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Asl To4
24 Febbraio 2024 - 10:47
Come sta messa la nostra sanità lo sappiamo bene. A ricordarci che dobbiamo continuare a parlarne tutti i santi giorni, senza alcuna paura di essere ripetitivi o di infastidire chi ci legge, è un servizio di Tv7 trasmesso sulla tv nazionale.
Si parla dell’ospedale di Chivasso dell'asl To4 troppo piccolo per le esigenze di una popolazione sempre più anziana. Anche per questo il Pronto Soccorso è sempre pieno zeppo di malati “buttati” lì, nei corridoi, come se fossero dei pacchi.
Lì dove lo scorso anno, un’anziana signora di Settimo Torinese allettata in barella è caduta ed è morta.
L’altro giorno ce n’erano un’ottantina, ma in questi mesi si è arrivati anche a superare i 140. Un sovraffollamento dettato dai malanni di stagione ma anche da un sistema informatico sulle prenotazioni che funziona male. Fatto di Cup e Sovracup, di Spid e digitalizzazione, troppo “avanti”, se così si può dire, per un gran numerosi persone.
“Gli anziani non ce la fano. Hanno sempre versato i soldi alla sanità e adesso non ne possono usufruire…”, commenta con un groppo in gola Marcella Cosenza di “Una finestra per Brandizzo.
Morale? Il Pronto soccorso si trasforma nell’unico posto in cui si può andare per ricevere attenzione.
E se da una parte il medico Antonio Barillà dello SMI (Sindacato Medici italiani) si chiede il perchè non si investa per riaprire il vecchio nosocomio abbandonato, dall’altra Giuseppe Summa del Nursind accende un faro sugli infermieri in più, rispetto a quelli attualmente in pianta organica e di cui l’Asl To4 ha urgente bisogno. Un numero da brividi: almeno 400. Mancano, per la cronaca anche i medici. Sempre guardando la pianta organica, circa 160.
Insomma anziani sempre più soli e sempre più poveri che finiscono nei pronto soccorso per evitare liste di attesa e non hanno i soldi per rivolgersi ai privati. Ma anche una sanità sempre di più in mano ai privati che come obiettivo hanno il business e l’utile di bilancio.
L’epilego è dietro l’angolo. A sottolineare che così non si può andare avanti è un’infermiera. Si è licenziata dopo l’ennesima aggressione.
Da sinistra: Marcella Cosenza, Giuseppe Summa e Antonio Barillà
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