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Cronaca
10 Settembre 2025 - 09:57
Vespasiano intasato: puzza e acqua sporca invadono strada e pista ciclabile
Un problema apparentemente banale, uno scarico intasato, può diventare la miccia di un malessere più ampio che riguarda decoro urbano, igiene e sicurezza. Succede a Torino, in corso Novara 19, quartiere Barriera di Milano, dove il Vespasiano collocato lungo il controviale si è trasformato da servizio pubblico a fonte di disagio quotidiano.
La segnalazione arriva dai residenti, supportata da documentazione fotografica: l’acqua che dovrebbe defluire nello scarico ostruito ristagna e si disperde nell’area circostante. Risultato: una chiazza maleodorante che si allarga sulla banchina e invade persino un tratto della pista ciclabile adiacente. Un fenomeno che non si limita a creare disagi per i ciclisti e per chi attraversa il controviale, ma che genera un odore nauseabondo percepito dai commercianti della zona e dai condomini che affacciano direttamente sul tratto interessato.
La situazione è stata già segnalata alla polizia municipale, nella speranza di un intervento rapido per il ripristino dello scarico. Ma i cittadini non si fermano qui. Perché questo episodio riporta in primo piano la questione, mai davvero risolta, della gestione dei bagni pubblici in città. I Vespasiani, installati come presidio igienico, finiscono spesso per essere utilizzati in maniera impropria: c’è chi vi si prostituisce, chi vi consuma droga, chi li adopera come docce improvvisate. Una degenerazione che annulla la funzione per cui erano stati pensati e trasforma lo spazio in focolaio di degrado.
Il caso di corso Novara diventa così emblema di un problema strutturale. Da tempo i cittadini e le associazioni locali chiedono una rivisitazione complessiva di questi servizi. Non solo manutenzione straordinaria, ma un vero ripensamento del modello. L’idea che circola tra i residenti è quella di introdurre un piccolo pagamento simbolico, ad esempio 50 centesimi, per scoraggiare usi impropri e garantire un minimo di entrata utile alla manutenzione e alla sorveglianza. Un sistema simile a quello adottato in molte capitali europee, dove i bagni pubblici, a pagamento o automatizzati, mantengono standard decorosi senza diventare ricettacolo di abusi.
Barriera di Milano non è nuova a segnalazioni di questo tipo. Già in passato erano emersi problemi legati alla scarsa pulizia e alla frequente vandalizzazione dei bagni pubblici. Il nodo, però, è sempre rimasto irrisolto: mancanza di fondi, competenze frammentate tra Comune e circoscrizioni, interventi tampone mai accompagnati da una programmazione vera.
La vicenda del Vespasiano di corso Novara assume quindi un valore simbolico. Non è solo la rabbia di chi ogni giorno convive con gli odori o rischia di scivolare sull’acqua stagnante. È l’ennesima dimostrazione di come la città fatichi a garantire servizi di base senza che questi si trasformino in fonte di degrado.
Ora i cittadini chiedono risposte concrete. Non bastano le promesse di un intervento urgente per liberare lo scarico: serve un piano organico per capire se i Vespasiani abbiano ancora senso, se vadano rimodernati, automatizzati o addirittura sostituiti da altre soluzioni più funzionali. Perché, come ricordano gli abitanti, non si tratta solo di igiene, ma anche di decoro urbano e sicurezza.
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