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Ciriè è una città ancora commerciale? "Abbiamo dormito sugli allori!" (VIDEO)

L'impietosa analisi del decano dei commercianti, Giorgio Fornero

Ciriè è ancora una città commerciale?

Lo abbiamo chiesto a Giorgio Fornero, decano dei commercianti ciriacesi.

"In questi ultimi anni Ciriè ha perso moltissimo - racconta Fornero -. Dispiace, ma commercialmente abbiamo perso tantissimo. Abbiamo vissuto troppo sugli allori".

Cos'è successo?

"Abbiamo perso il nostro ruolo, l'importanza. "Ciriè in Fiore" è una manifestazione che facevamo solo noi. Adesso lo fanno tutti. Noi siamo rimasti fermi. Se vai a Lanzo, ogni domenica fanno qualcosa... E la gente va. Magari il gioielliere che sta lì, non venderà i diamanti, però c'è gente che va. E più gente va e meglio è. Noi, invece, la gente l'abbiamo fatta andare via. Non viene più nessuno".

La situazione, con l'isola pedonale di via Vittorio Emanuele, sta migliorando?

"No, assolutamente, no. La gente non vive la città come si dovrebbe vivere. Come la vivono a Chivasso, ad esempio. Dalle 6,45 alle 8, qui non passa nessuno. Un'ora a vuoto. Prima con il pasaggio delle auto, la gente si fermava, prendeva il caffè, andava via. E quello è un danno. E anche nella pausa pranzo. Stessa cosa. Più di un locale, qui, chiude a quell'ora. E questo perché non c'è nessuno. Uno che ha un'ora di tempo, non potendo entrare in auto, non viene certo qui. E di uffici non ce ne sono mica quanti a Torino. I clienti se li dividono gli altri. E in via Vittorio non viene più nessuno".

Giorgio Fornero da 45 anni ha la gioielleria in via Vittorio, ma da qualche anno segue anche il bar Pier 91 dei figli.

"Quando abbiamo aperto il bar, avevamo pensato di tenere aperto fino a sera. Ma come chiudevano i negozi, qui sparivano tutti. Non c'era più nessuno che girava per Ciriè. Continuavamo a stare lì fino alle 21,30 aspettando che arrivasse una coppietta, due coppiette che si prendevano un marocchino e se ne andavano. Poi a mezzanotte arrivavano due o tre che arrivavano dopo una riunione e prendevano una birra. Ma alle 6,45 del mattino bisognava di nuovo essere lì. E quel che logora di più è stare ad aspettare senza fare nulla. Oziare in attesa che venga qualcuno è molto peggio che avere molte persone da servire. Se sto dentro da solo che non arriva nessuno, non mi passa mai".

E' sempre stato così?

"Beh, sì. Sono discorsi vecchi che a suo tempo avevo già fatto a Buratto e al sindaco Chiappero che ci dicevano di tenere aperto durante le manifestazioni. Sì, a prova a star dietro al bancone tutto il giorno e non entra nessuno. Certo, non puoo neppure penare che quando tiri su la serranda ci sia la folla a voler entrare. Dicevano che per essere coerenti con la manifestazione bisognava stare aperti. Sì volentieri, ma qui, appena tiri su fuori orario, l'assicurazione non ti paga se capita qualcosa, non puoi inserire l'antifurto perché è aperto e quindi devi rimanere dentro fino a mezzanotte, quando finisce la manifestazione".

Un sacrificio utile?

"Per la città si fa. Fai anche questo perché è importante che ci sia".

L'isola pedonale è sbagliata o è sbagliato il momento?

"Ho sempre detto che avremmo dovuto farla 25 anni fa. In questo momento così difficile per il commercio, avrei preferito non farla. Ecco". 

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