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Dalla musica all'Erbaluce: anche Johnson Righeira alla MasterClass Erbaluce Day (VIDEO)

L’Erbaluce di Caluso, scelto dalla Regione Piemonte come "Vitigno dell’anno 2023", grande protagonista a Torino

Piazza Solferino, un’opera d’arte nel cuore della capitale sabauda, dove il passato e il presente sembrano unirsi in un istante sotto un meraviglioso sole novembrino, lunedì scorso ha ospitato l’Erbaluce Day, una MasterClass dedicata ad uno dei vini più antichi del Piemonte: l’Erbaluce di Caluso, scelto dalla Regione Piemonte come ‘Vitigno dell’anno 2023’. L’evento, promosso da  Confagricoltura Torino, si è svolto nell’ambito della manifestazione Vendemmia Torino - Grapes in Town e ‘Portici divini’, organizzata dalla Fondazione contrada Torino onlus, con il sostegno della Camera di commercio di Torino ed il patrocinio della Città di Torino.

La struttura che ha ospitato l'Erbaluce Day, una sorta di bolla trasparente ubicata al centro di Piazza Solferino, a Torino.

Che cosa rappresenta l’Erbaluce, un vino che incarna la storia e la tradizione vinicola del Piemonte, l'eredità enologica di questa regione?

Lo abbiamo chiesto ad un viticoltore ‘speciale’, potremmo dire ‘DOC’ il quale, a detta dei presenti, è come se ne fosse diventato il testimonial. Si tratta di Stefano Righi, meglio conosciuto con il nome d’arte di Johnson Righeira, anche lui presente all’evento con i suoi vini, il quale - oltre ad essere un famoso cantante - è anche un appassionato viticoltore del Canavese.

Johnson, che nei mitici anni Ottanta, insieme a Michael Righeira, è stato l’autore delle intramontabili canzoni ‘Vamos a la playa’, ‘No tengo dinero’ e ‘L'estate sta finendo’, sull’Erbaluce ha raccontato: “Ho appena cominciato, ma il mio entusiasmo è paragonabile a quello che avevo tanti anni fa quando iniziai a fare musica – ha spiegato  Johnson - Assaggiai per la prima volta l’Erbaluce molto tempo fa e ci misi una croce sopra: ‘per carità, ma cos’è sta roba’, pensai, a causa della spiccata acidità del vino, che poi è proprio una caratteristica del vitigno e che, allora, mi sembrò prevalere su tutto. Nel frattempo, le cose sono cambiate – ha fatto sapere Righeira - Mi sono trasferito e innamorato del Canavese e, di conseguenza, dei suoi prodotti”.

 “Ho avuto l’occasione di prendere una piccola vigna – ha continuato a raccontare il cantante viticoltore - ed ho iniziato a fare vino, un vino che ho imparato ad apprezzare moltissimo: penso che sia uno dei bianchi più straordinari che esistano (ha una grande possibilità di invecchiamento che è dovuta proprio all’acidità tipica del vitigno) per cui ho iniziato a produrlo. Ho chiamato il mio Erbaluce Kutu, un po’ come me – ha ironizzato sorridendo Righeira – da ‘cutu’, che in piemontese vuol dire stupido, e Kottolengo è la mia attuale etichetta discografica, un po’ a voler dire che la mia vita è stata tutta una specie di ‘Cottolengo’”.

Il mio vino – ha dettagliato Johnson - è affinato in anfora: questo fa sì che si armonizzi molto e che diventi un bianco importante. Erbaluce non è solo un fermo da tavola, ma anche spumante e passito, un vitigno a tutto tondo che si può sviluppare quindi in diversi modi. Se ne sentirà molto parlare in futuro, ne sono certo!”, ha infine concluso Righeira, quasi la sua presenza volesse ricordarci che l'Erbaluce di Caluso è un canto d'arte, di magia, e nelle sue note il vento tra le vigne sussurra e in ogni sorso racconta la sua poesia.

Il giornalista enograstronomico Alessandro Felis ha presentato l'Erbaluce Day.

Alla MasterClass, mirabilmente presentata e condotta da Alessandro Felis, giornalista enograstronomico, sotto la ‘bolla’ trasparente installata al centro della piazza erano presenti, per citare alcuni nomi: l’onorevole Alessandro Giglio Vigna, grande estimatore di Erbaluce; il consigliere Gianluca Gavazza, in rappresentanza della Regione; l'assessore al commercio della città di Torino Paolo Chiavarino, e Maria Rosa Cena, sindaco di Caluso, un punto di riferimento importante per gli amanti del vino Erbaluce e un luogo in cui potersi immergere nella storia e nella tradizione vinicola di questa affascinante regione, il Piemonte.

Elisa Domanico, la 'Ninfa Albaluce 2023'.

Non è passata inosservata la presenza della bellissima Elisa Domanico, la Ninfa Albaluce 2023. Accanto al primo cittadino di Caluso vi erano anche alcuni sindaci del canavese. Inoltre, hanno preso parte all’Erbaluce Day: Germano Tagliasacchi, direttore Fondazione Contrada Torino onlus, organizzatrice dell’evento ‘Portici divini’; Maria Luisa Cerale, direttore Confagricoltura di Torino, insieme a Tommaso Visca, Presidente di Confagricoltura Torino; Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino; Bartolomeo Merlo, presidente del Consorzio di tutela vini Erbaluce DOCG Caluso, Canavese e Carema, insieme ad altri numerosi esponenti provenienti dal mondo dell'impresa vitivinicola.

Tommaso Visca, Presidente di Confagricoltura Torino.

Confagricoltura, nella figura di Gabriele Busso, vicedirettore Confagricoltura Torino, durante il suo intervento sull’Erbaluce DOCG ha fatto sapere che “nonostante il processo di maturazione nel 2023 sia stato a rilento (ma questo è tipico del canavese) i risultati sono stati più che soddisfacenti, con grandi numeri d’imbottigliamento: 76.252 bottiglie per l’Erbaluce spumante; 718.496 per il fermo e 14.252 per il passito”. 

Dopo la conferenza stampa, conclusasi con un brindisi con l’Erbaluce di Caluso DOCG spumante (etichetta istituzionale del Consorzio), si è tenuto un incontro–degustazione e l’incontro con i titolari delle cantine del Canavese e la loro proposta di Erbaluce di Caluso Docg nelle tre tipologie contemplate dal disciplinare. Gli ospiti hanno potuto sperimentare come le etichette di Erbaluce di Caluso DOCG delle cantine partecipanti si abbinano con alcune eccellenze del territorio e non solo: i formaggi al latte crudo del Corbusier (Novalesa), i salatini e la pasticceria di Bonfante (Chivasso), la carne della macelleria Da Premio e Antonio (Torino), il pane e il panettone al passito di Marcello Vidotto (Torino) e il gelato al passito di Miretti (Torino). Fabrizio Lamberti e Davide Valloni, titolare e cuoco del Vin Bistrot (Moncalieri) hanno cucinato un risotto all’Erbaluce di Caluso DOCG preparato con il riso di Pochettino (San Raffaele Cimena), sotto il cappello dell’associazione dei Cuochi della Mole.

La storia dell’Erbaluce di Caluso

Il vino bianco Erbaluce di Caluso vanta una storia secolare che è strettamente legata alla varietà di uva Erbaluce, originaria della zona intorno al comune di Caluso, situato nella provincia di Torino. Erbaluce è un'antica varietà di uva bianca che cresceva già nell'epoca romana e veniva utilizzata per produrre vini pregiati. La sua storia è documentata sin dal 1606, quando il conte Gian Giuseppe di Castellamonte menzionò il vino Erbaluce in un trattato sulle uve e i vini del Piemonte. Questo vino è noto per la sua vivace acidità, che lo rende ideale per la produzione di vini secchi e dolci, oltre a spumanti di alta qualità. Nel corso dei secoli, l'area di produzione del vino Erbaluce di Caluso si è evoluta e il vino ha guadagnato una certa notorietà. Tuttavia, la sua fama ha raggiunto l’apice durante il XIX secolo, quando il vino divenne popolare tra l'aristocrazia europea e persino alla corte del re Carlo Alberto di Savoia, che lo dichiarò "il miglior vino del regno". Nel 1967, l’Erbaluce ottenne il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata (DOC) e, successivamente, nel 2010, è stato elevato al rango di Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Questo status riconosce e tutela la qualità e l'autenticità del vino prodotto nella regione di Caluso, stabilendo rigorose regole di produzione. La storia del vino Erbaluce di Caluso è un esempio di come la tradizione vitivinicola italiana si intrecci con la cultura e la storia di una regione, contribuendo a preservare e valorizzare le radici enologiche di questa parte del Piemonte.

Maria Rosa Cena, sindaco di Caluso.

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