.
Nonostante la gara sia un’impresa riservata a chi ha un’ottima preparazione atletica, l'organizzazione prevede anche una camminata non competitiva di 10 chilometri, da Ivrea ad Andrate, offrendo a tutti la possibilità di partecipare e di godere delle meraviglie naturali del Canavese, Biellese e della Valle d'Aosta.
Per chi non conosce questa gara, è un’occasione per imparare a conoscere gli eporediesi.
E per chi la vive da sempre, un appuntamento imperdibile, un rituale di appartenenza e sfida...
L’albo d’oro della Ivrea-Mombarone è ricco di nomi di grandi atleti che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia di questa competizione. Tra i vincitori più recenti spiccano Xavier Chevrier, che ha trionfato nell’edizione 2022 con un tempo di 1h58', e Chiara Giovando, una delle protagoniste assolute della corsa, vincitrice nel 2019 (2h29'05”), nel 2022 (2h21'21”) e nel 2023 (2h25'25”).
Negli anni passati, Enzo Mersi ha conquistato il primo posto nelle edizioni del 2007 (2h01'31") e del 2008 (2h02'05"), mentre Massimo Farcoz si è aggiudicato il titolo nel 2008 con un tempo di 2h03'37". Giancarlo Costa, un altro nome storico della competizione, ha vinto due volte: nel 1998 (2h02'58") e nel 2000 (2h06'03").
Non possiamo dimenticare Camilla Magliano, che ha stabilito il record femminile nel 2017 con un incredibile 2h15'08" e Ornella Bosco, la regina della Momba, con ben 6 vittorie nel suo palmarès.
Ogni edizione porta nuove storie, nuovi nomi e nuove sfide, arricchendo l'albo d'oro di una gara che continua a essere un punto di riferimento nel panorama delle corse in montagna.
2023:
2022:
2021: (Corsa non disputata a causa della pandemia)
2020: (Corsa non disputata a causa della pandemia)
2019:
2018:
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