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Chivasso
10 Maggio 2023 - 17:20
“Ma sono pericolosi quei sacchi bianchi? Mia figlia esce di casa tutti i giorni per portare a spasso il cane in quel percorso pedonale di fianco alla ferrovia. Ho paura che possa respirare qualcosa di nocivo”.
Una telefonata in redazione segnala la presunta pericolosità di alcune decine di sacchi bianchi di 1000 chilogrammi l’uno, accatastati di fianco alla linea ferroviaria Torino-Milano nei pressi della stazione, in un’area di competenza di Rfi.
Siamo andati a vedere e sono proprio lì, in un cantiere nell’area della ferrovia, accatastati proprio di fianco al percorso pedonale di via Marie Curie che dalla passerella di via Paleologi, quella del liceo Newton per intenderci, porta fino alla Rivoira.
I rifiuti accatastati di fianco al passaggio pedonale
Sacchi che contengono scarti dell’edilizia, a prima vista. Ma che le scritte “Pericolo Amianto” e le indicazioni di “Rifiuti speciali” presenti su ciascuno non lasciano presagire nulla di buono. Anzi, lasciano intendere che possano contenere pericolosissimi manufatti in cemento e fibre-killer.
Sono in un’area di Rfi, di fianco ai binari ferroviari, ma sono separati da semplici New Jersey in cemento armato e da una recinzione di ferro dal passaggio pedonale dove ogni giorno transitano runner, camminatori, pensionati, famiglie, bambini, ragazzi.
Insomma: che ci fanno accatastati lì?
I rifiuti pericolosi di fianco al passaggio
Se lo chiedono i residenti della zona ma se lo chiede anche il consigliere comunale Bruno Prestìa di “Per Chivasso”.
Bruno Prestìa, consigliere comunale di Per Chivasso
“Allertato questa mattina da alcuni abitanti di zona Rivoira, sono andato a verificare di persona la situazione che mi era stata presentata al telefono - spiega Prestìa -. Davanti agli occhi, una lunga serie di enormi sacchi bianchi accatastati lungo la ciclovia che costeggia la ferrovia, con scritto "contiene amianto", altri col codice di riferimento di materiali pericolosi, alcuni aperti, altri chiusi alla bell’è meglio…”
“Questo quanto ho potuto vedere. Senza voler creare allarmismi (ci sono stati già precedenti in città), c'è però la ferma volontà e necessità di capire di che si tratta, se sono realmente materiali pericolosi e perché stanno lì, esposti alle intemperie del tempo, quando saranno eventualmente smaltiti correttamente - continua Prestìa -. Insomma credo sia doveroso e nell'interesse della città saperne di più ma soprattutto sapere lo stato reale delle cose”.
Dunque, quei sacchi sono pericolosi oppure no? E, soprattutto, non possono essere trasferiti altrove?
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