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Ivrea
18 Luglio 2023 - 18:32
"Grande appassionato del Vangelo che si è distinto per la vicinanza ai poveri diventando segno profetico di giustizia e di pace in tempi particolari della storia della chiesa, nonché uomo di dialogo e punto di riferimento per numerosi esponenti della vita pubblica e politica italiana".
Queste le parole con cui papa Francesco ha voluto ricordare il Vescovo emerito di Ivrea, monsignor Luigi Bettazzi, scomparso due giorni fa e di cui si sono svolti oggi i funerali in Duomo a Ivrea.
Il duomo di Ivrea pieno (FOTO LUISA ROMUSSI)
Bergoglio esprime la su "spirituale vicinanza ai familiari e a quanti piangono la scomparsa del presule così tanto amato e apprezzato da coloro che ha incontrato nel suo lungo e fecondo ministero".
"Grato al signore per questo intrepido testimone del concilio - si legge nel telegramma a firma del segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, letto in apertura di funzione da Monsignor Edoardo Aldo Cerrato -, Sua Santità implora dal Signore risorto il premio eterno promesso ai servi fedeli e di cuore imparte a codesta comunità diocesana, come pure a quella di Bologna che lo vide stimato presbitero e poi vescovo ausiliare, la benedizione apostolica, estensibile ai presenti tutti al rito esequiale".
Un Duomo pieno di Vescovi, una ventina almeno, di sacerdoti, uomini e donne di Chiesa.
I sindaci (FOTO LUISA ROMUSSI)
Ma anche di rappresentanti delle associazioni, delle istituzioni laiche, un tripudio di fasce tricolori nelle prime panche, al petto dei sindaci dei comuni di tutta la diocesi.
C'è chi porta il cappello degli Alpini, chi il foulard dell'Anpi legato al collo. C'è chi prega, chi si commuove, chi sventaglia fazzoletti in questo afosissimo pomeriggio di metà luglio.
Una suora registra un video.
C'è chi scatta foto ricordo, selfie e video con i telefoni cellulari, immortalando il momento dell'addio, del saluto a questo grande uomo della Chiesa italiana, orgoglio degli eporediesi e canavesani tutti.
"Grazie Luigi x la tua magnifica eresia", è il cartello che qualcuno ha lasciato fuori dalla Chiesa, tra i messaggi di cordoglio di istituzioni e associazioni.
Uno dei tanti messaggi fuori dalla Chiesa (FOTO LUISA ROMUSSI)
Sulla sua bara in legno, spicca la bandiera della pace che la avvolge.
Un simbolo, lui che è stato un convinto pacifista, presidente del'associazione internazionale "Pax Christi", anima di innumerevoli marce contro ogni guerra.
Ad officiare il funerale il Cardinale Arrigo Miglio.
Tra i presenti anche l'amico don Luigi Ciotti.
Don Luigi Ciotti (FOTO LUISA ROMUSSI)
A ricordarlo, tra i tanti interventi, il primo è stato quello di Monsignor Cerrato.
Commosso, nell'occasione ha ricordato anche la sua cara mamma...
"Avevamo abbozzato i festeggiamenti del suo sessantesimo anniversario di episcopato al Santuario di Prascondù, in agosto, e quelli del suo centesimo compleanno qui in cattedrale che avrebbero dovuto tenersi il 26 novembre, e invece...".
E invece eccoli, a rendere omaggio a Monsignor Bettazzi scomparso nella notte tra sabato e domenica scorsi. Aveva 99 anni.
Il Vescovo di Ivrea Monsignor Edoardo Cerrato (FOTO LUISA ROMUSSI)
"Mi soffermo sulla sua bella umanità - ha spiegato il Vescovo di Ivrea -. Fin da subito si è instaurato tra noi un rapporto fondato sulla sincerità e sul reciproco rispetto. Ho percepito in Monsignor Bettazzi un padre. La sua età era esattamente quella della mia cara mamma: 'la mia coscritta', diceva Monsignor Luigi ogni volta che la incontrava. Mi diceva: 'Come sta la mia coscritta? Salutamela!'. Erano persone, sia lui che lei, di forte tempra, di robusta volontà, di salde convinzioni: uomini e donne che non si perdevano in quisquilie perché erano capaci di sguardi profondi sulla realtà. E animati da forte speranza umana e teologale: da una ricca umanità si è confortati, vivificati, da una povera umanità anche in presenza di altre doti cospicue, si rimane mortificati".
"Caro Monsignor Luigi, il mio grazie - ha aggiunto Cerrato -. Egli è in cammino verso quella meta dove tutto è chiaro, dove ciò che conta è l'essenziale, là dove risplende il volto verso cui puntiamo la sguardo, desiderosi di vederlo faccia a faccia.
Ho sotto gli occhi il testamento spirituale di Monsignor Luigi, quattro fittissime pagine protocollo vergate a mano, in cui facendo scorrere dall'inizio la sua lunga vita, ringrazia innanzitutto Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, le persone, le istituzioni, le realtà che hanno arricchito il suo cammino di uomo e di cristiano. E conclude con un'umile richiesta di perdono, a tanti rivolta. Carissimo Monsignor Luigi, in paradisum deducant te angeli".
Dopo una funzione durata un'ora e mezza, la salma di Monsignor Luigi Bettazzi è stata tumulata nella Cappella dei Vescovi del Duomo di Ivrea.
La salma giace nella Cappella dei Vescovi in Duomo (FOTO LUISA ROMUSSI)
"Mi dispiace non potere essere presente. Non mi è possibile solo a causa di un impegno per la pace. Sono sicuro che monsignor Bettazzi, assetato di pace e giustizia e di convinta non violenza, mi avrebbe raccomandato di fare tutto 'l'impossibile'".
Si apre così il messaggio che il cardinale Matteo Maria Zuppi - attualmente impegnato nel viaggio a Washington per la missione di pace voluta da papa Francesco - ha inviato in occasione delle esequie di monsignor Bettazzi, scomparso due giorni fa.
"Ci aveva abituato alla sua presenza, solare, determinata, libera, evangelica, sempre in cammino, entusiasmante, piena di vita - continua -. Pur conoscendo bene il galateo ecclesiastico - educato com'era alla scuola di Nasalli Rocca e Lercaro - non ha mai smesso di portare con libertà il Vangelo ovunque, perché per tutti Gesù è venuto. E si è raccomandato piuttosto di andare a cercare, non di starcene fermi ad aspettare.
Monsignor Luigi Bettazzi è mancato domenica. Aveva 99 anni (foto ARCHIVIO)
È stato un vescovo del Concilio Vaticano II. Non è mai entrato, né prima né dopo, nella folta schiera dei profeti di sventura, coloro che 'non senza offesa' al successore di Pietro preferivano e preferiscono continuare ad usare le armi del rigore credendole indispensabili per difendere la verità e evocando improbabili periodi passati senza imparare dalla storia. Era libero perché amava Dio e la Chiesa. Cercava il dialogo non perché ambiguo, facile, ma proprio perché convinto della propria identità, senza ossessioni difensive che vedono il nemico dove non c'è e non lo riconoscono dove, invece, si annida".
"Ascoltava per rispondere e non parlare sopra - sottolinea Zuppi -. Comunicava la gioia di essere cristiano e annunciava la chiamata a tutti ad esserlo. Amabile, instancabile, gentile ma per niente affettato, scomodo, ironico, colto senza mai essere supponente, parlava della Chiesa e dei poveri perché la Chiesa è di tutti, ma specialmente dei poveri e perché 'le ansie e gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore'".
"Lui non ha smesso di sognare - conclude Zuppi -. 'Il mio 'sogno' è che ogni cristiano si renda conto della sua vocazione 'missionaria'. 'La gioia più grande? Essere prete', aggiungeva. Ebbe il premio Unesco per l'educazione alla pace, perché non si devono subire i violenti e perché la tendenza alla violenza è comune e porta a imbracciare l'arma mentre la non violenza interpone la diplomazia. Fin dagli anni Sessanta ha scommesso sui laici, 'non secondo i propri interessi, ma secondo l'interesse dell'intero cosmo per contribuire non solo a mantenerlo in essere…ma anche a svilupparlo nell'interesse comune'. Sì, ha chiesto a tutti noi, tutti, opportune et inopportune, di 'essere discepolo che dà gioia', convinto che 'il regno di Dio è l'umanità come Dio la vuole'. Grazie don Luigi, benedizione con la tua lunga vita, perché non hai smesso di sognare e non ti sei stancato di farci vivere la primavera del Concilio. Grazie e continua a pregare per noi e con noi. In pace e con il sorriso".
"Parlare del Vescovo Emerito Monsignor Bettazzi non è facile, tutto ciò che diciamo è sempre troppo poco rispetto a ciò che è stato, a ciò che ci lascia e al suo pensiero".
L'intervento del sindaco di Ivrea Matteo Chiantore (foto LUISA ROMUSSI)
Con queste parole il sindaco di Ivrea Matteo Chiantore ha portato i saluti dell'amministrazione ai funerali di Monsignor Bettazzi: "Ha attraversato il mondo con le sue domande critiche, a volte scomode, con la sua capacità di dialogare, di seminare e costruire ponti di pace; uomo della nonviolenza ha saputo, come Olivetti, navigare in mari aperti, in percorsi non indicati: un uomo libero! E con questo suo agire si è messo sempre a disposizione per trattare: trattare per la pace, trattare per un riscatto fino ad offrire la Sua stessa vita in cambio di quella di un’altra. Un uomo generoso la cui attenzione era sempre rivolta ai più fragili, ai più bisognosi, agli altri. Ci lascia il suo pensiero attraverso i libri, libri importanti e profondissimi nei quali non c’è mai la presunzione di un sapere definitivo ma sempre, anche qui, l’apertura al dialogo".
"Grazie Monsignor Bettazzi per essere entrato “dentro” il cammino della nostra Città - ha aggiunto il sindaco -. Sei stato la nostra Guida intervenendo e leggendo con il tuo sguardo tutto ciò che è accaduto negli anni, sei rimasto sempre al nostro fianco in dialogo, senza farci mai mancare il tuo sostegno. Il tuo esempio di straordinaria coerenza, umiltà e coraggio ci accompagnerà.
La tua voce tonante continuerà a vibrare in noi. Grazie per aver voluto essere sepolto qui, in mezzo al popolo che rappresenta la tua storia vissuta.
Non potrei esprimere meglio ciò che l’On. Mauro Berruto ha detto nel ricordo che ha voluto condividere in chiusura dei lavori alla Camera dei Deputati ieri, 17 luglio: “Mai come in questo caso le tante persone che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e che sono state ispirate da Mons. Luigi Bettazzi non possono essere tristi per averlo perso, ma felici per averlo conosciuto, ascoltato, amato per così tanto tempo”. Il tuo, Mons. Bettazzi, è stato lo sguardo di un Profeta, uno sguardo lungo che continuerà a incrociarsi con il nostro, con quello della tua gente".
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