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10 Febbraio 2024 - 16:35
Oggi, sabato 10 gennaio, si è celebrato in Duomo, a Torino, il funerale di Vittorio Emanuele di Savoia, il figlio dell'ultimo Re d'Italia.
Ieri, venerdì 9 febbraio, siamo andati alla camera ardente allestita presso la Cappella di Sant'Uberto, alla Reggia di Venaria. Contrariamente al funerale, qui potevano entrare tutti senza invito: passanti, curiosi, turisti, monarchici e nostalgici della corona.
È bene dirlo: l'affluenza è stata piuttosto modesta. Poche persone e un'atmosfera, a tratti, delimitata da un certo "folklore" dimesso.
Qualcuno, però, c'era e la "lettura della storia" della maggior parte è stata più o meno la stessa: "Scurdammoce 'o passato", per citare una famosa canzone napoletana. Intendiamoci: non è un modo per dimenticare il casato che ha governato l'Itala per anni ma piuttosto una scelta per "cancellare" le responsabilità dei Savoia per l'ascesa al potere di Benito Mussolini e l'arrivo del regime fascista.
"Chi siamo noi per giudicare il passato?", questa la frase più gettonata.
Ma le analisi non si fermano qui.
"Fanno parte della nostra storia", ci dice una signora, "Sono monarchico - aggiunge un altro - e sono cavaliere dell'ordine al merito dei Savoia".
C'è anche chi ci racconta di aver partecipato, nel 1985, al compleanno del principale Emanuele Filiberto: "Ci trovammo a Chamonix tramite un conoscente monarchico". E sulla responsabilità dei Savoia: "La storia come si fa a giudicarla? Chi è che non ha avuto problemi, che ha fatto azioni non consone al pensiero popolare? Il passato va dimenticato".
Qualche voce critica c'è: "Se io avessi fatto le cose che ha fatto lui forse sarei già in galera".
Ma la maggioranza dei visitatori si schiera con i Savoia.
"Sono qui oggi perché sono monarchico - ci racconta un signore arrivato da Milano, Direttore della rivista monarchica Nuove Sintesi - e oggi sceglierei la monarchia. L'Italia non può fare a meno di rendere omaggio ai Savoia. In altri paesi guai a parlare male del passato. I Savoia hanno aiutato l'ascesa di un regime? No, non è successo questo"
"Santi non ce ne sono in terra. - ci dice un'altra signora - Meglio repubblica o monarchia? Io sono nata con la Repubblica, non diciamo niente sulla Repubblica".
C'è anche chi torna molto indietro.
"Non so - commenta un altro signore arrivato da Collegno - se sarebbe stato meglio nel 1946 se avesse vinto la Monarchia o la Repubblica. Occorre poi dire che negli anni 20 il fascismo era il male minore, c'era il pericolo del comunismo all'epoca".
E poi c'è chi avrebbe voluto un trattamento diverso per i Savoia dopo la caduta della monarchia.
"I figli - spiegano due venarlesi - non devono pagare le colpe dei padri, dei nonni".
Arrivano anche teorie strampalate: "Mia moglie dice che se ci fosse il re ci sarebbe più turismo dappertutto".
Anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, si è recato alla camera ardente di Vittorio Emanuele di Savoia, allestita nella chiesa di Sant'Uberto, nella Reggia di Venaria (Torino).
"Ci sono luci e ombre - ha detto, avvicinato dai giornalisti poco prima di lasciare la Reggia - ma non dimentico che la dinastia Savoia è stata artefice dell'unità d'Italia".
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