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Ivrea
20 Agosto 2024 - 15:37
E chi non conosce il gioco “bubù settete”? C’è sempre un adulto che si nasconde dietro le mani o un oggetto e poi riappare improvvisamente, dicendo “cucù”. Un modo infallibile per far ridere un bambino fino alle lacrime.
E così nascono i Cucù appassionati, amorevoli, quelli delle mamme e dei papà, degli amici e dei parenti.
Ma cosa succede se il “cucù” è rivolto ai cittadini?
Beh, quando si fa “Cucù!” a loro, nascondendosi dietro un pilone, un albero o un cartello, si vuole sorprendere tutti quelli che ancora coltivano un po’ di quel fanciullino pascoliano che c’è dentro ad ognuno di noi.
Lo ha fatto la consigliera comunale d’opposizione Elisabetta Piccoli.
Un semplice e intramontabile “cucù”.
In un video pubblicato sui social, che potrebbe candidarsi ai premi per la migliore sceneggiatura “politica” dell’anno, Elisabetta sbuca da dietro un cartello davanti al Castello di Ivrea, con un’espressione a metà tra l’entusiasmo di un bambino a Natale e la solennità di chi sta per svelare un segreto di Stato.
“Cucù... Io sono Elisabetta Piccoli...” si presenta.
Poi, con un tono serio, ricorda che il Castello, oggi aperto al pubblico, è frutto degli investimenti della passata amministrazione di centrodestra in cui lei, con impeccabile modestia, era vicesindaca.
Ah, il dolce suono della gloria passata!
“Sono veramente emozionata”, aggiunge con un tremito nella voce che potrebbe quasi sembrare sincero.
Ma il vero capolavoro arriva dopo: “Oggi non sono più al governo della città ma non importa”, con il tono di chi, perso il trono, si consola con un cameo teatrale.
È difficile decidere se ridere o piangere.
Perché quel “cucù” non è solo un gesto, è un manifesto politico, un grido di battaglia, un modo per dire “Ehi, ci sono ancora io, e non dimenticate chi ha aperto questo castello!”.
Inutile chiedersi quale sarà il prossimo “cucù” della nostra intrepida consigliera comunale di opposizione, ma un po’ ce li aspettiamo e potrebbero diventare tormentoni, perché no, un nuovo movimento “Cucù Ivrea”.
Forse la vedremo sbucare da dietro una fontana per discutere di urbanistica, o nascosta tra i cespugli per parlare di verde pubblico. Non ci resta che rimanere sintonizzati su “Cucù, Ivrea!”.
Per la cronaca, uno degli usi più celebri della parola “cucù” in politica è attribuito all’ex Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi.
Durante una visita ufficiale in Germania nel 2002, Berlusconi fece un’apparizione scherzosa dietro il cancelliere tedesco Gerhard Schröder, salutandolo con un “cucù”.
L’episodio fu molto discusso e contribuì a consolidare l’immagine pubblica di Berlusconi come un politico imprevedibile e poco serio. Con Piccoli sarà, evidentemente tutta un’altra storia...
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