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Un ricordo
17 Luglio 2023 - 22:27
Bettazzi con Andrea Tendola
Mi sono avvicinato alcuni anni fa al Vescovo Emerito di Ivrea, Monsignor Luigi Bettazzi. Ero investito da un profondo rimorso dell'anima, e mi sono chiesto: "Perché non parlarne al testimone più instancabile del dialogo e del confronto?".
Così, in una fredda mattina d'inverno, sono stato ricevuto nel suo studio.
Con timore reverenziale, ho condiviso i miei dubbi e i miei rimorsi. Mi ha ascoltato attentamente e, dopo un lungo silenzio, mi ha detto: "Quando gli uomini sono confusi, Dio vede chiaramente la strada…”.
“Caro Andrea, ho bisogno di mettere a posto le mie carte. Sei interessato ad aiutarmi?".
Mi ha guardato negli occhi con quel suo sorriso dolce e colmo di umanità; dopo un lungo silenzio mi ha rivolto la parola: “Caro Andrea, ho bisogno di mettere a posto le mie carte. Sei interessato ad aiutarmi?".
Da quel momento è nata una sincera amicizia.
Un giorno, entrando nel suo studio, ho notato che era assorto su un foglio di giornale: "Leggi anche tu".
Mi ha mostrato un articolo pubblicato da La Stampa in cui un noto teologo criticava duramente la Chiesa di Papa Francesco, accusata di essere lontana dalla modernità.
"Siediti al computer, aiutami a scrivere", mi ha domandato.
Insieme, abbiamo scritto rapidamente un articolo e, dopo la rilettura, mi ha chiesto: "Dovremmo pubblicarlo? Tu cosa ne pensi?".
Sono rimasto lusingato dalla domanda e, timoroso, gli ho risposto: "Secondo me, un Vescovo Emerito come lei che ha inciso in modo significativo sulla storia della Chiesa e dell’Italia contemporanea ha il diritto, se non il dovere, di esprimere le proprie opinioni".
Ne è risultato un articolo ricco di spunti e con una visione chiara del futuro del cattolicesimo, in cui venivano affrontati argomenti sensibili come le scelte delle donne sull'aborto e persino sull'omosessualità.
Ho voluto raccontare un episodio che descrive la personalità del Vescovo Luigi, che per tutta la vita è stato un autorevole e sapiente testimone di pace, riflessione e conciliazione – sempre vicino ai giovani, ai lavoratori delle fabbriche e al nostro territorio.
Per ciò che mi riguarda egli ha sostenuto le mie scelte di mettermi al servizio della comunità – incluso l’impegno presso il “Laboratorio - Museo Tecnologic@mente” – per promuovere la solidarietà, l'accoglienza e un mondo migliore e più giusto.
Ora il suo studio è vuoto, ma sono certo che è già al lavoro.
Grazie, Signore, per averci donato il Vescovo Luigi.
Il presidente della Fondazione Natale Capellaro
Laboratorio - Museo Tecnologic@mente
Andrea Tendola
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