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Carenza di infermieri? Il Piemonte rivolge lo sguardo all’India. 

La scelta di importare infermieri indiani solleva dubbi sulla qualità delle prestazioni e sulla gestione della crisi

L'assessore regionale Federico Riboldi

L'assessore regionale Federico Riboldi

Negli ultimi mesi, la carenza di personale infermieristico negli ospedali italiani ha spinto diverse regioni a cercare soluzioni alternative. Dopo la Lombardia, che ha optato per infermieri provenienti da Argentina e Paraguay, anche l’Emilia Romagna ha avviato trattative simili. Ora, il Piemonte si trova al centro di un acceso dibattito. A causa del blocco dei concorsi da parte del TAR, le aziende sanitarie piemontesi faticano a reperire professionisti del settore.

Invece di affrontare il problema con misure strutturali, come la valorizzazione della professione infermieristica, l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha scelto una soluzione controversa: l’importazione di infermieri indiani. Riboldi ha dichiarato: “L’accordo con l’India è pronto, curato direttamente dal Ministero dell’Interno e da quello della Salute. Questo patto garantirà l’equipollenza dei titoli, permettendo così agli infermieri di lavorare in Piemonte”. L’assessore ha inoltre espresso l’intenzione di estendere questa procedura ad altri paesi, tra cui Argentina e Brasile, sostenendo che questi ultimi possono fornire professionisti con standard assistenziali competitivi.

infermieri

Tuttavia, non mancano le preoccupazioni.  La scelta suscita forti timori riguardo alla qualità delle prestazioni, anche perchè non ci si può limitare alla garanzia dell’equipollenza del percorso scolastico e di specializzazione. In Italia, infatti, conosciamo bene il nostro sistema di formazione, ma non possiamo dire lo stesso di quello estero.

La situazione solleva interrogativi sulla gestione della crisi e sull’approccio a lungo termine per attrarre e mantenere professionisti nel settore sanitario. Mentre il Piemonte cerca soluzioni rapide, la sfida di creare un ambiente lavorativo attrattivo per gli infermieri rimane.

Sembra l’ epilogo di un film, ma se non investiamo nella formazione offrendo adeguate opportunità lavorative, faremo la fine del criceto sulla ruota, dove formiamo infermieri che vanno all’estero e in altro Paesi e continenti chiederemo i loro professionisti.

Il settore è in fermento, e prevale un senso di rassegnazione. Alcuni infermieri affermano: “Invece di riconoscere il nostro valore e pagarci meglio, ci sostituiranno con manodopera a basso costo, che sarà avvantaggiata nel vitto e alloggio”.

C’è qualquadra che non cosa. Ciao!!

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