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Cronaca

A Ivrea impazza la battaglia e il sindaco casca dal monopattino

Esiste un modo migliore per rubare la scena e fare da testimone ad una città in guerra a suon di arance.

Esiste un modo migliore per rubare la scena e fare da testimone ad una città in guerra a suon di arance. Un modo che non sia quello di presentarsi a tutti gli appuntamenti, nelle piazze e per le strade con il volto lesionato e macchie di sangue qua e là. Benvenuti a Ivrea città dalle rosse Torri, dell’Olivetti, soprattutto del Carnevale. 

In verità il sindaco Stefano Sertoli non se l’era studiata affatto e non è neppure nell’elenco dei feriti lievi e gravi, che tutti i giorni la Fondazione dello storico Carnevale diffonde qua e là. 

Non c’è perchè di arance non ne ha tirata neanche una. 

E’ semplicemente caduto dal monopattino elettrico che da qualche mese ha preso il posto della bicicletta. “Regalo di Natale...” ci aveva detto in vena di confidenze... 

Ironia della sorte, tutta colpa di una buca che non ha provveduto a far risistemare. E detta così, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, fa un po’ ridere, ma tant’è! E’ anche questione di sfiga... Giù disteso come un sacco di patate nel solco di una delle tante leggi di Murphy. 

“Se qualcosa può andar male stai sicuro che succederà...”.

Meno male, nulla di grave.

Sertoli ci ha riso un po’ su e siccome il Carnevale in questa città e qualcosa più di una febbre, ha continuato a girare zigzagando tra le buche con i cerotti al volto.

“Is that the mayor? - si chiede un turista inglese che tutti gli anni si catapulta a Ivrea per tirare - Was he also hit by an orange in the face?”.

Quello è il sindaco? Anche lui è stato colpito da un’arancia? 

Vaglielo a spiegare che le arance non c’entrano nulla! 

O meglio, non c'entravano. Vai a capire che cosa gli è passato per la testa (s'intende sempre al sindaco), ad un certo punto ha cominciato a dare di matto. Stufo di doversi giustificare raccontando la storia del monopattino s'è messo il casco ed è salito su un carro. 

 

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Ecco! Da adesso in avanti nessuno gli chiederà più nulla sulle ferite da guerriero.

Restano i numeri della città in guerra e sono impressionanti: più di 6 mila aranceri a piedi, più di 3 mila tiratori sui carri, quasi 19 mila biglietti venduti domenica, circa 200 feriti nella prima giornata di cui una ventina portati al pronto soccorso.

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